Cuore e cervello, la difficile relazione che solo un gamberetto puo’ comprendere

La Caridea è un animale fortunato, ha superato il dualismo fra ragione ed emozioni

La Caridea è un animale fortunato, ha superato il dualismo fra ragione ed emozioni

…Ed arriva un giorno della settimana in cui il tuo caporedattore a buona ragione ti chiede resoconto della tua ricerca settimanale, sintetizzando il tutto in “Allora,  oggi di cosa parlerà il tuo articolo?”. Spesso arrivato quel giorno, guardi la pagina bianca e pensi a cosa poter scrivere, scarti il gossip, la serie A, l’Imu e l’Ici perchè sei già abbastanza triste e ti dedichi al titolo della tua rubrica : “E’ vero che?”. La sindorme da tabula rasa ti pervade ed il tuo cervello riesce solo a concentrarsi su altro ma certo non puoi scrivere dei tuoi problemi, hai quindi un’illuminazione : Cercare su Google la parola chiave: “E’ vero che?” Scopri così, fra i primi risultati, che i gamberetti hanno il cuore nella testa. Bene, a questo punto il problema è risolto, oggi si parla di gamberi.

La Caridea è un animale fortunato, inconsapevolente ha superato l’atavico dualismo fra ragione ed emozioni.

Forse sott’acqua non vigono le stesse leggi ma sulla terraferma il trambusto e lo stress pare abbiano costretto il cuore a restare in un angolo nascosto, la rincorsa al potere, al successo , al bene materiale, alla conquista di un posto di rilievo nella società mettono le persone in condizione di dover affrontare incontri e confronti in maniera mirata e superficiale, schiavi di bisogni e fantasmi,  la nostra mente s’insinua sempre più nelle zone basse, verso i polmoni  tentando di prendere il posto del cuore, senza avvicinarlo, solo, prova a subordinarlo.

Prestando attenzione al linguaggio del corpo si riesce ad oltrepassare la coltre dell’apparenza per scovare le emozioni nascoste, cercare con gli occhi un ponte di comunicazione diretto con la parte più intima, che senza controllo parla attraverso di noi. L’emozione è una questione privata, da tenere sotto controllo, a volte appare scomoda, altre smentirebbe in un attimo quello che comunichiamo attraverso la parola, palesarla rischierebbe di farci deviare dal percorso che razionalmente ci conduce all’obiettivo; è una smania di potere sul prossimo che talvolta travalica il rispetto.

Come su un campo da gioco ci muoviamo attraverso le difficoltà, mettendoci costantemente alla prova; la televisione ci offre quotidiani esempi di dibattiti che mirano alla sola supremazia verbale al fine di poter affermare “Io ho ragione, tu torto.”  Chi realmente puo’ dirsi vincitore? Un buon approccio ad una sana via di mezzo ci è dato dall’analisi sulla Intelligenza emotiva, studiata nello specifico da P. Salovey e J. Mayer intorno al 1990:

“Gli individui dotati di buona consapevolezza di sé non tendono a reprimere i loro vissuti emotivi, che continuerebbero ugualmente a produrre i loro effetti ma, al contrario, fanno il primo passo verso la gestione efficace delle proprie emozioni mediante un’attribuzione di significato a ciò che gli accade, resa possibile dalla mediazione operata dal linguaggio con cui definiamo quello che proviamo.”

Ecco; anche ad una veloce analisi, appare quasi evidente che la mancanza di un contatto fra cuore e mente vada a discapito della qualità stessa della vita, forse è per questo che Il cuore di un gamberetto è così vicino alla testa.

Fiorella Quarto

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