Totoministri, ecco chi sono i 21 estratti

Enrico Letta, presidente del Consiglio

Enrico Letta, presidente del Consiglio

Filippo Patroni Griffi: 57 anni, napoletano, dopo una brillante carriera da magistrato che l’ha più volte visto a capo di gabinetto per vari ministeri e durante ben 3 legislature, e già ministro della funzione pubblica nel Governo Monti, con Letta sarà sottosegretario alla presidenza del Consiglio.

Angelino Alfano: non poteva certo mancare la sua figura di spicco del Pdl nel neonato governo Letta, e ovviamente, in un ruolo di grande responsabilità come quello di vice presidente del consiglio nonché ministro dell’Interno. Angelino non ha bisogno di presentazioni: dopo aver ricoperto l’incarico di assistente personale, poi ministro della giustizia e infine segretario di partito per Mister B., arrivando addirittura a minacciargli il posto, le aspettative su quale sarà il suo operato al governo fioccano come neve a Natale.

Emma Bonino: ex deputata ed ex Commissario Europeo nonché vicepresidente del Senato fino al 2013,  figlia del partito Radicale, già ministro delle Politiche europee dal 2006 al 2008, da Letta è stata scelta come ministro degli esteri, anche se molti l’avrebbero voluta presidente della Repubblica per la sua esperienza e passione politiche, la brillante carriera in politica e la forza d’animo nel portare avanti battaglie per i diritti civili e l’emancipazione femminile.

Massimo Bray: pugliese verace, 54 anni, ex direttore editoriale della Piccola Treccani e presidente della fondazione “La Notte della Taranta”, la cui mission è esportare i suoni salentini della pizzica e della musica popolare in tutto il mondo, non poteva essere che lui il prescelto per amministrare il dicastero della Cultura, pur trattandosi di un neoeletto. D’ora in avanti lo vedremo destreggiarsi tra la direzione della rivista Italianieuropei, il lavoro di blogger per l’edizione italiana dell’Huffington Post, la pizzica e, naturalmente, la gestione del ministero delle Attività Culturali.

Anna Maria Cancellieri: arriva al ministero della Giustizia dopo la nomina alle elezioni presidenziali nella lista Monti. Prefetto in svariate città italiane (da Brescia a Catania) ma romana d’origine, è già stata ministro (dell’Interno) nel governo tecnico del Professore, occasione in cui ha condotto una silenziosa ma forzuta battaglia contro le mafie, riscuotendo l’apprezzamento di Roberto Saviano. Ammirata per la sua integrità professionale, che l’ha sempre tenuta lontana dalla politica, alla fine ha ceduto alle lusinghe di chi la voleva nell’esecutivo. Chissà cosa penseranno i suoi ammiratori dopo questa seconda candidatura.

Maria Chiara Carrozza: una dei giovani  eletti del Pd a entrare nell’esecutivo come ministro dell’Istruzione, ha 47 anni, due figli, una laurea in Fisica e un dottorato in Bioingegneria. La nomina al ministero non è la prima tappa che Maria Chiara raggiunge in tempi anagraficamente ristretti: nel 2007 è stata il più giovane rettore italiano, eletta al Sant’Anna di Pisa. “Una riforma per il reclutamento di docenti e ricercatori che si basi sul concetto di responsabilità” è quello che secondo la neo-ministra serve per riformare l’Università (dichiarazione rilasciata durante un’intervista a Le Scienze nel 2010). Staremo a vedere come metterà in atto questo proposito, sempre che intanto non sia cambiato.

Fabrizio Saccomanni: doveva succedere a Draghi, poi invece di governatore è stato riconfermato direttore generale alla Banca d’Italia, dove lavora dal ’67. Brillante economista, ha previsto i modi della crisi economica in un libro del 2006 (Tigri globali e domatori nazionali), ed è uno dei saggi nominati da Napolitano; dirigerà il ministero dell’Economia.

Flavio Zanonato:  vecchio lupo della politica, iscritto al Pci durante il ’68 e naturalmente confluito più tardi nel Pd, fu sindaco di Padova, sua città natale, negli anni ’90. Uomo simbolo della sinistra, da sempre impegnato nella battaglia a favore della legalità, chiacchierato negli ultimi anni per la costruzione del muro anti immigrati di via Anelli, sarà ministro dello Sviluppo Economico.

Enrico Giovannini: presidente dell’Istat dal 2009 e presidente della Commissione Economica per l’Europa delle Nazioni Unite dal 2011, è uno dei saggi scelti da Napolitano per indicare le linee guida anticrisi. Anche Mario Monti lo convocò per studiare il taglio dei costi della politica e degli stipendi dei parlamentari italiani, con una mezza idea di allinearli a quelli del resto d’Europa. All’epoca Giovannini non è riuscito nell’impresa succitata; da ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali dovrebbe avere maggiori chance, oltre che un bel cumulo di responsabilità, ereditate direttamente dal polso d’acciaio di Elsa Fornero.

Mario Mauro: dal Pdl a Scelta Civica, con Letta sarà ministro della Difesa. Nominato come saggio da Napolitano e già parlamentare europeo, è noto per aver lasciato il Pdl con un discorso molto critico nei confronti dell’ultima ricandidatura di Berlusconi.

Maurizio Lupi: Laureato in Scienze Politiche, politicamente confluito dalla Dc a Forza Italia, con cui entra alla camera nel 2001, e successivamente nel Pdl. I suoi trascorsi politici nella Democrazia Cristiana e la laurea all’università Cattolica di Milano hanno contribuito a fare di lui un “moderato”. Fu lui a invitare i parlamentari cattolici a sospendere il giudizio morale sul caso Ruby, affermando che Berlusconi sarebbe stato giudicato dal tribunale dei cittadini. E magari anche da quello divino. Dalla vicepresidenza della Camera Lupi approda adesso al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Beatrice Lorenzin: creatura esemplare del berlusconismo 2.0, da Ostia al Campidoglio il passo per lei è stato breve. Coordinatore nazionale di Forza Italia-Giovani per la Libertà ed eletta alla Camera nel 2008 nella lista Pdl, la sua è stata una carriera fulminea che dal consiglio municipale di Ostia l’ha vista proiettata prima come avversaria di Zingaretti alla Regione Lazio, e poi in Parlamento. Qui Beatrice Lorenzin è stata scelta, bella, bionda, giovane (42 anni) sana e pidiellina, per ricoprire la carica di ministro della Salute.

Andrea Orlando: 44enne di La Spezia, cocco di Fassino all’epoca della sua segreteria, voleva Renzi premier. Considerato uno dei diplomatici del Pd, chiamato a gestire incarichi delicati proprio per questa sua capacità di mediazione, sarà ministro dell’Ambiente.

Nunzia De Girolamo: 37enne pidiellina, è lei la più giovane ministra di questo esecutivo. Laureata in Giurisprudenza è entrata in politica nel 2007, e da quel di Benevento è approdata direttamente alla Camera appena un anno dopo, eletta nelle liste del Pdl. Anche la sua, come quella di Beatrice Lorenzin, si può definire una carriera lampo: nel 2011 però De Girolamo è scesa a patti col “nemico”, sposando Francesco Boccia, deputato Pd, con cui ha avuto, nel 2012, una bambina. A lei toccherà “solo” il ministero delle Politiche Agricole.

Enzo Moavero Milanesi: discendente di Ferdinando Bocconi, dopo la laurea alla Sapienza studia in Belgio e in Texas, poi intraprende la carriera militare nella Guardia di Finanza, fino a raggiungere il grado di tenente. Un’esperienza che deve averne forgiato il carattere, forte e impenetrabile. Professore di diritto dell’UE alla School of Governement della Luiss, aveva già lavorato con Ciampi e Amato al governo. Candidato (ma non eletto) al Senato con Scelta Civica di Monti, e tra i saggi scelti da Napolitano, resta ministro per gli Affari Europei.

Graziano Delrio: cattolico del Pd, renziano, fautore dell’intesa tra Renzi e Letta, è stato sindaco di Reggio Emilia. Fondatore e presidente dell’associazione La Pira Onlus, è poi stato eletto presidente dell’Anci, associazione comuni italiani, carica che potrebbe cedere a Renzi con l’ingresso al Ministero degli Affari Regionali. Dividerà la politica con l’attività di medico e i suoi 9 figli.


Carlo Triglia: siracusano, 62 anni, anche lui come Bray conosciuto in seno alla Fondazione dalemiana di Italianieuropei, professore di sociologia economica all’Università di Firenze e collaboratore del Sole 24ore, sarà ministro per la Coesione Territoriale.

Cécile Kyenge: primo ministro (dell’Integrazione) di colore della storia della Repubblica italiana, medico, 49 anni, congolese di nascita ma cittadina italiana. Entra in politica a Modena nel 2004 con i Ds, poi diventa responsabile regionale Emilia Romagna delle politiche dell’imigrazione del Pd. Impegnata sul fronte dei diritti di cittadinanza, collaboratrice di Corriere Immigrazione, attribuisce una parte del merito della sua carriera al lavoro svolto con Livia Turco e il Forum Immigrazione del Pd. Si professa portavoce di una politica fatta all’interno del partito. Bisognerà vedere quanto la Lega all’opposizione gliela lascerà esportare.

Josefa Idem: canoista, tedesca di nascita, ha partecipato alle ultime 8 olimpiadi vincendo il primato di donna che ha disputato in assoluto più gare olimpiche, vincendo ben 38 medaglie. Italiana dal 1990 grazie al matrimonio con  Guglielmo Guerrini, suo allenatore, dopo lo spot per la Ferrero e il ritiro dalla pratica agonistica, nel 2012 si candida e viene eletta alle primarie del Pd. Il ministero dello Sport e delle Pari Opportunità potrebbe, sotto la sua gestione, andare incontro a una consistente virata, soprattutto a favore dei giovani.

Giampiero D’Alia: vicepresidente vicario di Scelta Civica di Monti, in passato sottosegretario del ministero dell’Interno con il terzo mandato di Berlusconi, nasce politicamente nell’Udc sulle orme del padre Salvatore, deputato della Dc siciliana. Noto per aver varato un emendamento al decreto sicurezza web del 2009 (poi ritirato per le proteste degli internauti) che imponeva la cancellazione dei contenuti che istigavano alla delinquenza o inneggiavano ai boss mafiosi, e per questo stesso motivo probabilmente inviso a Grillo, sarà ministro per la Semplificazione.

Gaetano Quagliariello: inserito nel team dei dieci saggi da Napolitano, ha destato subito scalpore un suo tweet in cui il ministro per le Riforme Istituzionali si chiedeva se a rallentare il suo jogging quotidiano fosse il peso della “saggezza” o l’abbacchio mangiato la sera prima. Dividerà il suo tempo tra l’incarico al Dicastero e la cattedra di Storia Contemporanea alla Luiss.

Dario Franceschini: uscito vivo dopo l’assalto dei supposti grillini, appostati fuori al ristorante romano in cui il deputato Pd stava cenando la sera della rielezione di Napolitano, la sua militanza politica inizia, come quella di Letta, con la Dc, per poi subire una virata a sinistra. Fondatore della Margherita nonché capogruppo dell’Ulivo alla Camera nel 2006, per il Pd è stato segretario di partito e sottosegretario alla presidenza del consiglio con D’Alema e Amato, poi vice di Veltroni. Gestirà i Rapporti con il Parlamento e, nei tempi morti, potrebbe continuare a coltivare la sua nuova passione: la scrittura.

82

Il governo Letta: chi sono i 21 ministri

Dal vicepremier e ministro dell’Interno Angelino Alfano fino a quello per lo Sport e le pari opportunità Josefa Idem. I ritratti dei 21 ministri del governo Letta e del sottosegretario alla presidenza Filippo Patroni Griffi di CONCITA DE GREGORIO, a cura di ALESSIO SGHERZA

Ministero Sesso Età Provenienza Professione e cariche Titolo di studio
ENRICO LETTA
videobiografia
Presidente del Consiglio M 46 Pd Deputato, vicesegretario Pd Laurea in scienze politiche
FILIPPO PATRONI GRIFFI
biografia
Sottosegretario alla Presidenza
del Consiglio dei ministri
M 57 Tecnico Magistrato Laurea in giurisprudenza
ANGELINO ALFANO
biografia
Vicepremier
e ministro dell’Interno
M 42 Pdl Avvocato, deputato, ex ministro Laurea in giurisprudenza
EMMA BONINO
biografia
Esteri F 65 Radicali Deputata, ex commissario Ue Laurea in economia
MARIO MAURO
biografia
Difesa M 51 Scelta civica Parlamentare Ue Laurea in filosofia
ANNA MARIA CANCELLIERI
biografia
Giustizia F 69 Tecnico Prefetto Laurea in scienze politiche
FABRIZIO SACCOMANNI
biografia
Economia M 70 Tecnico Dir. generale Bankitalia Laurea in economia
FLAVIO ZANONATO
biografia
Sviluppo economico M 62 Pd Sindaco di Padova Diploma di perito industriale
ENRICO GIOVANNINI
biografia
Lavoro e politiche sociali M 56 Tecnico Presidente Istat Laurea in economia
MAURIZIO LUPI
biografia
Infrastrutture e trasporti M 53 Pdl Vicepresidente Camera Laurea in scienze politiche
MASSIMO BRAY
biografia
Beni e attività culturali M 54 Pd Direttore Treccani Laurea in lettere e filosofia
MARIA CHIARA CARROZZA
biografia
Istruzione e università F 47 Pd Deputata, ex rettore Scuola S.Anna di Pisa Laura in ingegneria
BEATRICE LORENZIN
biografia
Salute F 42 Pdl Deputata Diploma di liceo classico
ANDREA ORLANDO
biografia
Ambiente M 44 Pd Deputato Diploma di liceo scientifico
NUNZIA DE GIROLAMO
biografia
Politiche agricole F 37 Pdl Deputata Laurea in giurisprudenza
ENZO MOAVERO MILANESI
biografia
Affari europei M 58 Scelta civica Docente universitario, già ministro Laurea in giurisprudenza
GRAZIANO DELRIO
biografia
Affari regionali M 53 Pd Medico, sindaco di Reggio Emilia Laurea in medicina
CARLO TRIGILIA
biografia
Coesione territoriale M 61 Pd Sociologo, docente universitario Laurea
CÉCILE KYENGE
biografia
Integrazione F 48 Pd Medico, parlamentare Laurea in medicina
JOSEFA IDEM
biografia
Sport e pari opportunità F 48 Pd Campionessa olimpica Diplomata in lingue
GIAMPIERO D’ALIA
biografia
Pubblica amministrazione e semplificazione M 46 Scelta civica Avvocato e parlamentare Laurea in giurisprudenza
GAETANO QUAGLIARIELLO
biografia
Riforme costituzionali M 53 Pdl Parlamentare e docente universitario Laurea in scienze politiche
DARIO FRANCESCHINI
biografia
Rapporti con il parlamento M 54 Pd Avvocato, parlamentare Laurea in giurisprudenza
Lo leggo dopo

FILIPPO PATRONI GRIFFI
NAPOLETANO, classe 1955, è presidente di Sezione del Consiglio di Stato. Era ministro della Funzione pubblica nel governo Monti. Ora diventa sottosegretario, ma in un ruolo chiave. Uomo delle istituzioni, nel suo cursus honorum, ha ricoperto a lungo il ruolo di capo dell’Ufficio legislativo del ministero della Funzione pubblica con i ministri Cassese, Motzo, Bassanini e Frattini. È stato inoltre capo di gabinetto del ministro per le Riforme Istituzionali Giuliano Amato, nel governo Prodi, capo di gabinetto della Funzione pubblica con il ministro Renato Brunetta e capo del Dipartimento affari giuridici e legislativi della Presidenza del Consiglio nel secondo governo Prodi. Dal 1989 al 1996 segretario generale dell’Associazione Magistrati del Consiglio di Stato. Dal 1997 al 1999 e dal 2008 al 2011 è stato presidente della stessa Associazione.

ANGELINO ALFANO
43 ANNI, di Agrigento. Dopo tante amarezze patite in campagna elettorale (fai il candidato premier tu, no scherzavo non sei capace lo faccio io) il delfino di Silvio Berlusconi — in origine suo assistente personale, quindi suo ministro della Giustizia, infine segretario del suo partito — arriva finalmente alla guida del governo per quanto come numero due. Vicepremier e ministro dell’Interno. Nasce dc, emerge nella Forza italia siciliana e succede a Miccichè come coordinatore. Berlusconi lo chiama a Roma, gli assegna una stanzetta vicina alla sua, dopo qualche anno il ministero di via Arenula. Lì vara il ‘lodo Alfano’ sulla sospensione dei processi, lodo poi dichiarato illegittimo dalla Consulta. Alla vigilia della rielezione di Napolitano era indicato come vice di un possibile governo Amato. Con Letta premier è, la sua, l’unica posizione rimasta intoccata. Strategica, evidentemente. Il resto ne discende.

EMMA BONINO
NATA a Bra nel ‘48, laureata alla Bocconi, radicale. Un vastissimo movimento d’opinione l’avrebbe voluta presidente della Repubblica. Sará invece ministro degli Esteri. Emma Bonino è uno degli esponenti politici italiani più conosciuti e apprezzati nel mondo. Commissario europeo dal ‘95 al ‘99, ministro delle Politiche europee dal 2006 al 2008, vicepresidente del Senato fino al 2013. Ha attraversato il pianeta in decine e decine di missioni, parla sette lingue fra cui l’arabo. Candidata in politica sia nel centrodestra sia nel centrosinistra. Ha perso le regionali nel Lazio per pochi voti e un non convinto sostegno del centrosinistra. Prese 15 voti per il Colle all’epoca di Ciampi, era tra i nomi proposti dai 5Stelle in queste presidenziali. Laica, protagonista di storiche battaglie civili, sostenitrice dell’emancipazione femminile nel mondo. Contro l’infibulazione, il femminicidio. Donna di grandissima esperienza e ruvida passione.

MARIO MAURO
UNO dei saggi nominati da Napolitano. Nasce alla politica con Comunione e liberazione, poi Pdl, infine Scelta civica. Mario Walter Mauro è di San Giovanni Rotondo, 1961. Laureato in filosofia all’Università Cattolica del Sacro Cuore. Responsabile nazionale per la scuola e l’universita’ con Forza Italia, eletto per la prima volta nel 1999 al Parlamento Europeo. Rieletto nel 2004 ne diventa uno dei 14 vicepresidenti nella legislatura 2004-2009. Nel 2009 viene eletto per il Pdl. Fa attività all’Ocse contro il razzismo la xenofobia la discriminazione religiosa. Nel 2013 passa con Monti in Scelta civica, capogruppo al Senato. Lascia il gruppo Pdl con un discorso all’europarlamento molto critico verso la ricandidatura di Silvio Berlusconi e la sua rinnovata alleanza con la Lega, accolto da una standing ovation dei colleghi stranieri. Sará ministro della Difesa.

ANNA MARIA CANCELLIERI
ROMANA, classe ‘43, due figli. Prefetto. Donna delle istituzioni apprezzata anche per non aver mai ceduto alle lusinghe di una candidatura in politica. Laureata alla Sapienza entra per concorso nell’amministrazione dello Stato. E’ stata prefetto a Vicenza, Bergamo, Brescia, Catania, Genova, Parma e Bologna. Per un anno, dal 2010, a Bologna, anche commissario prefettizio. Alle successive elezioni entrambi gli schieramenti pensarono di candidarla. Lei disse no. Da ministro dell’Interno nel governo Monti ha condotto una silenziosa e ferma battaglia contro le mafie: Roberto Saviano ne ha chiesto pubblicamente la riconferma. E’ stata candidata di bandiera della lista Monti per il Quirinale. E’ arrivata a 78 voti, e per una notte il Pdl ha discusso se sostenerla. Anche parte del centrosinistra l’avrebbe votata. Poteva, volendolo, essere eletta. Succede a Paola Severino alla Giustizia.

FABRIZIO SACCOMANNI
ROMANO, classe ’42, economista. In Banca d’Italia dal ’67, è stato tra i favoriti per la successione a Draghi. Oggi direttore generale. Nato in una famiglia di medici, ha studiato al liceo Mamiani (“giá allora, da ragazzo, leggevo gli articoli di Scalfari sull’Espresso a proposito dell’istituto di via Nazionale, che mi affascinava”), si è laureato alla Bocconi e perfezionato a Princeton. Scrive sonetti, uno lo dedicò a Ciampi per i suoi 70 anni, ama il Belli. Ha pubblicato nel 2002 “Tigri globali e domatori nazionali” in cui ha anticipato i modi della crisi economica mondiale. E’ stato cinque anni, dal ’70, al Fondo monetario internazionale, poi di nuovo in Bankitalia al Servizio Studi, infine alla direzione generale. Molto stimato da Napolitano, era tra i nomi indicati per guidare un possibile “governo del presidente”.

FLAVIO ZANONATO
PADOVA, 1950. Flavio Zanonato nasce in una famiglia di “forti ispirazioni cattoliche”. Cresce in un quartiere popolare, si diploma perito industriale e durante le lotte studentesche si iscrive al Pci. Diventa consigliere comunale e segretario provinciale. A Botteghe Oscure lo nominano direttore del settore immigrazione ed emigrazione. Vent’anni fa diventa per la prima volta sindaco di Padova. Secondo mandato due anni dopo. Sconfitto nel ’99 al ballottaggio. La sua battaglia per la legalità, anche a prezzo di assumere posizioni controcorrente sugli immigrati, ne fa un simbolo della sinistra di governo. Per frenare lo spaccio arriva a costruire un muro antispacciatori. Gli piace a giocare a scacchi e andare in montagna, dove ieri lo ha raggiunto la telefonata che gli annunciava che sarò ministro dello Sviluppo economico.

ENRICO GIOVANNINI
UN ALTRO dei saggi di Napolitano. Romano, 56 anni, presidente dell’Istat. All’indomani della rielezione c’era ancora chi scommetteva che il Presidente avrebbe incaricato lui. Uomo di numeri, equidistante e “oggettivo” per mestiere pareva essere il candidato ideale ad un governo a bassa intensitá politica. Le cose non sono andate così, ma Giovannini è rimasto fin dal principio, dentro il palinsesto di governo di larghe intese, nella casella cruciale del Lavoro. Laureato alla Sapienza insegna a Tor Vergata ed è membro del “club of Rome”. Ha scritto molti libri di analisi, ha una particolare attenzione alla vulnerabilità sociale”. Nel ministero che lascia Elsa Fornero gli tornerà molto utile. A cominciare dagli esodati passando per gli inoccupati, i precari, i flessibili e i non rappresentati, la nuova classe operaia dei call center e le partite iva, i giovani senza prospettiva di impiego e i sottoimpiegati.

MAURIZIO LUPI
MILANESE, nato nel 59, tre figli. Laureato in scienze politiche all’universita Cattolica del sacro cuore. Esponente di Comunione e liberazione, esordisce alla politica nella Dc. Entra alla Camera nel 2001 con Forza Italia. Tifoso del Milan, fa jogging e organizza maratone di corsa fra parlamentari. Molto assiduo nei talk show televisivi, meno incline alla rissa di molti colleghi di partito e perciò considerato moderato. In occasione del richiamo del cardinale Bagnasco ai politici sui temi della moralità scrisse una lettera ai parlamentari cattolici invitandoli a “sospendere il giudizio morale” sul caso Ruby. Disse in quell’occasione che Berlusconi come ciascun politico sarebbe stato “giudicato dal tribunale dei cittadini”. Ha tenuto a battesimo Magdi Cristiano Allam. È stato vicepresidente della Camera, ora ministro per le Infrastrutture e Trasporti.

MASSIMO BRAY
IL NUOVO ministro della Cultura è direttore della rivista dalemiana Italianieuropei, pubblicazione della Fondazione, lavora alla Treccani, è pugliese di Lecce. 54 anni, Laureato in lettere e filosofia a Firenze, è un neoeletto del Pd. Nel 1991 entra all’Istituto dell’Enciclopedia Italiana fondato da Giovanni Treccani, come redattore responsabile della sezione di Storia moderna dell’Enciclopedia La Piccola Treccani. Nel 1994 ne diviene il direttore editoriale. Presiede il consiglio d’amministrazione della Fondazione “La Notte della Taranta”, che organizza il più grande festival europeo di musica popolare, dedicato al recupero della pizzica salentina e alla fusione con altri linguaggi musicali. «Sono troppo commosso per non rimandare a più tardi il mio ringraziamento per l’onore ricevuto» ha commentato su Twitter la sua nomina.

Riproduzione Riservata ®

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...
Ti piace questo articolo? Condividilo: