Capita che i cittadini, sfiancati dalle lotte per la tutela della propria salute e quella del proprio territorio, si sentano presi in giro da chi, rappresentante dell’Istituzione, dovrebbe garantire il rispetto delle norme, in nome del bene comune. Capita quando, il rappresentante dell’Istituzione, recatosi ad incontrare i cittadini sul campo delle loro battaglie, incorre in considerazioni erronee o poco chiare. E’ capitato qualche tempo fa al Ministro della Salute Balduzzi il quale, venuto in Campania per un confronto con la cittadinanza in merito alla problematica dei roghi tossici e dell’inquinamento dei terreni, prima dichiarò che le migliaia di morti per cancro in regione erano probabilmente causate da un eccessivo utilizzo di sigarette e da alimentazione sregolata, poi fu costretto a scusarsi dinanzi alla quantità di documentazione prodotta dai Comitati che si battono, da anni, contro i roghi tossici.
Si tratta di incidenti nei quali i malcapitati e disinformati politici posso incorrere in qualsiasi momento (Balduzzi, dinanzi alla platea aversana, redarguì il suo staff: “Ma queste cose non me le avete mai dette…”), incidenti di percorso che diventano occasione di accesa polemica e presa in giro ai danni della popolazione quando si ripetono incessantemente.
Questa volta è toccato al nuovo Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che in visita a Napoli ha dichiarato che l’elevato numero di decessi per tumore in regione Campania sarebbe dovuto non ai roghi tossici che ammorbano l’aria e infestano i polmoni dei cittadini, bensì da condotte di vita scorrette.
“In Campania non si muore per i roghi tossici ma per gli stili di vita scorretti dei napoletani” è la tesi sostenuta dal ministro Lorenzin. Insomma… nuovo governo, stessa storia.
Inevitabile, è scoppiata la polemica: la frase rimbalza da giorni sui social network, mentre i comitati che si battono contro i roghi tossici non hanno perso tempo ed hanno già inviato missive alla ministra, con l’invito a riflettere sulla tesi sopraesposta e fare un passo indietro.
Angelo Ferrillo, ideatore e responsabile del movimento “Terra dei fuochi” che, da diversi anni, documenta l’incredibile numero di roghi tossici che ogni giorno avvelena il territorio campano, ha posto alle istituzioni una banale domanda: “Se il fumo di sigaretta anche passivo è accertato che provoca il cancro, cosa provoca quello di copertoni misto ad amianto e rifiuti speciali di ogni genere? Di questo dovrebbe rispondere un ministro della Salute”. E don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano impegnato nella lotta per la tutela e la salute del proprio territorio, ha ribadito: “in Campania il cancro miete più vittime per gli «stili di vita» dei cittadini che fumano troppo, si alimentano male e non fanno prevenzione. Ci alimentiamo male. Sfido io. Con quello che producono le nostre terre, come potremmo alimentarci bene? E l’aria ammorbata dai roghi tossici che siamo costretti a respirare non è forse peggio del tabacco? E l’acqua proveniente dalle falde già inquinate?”.
Il Coordinamento Comitati Fuochi non si ferma alla protesta: nel comunicato stampa diramato sottolinea le diverse aree d’intervento ed azioni correlate, spettanti a ciascun Ministero coinvolto nella gestione della problematica, per iniziare a risolvere, con operazioni concrete il problema dell’inquinamento delle terre campane, dello sversamento illegale dei rifiuti speciali e della loro conseguente eliminazione con migliaia di roghi che, ogni giorno, rendono irrespirabile l’aria delle nostre città. Il Ministero degli interni, si legge, deve garantire il controllo e il presidio del territorio; il Ministero della Giustizia deve garantire massimo rigore per i reati ambientali; il Ministero dell’Ambiente deve bloccare qualsiasi flusso di ingresso in Campania dei rifiuti industriali, deve garantire la tracciabilità dei rifiuti pericolosi e metodi sicuri di smaltimento a basso costo dell’amianto e degli scarti industriali delle aziende campane a nero. Inoltre, dovrà garantire le bonifiche, appena saranno definitivamente fermati gli sversamenti, per risanare i territori. Infine, il Ministero dell’Agricoltura deve garantire la tutela dei terreni sani con un marchio di qualità dei prodotti ed il Ministero della Salute deve avviare studi tossicologici seri ed agevolare e sostenere il serio avvio del registro tumori della Campania.
È evidente, il lavoro da fare è davvero tanto: ce n’è per tutti. Si spera che le Istituzioni aprano gli occhi, si rimbocchino le maniche ed inizino a lavorare per la salute dei cittadini campani.
Sara Di Somma
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