Giulio Andreotti come primo fautore della “quote rosa”

Giulio Andreotti è stato un politico, scrittore e giornalista italiano. È stato uno dei principali esponenti della Democrazia Cristiana, protagonista della vita politica italiana per tutta la seconda metà del XX secolo. Wikipedia

Giulio Andreotti è stato un politico, scrittore e giornalista italiano. È stato uno dei principali esponenti della Democrazia Cristiana, protagonista della vita politica italiana per tutta la seconda metà del XX secolo. Wikipedia

Giulio Andreotti sembrerebbe l’antitesi umana del cambiamento, l’immobilismo monolitico: eppure è stato uno dei presidenti del consiglio più attivi e innovativi della “Prima Repubblica”, numerose riforme sono state attuate dai suoi governi ed alcune totalmente sottotaciute (in nome di un “clichè” d’immobilismo da difendere a tutti i costi).
Ultimamente si è parlato tanto di “quote rosa” e di “pari opportunità”: Giulio Andreotti fu il primo capo del governo ad ammettere una donna tra i suoi ministri, una gran donna.

Tina Anselmi fu innanzi tutto una partigiana: funse da staffetta a comando Gino Sartor, prese la decisione dopo aver visto impiccati dei partigiani comunisti.
Laureatasi all’università “Cattolica” di Milano, intraprese parallelamente il mestiere di maestra elementare e quello di politica, scalando i gradini del potere con estrema velocità: dirigente del sindacato tessile e in seguito dirigente di quello delle maestre, leader dei giovani democristiani, membro dell’Unione Europea femminile( a 36 anni), esponente del consiglio nazionale democristiano ed infine deputata nel 1968, a 41 anni ( lo fu ininterrottamente fino al 1992).

Dopo essere stata sottosegretaria per tre mandati, il 29 luglio del 1976 fu nominata ministro del lavoro( a 49 anni) nel terzo governo di Giulio Andreotti, quello definito della “non sfiducia” (ovvero la storica astensione del Pci in aula): il primo ministro femminile della storia della repubblica italiana.

A dispetto della classica tipologia conservatrice democristiana, Tina Anselmi promulgò leggi coraggiose: nel 1977 fu la prima politica ad imbastire la legge sulle pari opportunità (cavalcando la tigre del movimento femminista di quegli anni) e, a capo del ministero della sanità, fu una delle ideatrici del “Servizio Sanitario Nazionale”, nel 1978.
Nel 1981 si sobbarcò un compito assai duro: fu presidente della commissione sulla loggia P2, i cui lavori terminarono nel 1985.

Destò qualche sospetto il fatto che non fosse sposata, altro atto d’anti-conformismo per una donna di quegli anni: Maurizio Costanzo durante la trasmissione “Bontà loro”, destò scandalo, quando durante un’intervista le chiese i motivi del nubilato.

La sua forza non è passata inosservata: numerose personalità la volevano al Quirinale, sia nel 1992 e sia nel 2006: la prima candidatura fu promossa dal giornale “Cuore”, il cui orientamento di sinistra la dice lunga sulla popolarità bipartisan di Tina Anselmi.

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