Il narcisismo digitale: specchiarsi nel web

Il termine narcisismo deriva dal mito greco di Narciso, giovane di Tespi, figlio della ninfa Liriope e del Dio del fiume Cefiso, che si innamorò della propria immagine per la sua eccezionale bellezza.
Il narcisismo indica una condizione psicologica ma anche culturale e sul piano personale esso assume sia connotazioni sane che patologiche: parliamo di un narcisismo sano o “normale” quando l’investimento su se stessi è sinonimo di autostima e di amor proprio; esso invece, diviene patologico quando l’amore è diretto solo verso se stessi e si è incapaci di rivolgere la propria affettività ad altri. Da un punto di vista culturale, invece, il narcisismo corrisponde ad una mancanza di valori, di superficialità e di senso di umanità che porta gli individui a disinteressarsi a ciò che li circonda.
La nostra società è caratterizzata da una cultura narcisistica in cui si è devoti ai mezzi di comunicazione di massa elettronici, i quali si incentrano su immagini superficiali ignorando sostanza e profondità. Vediamo che una particolare forma di narcisismo è proprio legata alle nuove tecnologie, soprattutto al web, e viene definita “Narcisismo digitale”.
Con il termine Narcisismo digitale facciamo riferimento all’apparire e all’esibirsi sul web con propri scritti, foto, video e messaggi. Ad alimentare il narcisismo digitale vi è l’Ego-surfing, il cui termine deriva dall’inglese to surf, ossia navigare, termine che è entrato nell’Oxford English Dictionary nel 1998.

L’ego-surfing non è altro che la ricerca smodata d’informazioni su se stessi; di solito sono stati usati per tale scopo i soliti motori di ricerca quali: google, libero ecc., ma adesso che il fenomeno dell’ego-surfing dilaga sono disponibili on-line motori di ricerca appositamente creati per controllare la propria presenza in rete.
Tra questi motori di ricerca vi è l’Egosurf, che consente di inserire il proprio nome e l’indirizzo del proprio sito web o blog; vi è poi l’ODOS, che consente di misurare il proprio status on-line e consiste nell’inserire i propri profili di social network: il sistema elabora automaticamente un punteggio ricavato non solo dalla presenza on-line dell’utente ma dalla frequenza delle attività. I creatori di Odos affermano che lo scopo del servizio è quello di aiutare gli utenti a prendere dimestichezza con il proprio status digitale affinché essi possano difendersi dagli abusi.
Magnocavallo, il creatore di BlogsBabel, uno dei più importanti siti che classicizza i blog italiani, sostiene che sono proprio i blogger ad essere soggetti al narcisismo digitale, i quali soffrono, intavolano discussioni e gioiscono in base alla posizione che occupano nella classifica di BlogBabel.
Secondo lo studio condotto dal Pew Internet & American Life Project almeno un navigatore su due ricerca il proprio nome su un motore di ricerca al fine di valutare la propria rilevanza in Internet. Questo dato risulta preoccupante in quanto il narcisismo digitale può portare all’emergere di alcune patologie, quali la depressione per l’assenza di popolarità sul web o l’esaltazione dovuta alla presenza e fama sui motori di ricerca.

Simona Esposito

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