«È l’Europa a chiederci un grosso impegno di lotta contro la corruzione». Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, lancia un nuovo richiamo al Parlamento chiedendo di approvare il provvedimento fermo in Aula.
Ieri il Capo dello Stato aveva denunciato scandali, corruzione e malversazioni a livelli «inaccettabili e vergognosi». Per il Quirinale tutto questo deve finire: bisogna fare pulizia e «risanare» al più presto la politica. Certo non basterà a frenare l’onda d’indignazione che cresce nel Paese la decisione presa alla Camera che i bilanci dei gruppi parlamentari saranno certificati da una società di revisione legale che verificherà la regolare tenuta della contabilità. Come non basterà l’annuncio di Angelino Alfano che non saranno ricandidati i consiglieri Pdl della Regione Lazio. O l’assicurazione di Berlusconi che il Pdl «non è allo sbaraglio» e che tutti i partiti del Lazio hanno partecipato all’abbuffata monetaria.
Il ministro della Giustizia Paola Severino ha poi lanciato un avvertimento al centrodestra sulle modifiche possibili al ddl anti-corruzione: al presidente della commissione Giustizia del Senato Filippo Berselli (Pdl), che ha più volte annunciato l’intenzione di presentare un emendamento soppressivo della norma che istituisce il reato di traffico di influenze illecite, la Guardasigilli ha raccomandato di intervenire con emendamenti «migliorativi». «Noi abbiamo costruito una piramide, i mattoni possono essere spostati ma le fondamenta non possono venire meno. Ho sempre chiesto – ha precisato il ministro – interventi migliorativi, additivi, non di sottrazione e tantomeno di soppressione».
Quanto all’ipotesi che tutti i parlamentari del Senato possano rinunciare agli emendamenti per velocizzare l’approvazione del ddl, «dipende – ha osservato Severino – dalla qualità degli emendamenti che verranno proposti. Se la qualità è tale da richiedere una meditazione sul tema, credo che si debba fare coniugando l’urgenza con la serietà dell’approfondimento». Il ministro si è quindi detta «disponibile a un ritorno alla Camera purché il risultato sia migliorativo. Vorrei – ha ammonito – che non si perdesse neanche un giorno per arrivare alla definizione della legge entro la fine della legislatura».
Fonte: LA STAMPA.IT
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