iTunes, Beatles & Last.fm

I Beatles su ITunes

Proprio in questi giorni è avvenuto il tanto atteso passaggio in digitale su iTunes dello sterminato catalogo dei Beatles. L’ azienda di Cupertino si accaparra così un patrimonio culturale non indifferente e sempre attuale, dopo aver rischiato di vederselo strappare via da Google, con offerte di decine di milioni di dollari,  e dopo anni di corteggiamento a Paul, Ringo e vedovanze.

Nuove indiscrezioni circa l’ accordo fra Emi e Apple Corps. parlano di una royalty pari al 35% sul prezzo di vendita da ripartire fra i restanti membri del gruppo e le eredi di John e George, che incasserebbero tale quota in via diretta da iTunes, rinunciando però a chiedere anticipi finanziari a Jobs e soci (come se ce ne fosse stato il bisogno).

Il nuovo piano marketing di iTunes punta a rilanciare il sempre più in picco mercato del compact disc, vedremo se ci riusciranno…with a little help from his friends.

E Mentre Cupertino tuba e amoreggia con i Fab Four, Last.fm non se la passa così tanto bene.

La più celebre compagnia di web radio chiude il 2009 con un deficit di quasi 3 milioni di sterline, nonostante un notevole aumento di fatturato durante lo scorso anno, pari a quasi il 50%, e nonostante un incremento di utenze di tutto rispetto (40 milioni di utenti attivi in tutto il mondo).

L’ azienda di radio streaming riesce a vendere spazi pubblicitari  a prezzi per lei convenienti e vanta ad oggi un incasso di 1,5 milioni grazie agli abbonamenti decisamente in crescita, ma paga la complicata diffusione oltreoceano e l’ eccessivo successo in patria (quasi un paradosso).

Vero è che il mondo della musica digitale è ancora un business a perdere.

I ricavi, fatta eccezione per grossi colossi quali iTunes, raramente superano i costi.
Inoltre,  risulta di difficile spiegazione il non adeguarsi di un pubblico che, nonostante il crollo del cd e sempre più assuefatto alla vita grazie alle comodità delle nuove tecnologie, non recepisce la musica online come un’ occasione ma come un vezzo inutile.

I ricavi, fatta eccezione per grossi colossi quali iTunes, raramente superano i costi. Inoltre,  risulta di difficile spiegazione il non adeguarsi di un pubblico che, nonostante il crollo del cd e sempre più assuefatto alla vita grazie alle comodità delle nuove tecnologie, non recepisce la musica online come un’ occasione ma come un vezzo inutile.

Sarà interessante analizzare l’ andamento del mercato del digitale dopo le festività natalizie, e capiremo se ricevere una mail con un mp3 sarà altrettanto piacevole che ricevere una copia del disco preferito sotto l’ albero.

Marco Della Gatta

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