Governo, Bossi: “Parliamo con Napolitano ma…”

ROMA – Al Quirinale, per il momento, non è ancora intervenuta alcuna richiesta di incontro da parte del presidente delConsiglio, Silvio Berlusconi, e del leader della Lega Umberto Bossi. Dal Colle arriva una secca precisazione dopo la notastilata al termine del vertice di Arcore 1 di ieri sera che annunciava la salita al Quirinale del premier deciso a chiedere la rimozione di Fini dalla poltrona di presidente della Camera. Umberto Bossi, però, insiste: “Bisognerà aspettare qualche giorno, quando si troveranno gli “incastri” che lo renderanno possibile, poi chiederemo un incontro a Napolitano”. Torna a spingere sull’acceleratore il leader leghista: “‘Meglio andare subito al voto. Stare nel pantano non sta bene. In questi giorni sapremo cosa fare dopo aver incontrato Napolitano”. E a chi gli chiede se sono possibili dimissioni di massa dei  paarlamentari della Lega e del Pdl. Bossi replica con un cenno come a dire a dire, ‘più o meno…’.
“Fini non si dimette”. “La decisione di Berlusconi e Bossi di chiedere formalmente le dimissioni di Fini è politicamente inaccettabile e grave sotto il profilo istituzionale, violando il principio costituzionale della separazione tra poteri” taglia corto Italo Bocchino. “La richiesta di Berlusconi e Bossi è strumentale, irrituale e irricevibile ed è gravissima sotto il profilo istituzionale, considerato che la terzietà riguarda il ruolo e non la personalità politica, riguarda la conduzione del ramo parlamentare presieduto e non la libera espressione dei propri convincimenti politici” dice il capogruppo di Fli.
Bersani: “Le istituzioni non sono a loro disposizione”. Anche l’opposizione critica la scelta del premier: “Bossi e Berlusconi non hanno a disposizione le istituzioni. Si devono mettere in testa questo piccolo particolare” dice il segretario del Pd, Pierluigi Bersani. Replica immediata del Pdl: “Non ascolteremo la voce ispirata a difesa dei principi imperituri della costituzione perché sono dominati dalla strumentalizzazione politica e dalla disonestà intellettuale” dice il ministro Sandro Bondi. Mentre Antonio Di Pietro “consiglia” Berlusconi: “Salga pure al Colle, ma per dimettersi”.
Via al vertice a palazzo Grazioli.  E’ iniziato da pochi minuti a Palazzo Grazioli, il vertice del Pdl. Con il presidente del Consiglio sono riuniti i ministri Franco Frattini, Elio Vito, Sandro Bondi, Altero Matteoli, Ignazio La Russa, Angelino Alfano, oltre a Fabrizio Cicchitto, Gaetano Quagliariello, Gianni Letta, Paolo Bonaiuti, Maurizio Gasparri e Denis Verdini.
Il Secolo “lascia” il Pdl.  ‘Il Secolo’ non è più il “quotidiano del Pdl”. La ‘dicitura’, come scrive il direttore Flavia Perina, che compariva sotto la testata del quotidiano è stata cancellata. “Ci chiedevamo dal 29 luglio se avesse ancora un senso la dicitura che stava sotto la nostra testata ‘quotidiano nel Pdl’ perchè dopo il documento di espulsione delle idee di Fini dal Pdl era per noi evidente che quella didascalia non valeva più. Cancellarla anche formalmente oggi, nella prima edizione dopo Mirabello, è un tributo alla chiarezza”.
Avvenire contro il voto. Una corsa al voto anticipato “sarebbe solo in apparenza una risposta chiarificatrice, in realtà nasconderebbe una fuga dalle responsabilità”. E’ quanto sostiene il quotidiano dei vescovi italiani ‘Avvenire’. “La tentazione di puntare tutto su una ordalia in forma di verifica del consenso è rischiosa. Ancora una volta si andrebbe ‘davanti al popolo’ solo sulle intenzioni, senza farsi carico della difficile responsabilità dell’attuazione degli impegni assunti e dei progetti necessari”, scrive il giornale.

Fonte: Repubblica.it

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