Monti: «Evitato il tracollo dell’Europa»

Il premier nel suo discorso alla fiera del Levante a Bari: «Schivato il precipizio anche se con sacrifici grandi»

«Condividerei le critiche se dimenticassi la sfida che ci siamo trovati ad affrontare», Mario Monti prende subito le fila degli interventi che lo hanno preceduto aprendo la Fiera del Levante a Bari e ricorda la sfida sul campo: «Molte cose fatte hanno sofferto di angustia, ma prese insieme hanno permesso di evitare che l’Italia avesse un tracollo, forse per lungo tempo irreversibile, e con essa l’Europa intera».

E ancora: «Ho molto sinceramente notato e apprezzato sia le espressioni di approvazione rivolte all’azione del governo e, nella stessa misura, le espressioni di critica. Ho ascoltato gli interventi degli esponenti delle classe dirigente diversificate per sensibilità politiche ma nella quale non si può non vedere la grande fierezza dell’appartenere a questa terra».

«Preferisco aver schivato, credo, il precipizio e fatto del nostro Paese una forza viva e creduta, non se credibile ma creduta, dell’Europa. Un Paese che ha molto concorso a dare la svolta, anche a prezzo, mi rendo conto, di grandi, severi sacrifici per i cittadini e le imprese». Poi un accenno alla lotta all’evasione: «Abbiamo intrapreso una guerra di civiltà contro l’evasione fiscale e altre cose che sarebbe riduttivo da considerare fenomeni economici e finanziari ma minano la fiducia verso il vicino, verso il lontano e verso lo Stato».

Infine uno sguardo ai giovani: «Non sarà possibile innescare una crescita duratura» senza contare sul «potenziale immenso» e sulle «conoscenze possedute dai giovani». I giovani oggi sono «una componente inutilizzata o sottoutilizzata, demoralizzata, del capitale intellettuale del Paese, specie qui nel Sud», ha sottolineato il premier. «Da tempo i giovani ricevono e avvertono segnali di disattenzione o rigetto», ha proseguito Monti, tanto che è «maturata in molti giovani la convinzione di non potercela fare con i propri mezzi, di non poter competere ad armi pari con chi ha conoscenze e appoggi». Per il premier, «qui nasce un sistema perverso fatto di barriere all’entrata, sfiducia, relazioni improprie tra pubblico e privato». Il presidente del Consiglio ha sottolineato il fatto che «ci vuole un fior di governo politico e durevole» per affrontare questo tema, «ma non mi si dica che cambiare mentalità non è compito di un governo, perché la crescita dipende prima di tutto dai cambiamenti di mentalità che un governo può cercare di favorire».

Fonte: LA STAMPA.IT

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