Napoli: città deserta per i turisti in visita

Si svuota la città nel mese di punta per il turismo: i visitatori accolti da negozi chiusi per ferie e strade semideserte

Nonostante il pessimo biglietto da visita offerto negli ultimi anni dall’emergenza rifiuti, Napoli continua ad accogliere turisti: è record di arrivi all’aeroporto di Capodichino e – grazie anche agli attracchi delle navi da crociera nel porto cittadino – si prevede che, entro fine anno, saranno circa 1 milione 170mila i visitatori venuti in città. Il calo è di circa 130mila unità rispetto al 2011, tuttavia i numeri fanno ben sperare gli albergatori e coloro che sono attivi nel settore: il solo bus  City Sightseeing ha fatto buona incetta di passeggeri, registrando nell’ultimo mese un +8% di biglietti staccati rispetto ad un anno fa – ben 850 persone sono salite a bordo per un giro in città il giorno di Ferragosto, il Vesuvio è stato scalato da circa 31.000 persone nelle prime due settimane di agosto e il Museo Archeologico Nazionale ha visto accedere alle proprie sale circa il 25% di visitatori in più rispetto all’estate del 2011.

Si direbbe un bilancio positivo per Napoli, tuttavia – come sempre – non sono mancati i disagi: oltre al caldo agostano e ai diversi anticicloni estivi che tanto hanno fatto patire gli italiani, i visitatori sono stati accolti da un’atmosfera quasi surreale. Strade semideserte, negozi chiusi per ferie, trasporto pubblico “a mezzo servizio”. Insomma, in una città che vuole puntare ad accrescere la propria fama e a tornare ad essere una delle mete italiane privilegiate per il turismo internazionale è ancora difficile rinunciare alle tradizionali ferie d’agosto e l’assenza di servizi per i visitatori non ha tardato a farsi notare.

Sembra funzionare l’accoglienza al porto per i crocieristi – oggi la migliore risorsa turistica per la città – effettuata dagli operatori del progetto “Enjoy Napoli” che, attraverso i due infopoint predisposti dalla Camera di Commercio di Napoli, forniscono informazioni utili ai viaggiatori su eventi, mostre, manifestazioni cui partecipare, oltre a distribuire cartine e un vademecum che suggerisce come comportarsi in città: purtroppo il consiglio più gettonato, insieme ai luoghi e ai monumenti da non perdere in una visita a Napoli, è ancora quello di non ostentare denaro, gioielli ed oggetti hi-tech onde evitare l’attenzione di furfanti e scippatori, durante la permanenza.

Tuttavia, chi ha vissuto la città questo mese sa bene che, esclusi i locali ubicati sul lungomare – dove si sono concentrati molti degli eventi di musica e spettacolo previsti per l’estate napoletana – poche sono le attività che hanno resistito alla tentazione delle vacanze al mare. Agosto è ancora il mese agognato per le ferie e la città si è svuotata come ogni anno – anche se, causa crisi economica, sono stati molti di più i napoletani costretti a restare in città. Soprattutto durante le settimane clou del mese vacanziero, i turisti in visita a Napoli hanno ricevuto brutte sorprese: 7 negozi su 10 sono rimasti chiusi, le corse di autobus e metropolitane sono state dimezzate (il numero di autobus funzionanti in città è sceso da 500 a 300 unità) e per i visitatori, c’è stato ben poco da fare in città quando anche i musei hanno ridotto non gli orari bensì gli spazi dedicati alle visite. Il Museo Archeologico Nazionale, ad esempio, ha ospitato i turisti chiudendo, in agosto, ben 16 sale (aperte occasionalmente per visite guidate) e parte di 3 collezioni, permettendo, dunque, un accesso limitato alle 19 sale restanti.

“L’assistenza sicura c’è, come al centro storico  –  lamenta Pietro Russo, presidente di Confcommercio Napoli  –  ma la gente non lo sa. Quest’anno non c’è l’elenco con i servizi garantiti. La disponibilità di punti vendita, bar e ristoranti è tale da consentire ai napoletani e ai turisti in città un agosto tranquillo. Certo, con un maggiore coordinamento, che noi abbiamo sempre offerto, si sarebbe potuto garantire una copertura in tutti i quartieri e per tutti i settori”. Secondo Russo la responsabilità sarebbe del Comune e della crisi economica – che rende dispendiosa l’apertura delle attività commerciali in periodi di carenza di clientela, eppure sovviene il legittimo dubbio che Napoli debba ancora imparare a vivere realmente di turismo.

Sara Di Somma

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