Napoli secondo Terry Gilliam, tra cinema e pasta

The Wholly Family, il corto di Terry Gilliamo prodotto da Pasta Garofalo, andrà in onda da lunedì 30 maggio e fino a luglio sui canali Sky Cinema e Fox

“Caos, bellezza e paura”. Terry Gilliam descrive così la Napoli immortalata nel suo ultimo lavoro “The Wholly Family”, la storia di una famiglia perduta che ritrova sorriso e armonia a contatto con l’umanità strana ma accogliente della città partenopea, la vera protagonista del corto. Napoli con le sue mille forme, i suoi colori, ricca di fascino ma anche misteriosa ed inquietante è la città che forse più di ogni altra si presta ad essere raccontata nelle sue contraddizioni dall’immaginario visivo di Gilliam fatto di inquietudini, situazioni fantasiose, assurde e irreali che rapiscono e affascinano il suo pubblico. L’Ospedale delle bambole e quello degli Incurabili, Spaccanapoli, San Gregorio Armeno, il Succorpo Vanvitelliano, la zona flegrea con la Casina Vanvitelliana di Bacoli e le Grotte della Sibilla di Cuma. Dai luoghi simbolo della Napoli popolare ai suggestivi panorami naturali, dagli stereotipi napoletani dei vicoli brulicanti alla monnezza, non manca proprio nulla in The Wholly family. E non manca il personaggio simbolo della città, Pulcinella, trasformato dal visionario regista in una figura inquietante e caotica, incarnazione degli estremi, magico e pericoloso, buono e cattivo allo stesso tempo. Protagonista della storia è una giovane – e litigiosa – coppia italo-americana in viaggio a Napoli. Lei (Cristiana Capotondi) è una mamma severa e apprensiva, lui (Douglas Dean) più docile e tranquillo. A subire le tensioni tra i due è il capriccioso figlioletto di 10 anni (l’esordiente Nicolas Connolly) che un po’ per dispetto e un po’ per curiosità  si allontana dai genitori perdendosi nel dedalo di viuzze affollate del centro storico, finendo tra le bancarelle di pastori a San Gegorio Armeno dove ruba una statuetta di pulcinella. Mandato a letto senza cena per punizione, durante la notte Pulcinella prende vita trascinando il piccolo Jack in un viaggio onirico e di redenzione attraverso un mondo magico e spaventoso sulla falsariga di “A Christmas Carol” di Dickens.

Questa favola sospesa tra realtà e fantasia, è soprattutto l’incontro fra due realtà differenti: il cinema e la pasta. The Wholly family è infatti, il quarto cortometraggio d’autore prodotto da Pasta Garofalo che dopo aver vinto il Nastro d’Argento per l’esordio alla regia dell’attrice Valeria Golino con “Armandino e il Madre”, si è rivolta ad un regista di fama internazionale come Terry Gilliam, per continuare nel suo progetto di mettere in immagini per il cinema, i valori di cui il marchio si fa portavoce. L’azienda di Gragnano è stata la prima in Italia a credere e ad investire concretamente nel cinema italiano di qualità. Il connubio tra pasta e cinema è partito qualche anno fa con un progetto organico di product placement. Dal 2006 al 2008, il marchio Garofalo è comparso all’interno di 11 film tutti rigorosamente italiani. L’impegno con il cinema italiano però non si è esaurito con l’attività di posizionamento del proprio prodotto, nel 2008 è iniziata infatti una nuova avventura per il pastificio di Gragnano col finanziamento diretto della produzione di  cortometraggi originali diretti da grandi autori nazionali (Tavaglini, Corsicato, Golino) e stranieri (Gilliam). Non si tratta di advertising classico, ma di piccoli eventi audiovisivi che, nonostante l’insolita casa di produzione, vivono in totale autonomia trovando diffusione tra cinema, tv e internet.

In un periodo in cui il sostegno pubblico alle opere cinematografiche è in “sofferenza”, è interessante la scelta di un’azienda privata di sostenere la cultura italiana facendo del suo impegno per il cinema un tratto caratterizzante della propria brand identity. E come Pasta Garofalo sono tanti i privati che hanno deciso di investire nel cinema. Con la legalizzazione del product placement nel decreto Urbani del 2004, e l’introduzione nella finanziaria del 2008 dei meccanismi di fiscali tax credit e  tax shelter, l’ingresso di capitali privati nella produzione cinematografica è sostanzialmente aumentato. A fronte del continuo calo del FUS che copre l’11% delle risorse totali, il 2010 è stato un anno d’oro per il cinema italiano soprattutto grazie all’aumento degli investimenti privati che hanno raggiunto cifre record nel nostro paese: 276,9 milioni di euro, ovvero il 65,3% delle risorse totali investite nei film. Questo anche grazie al forte ricorso al product placement, utilizzato ad oggi dal 48% dei film italiani, e alle agevolazioni fiscali. Pare insomma che i privati abbiano compreso che investire in un film rappresenta un valore aggiunto per l’impresa garantendo ritorni in termini di promozione e visibilità,  ed è e al tempo stesso una chance di rilancio per l’industria culturale che sganciata dalle logiche dell’assistenzialismo statale è in grado di competere anche sui mercati internazionali dove l’Italia è oggi il secondo produttore europeo dietro la Francia e il settimo al mondo.

 

Enrica Raia

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