Il Cane viene dalla Cina

Secondo uno studio svedese i cani sono originari della Cina meridionale

Il cane (Canis lupus familiaris) è un mammifero onnivoro ascritto al genere Canis (famiglia canidi). Con la domesticazione si è distinto dal suo probabile predecessore, il lupo rispetto al quale ha canini meno aguzzi, intestino più lungo, ed è privo di artigli affilati. Il cane è estremamente variabile nelle sue caratteristiche biologiche, per la selezione operata dalla natura (dalle zone di provenienza) e soprattutto dall’uomo – suo compagno di vita fin dalle ere preistoriche -, tanto secondi alcuni, da necessitare la divisione in differenti sottospecie e morfologie.

Il cane è considerato da sempre il migliore amico dell’uomo. Da anni la ricerca scientifica si sofferma sull’evoluzione della specie; uno studio moderno sostiene che questi animali sono stati addomesticati per la prima volta nella Cina meridionale, e non, come ritenuto finora – basandosi principalmente su dati archeologici e non genetici – , in Europa o in Medio Oriente. Lo afferma a gran voce un’equipe svedese. I dati ricavati dagli scavi indicavano una data di addomesticamento risalente al 9500 a. C. per il Medio Oriente e l’8000 a. C. per l’Europa, ma i dati archeologici erano sovrastimati in quanto proprio in queste due aree è concentrata la maggior parte degli scavi, mentre sono carenti per la zona Asy, dove i resti attestavano la presenza dei cani non prima del 4500 a. C.

Gli scienziati svedesi hanno eseguito invece studi sul patrimonio genetico dei cani arrivando alla conclusione che l’area Asy è la principale – e probabilmente la sola – zona dove è avvenuto l’addomesticamento del cane dal lupo. Le analisi sono state eseguite sul cromosoma Y di 151 cani maschi, dodici lupi e due coyote in tutto il mondo. Il 46% del patrimonio genetico è posseduto da tutti i cani diffusi sul pianeta, ma solo quelli della regione Asy possiedono l’intero spettro della diversità genetica. Un minore contributo genetico dei cani proviene da incroci tra cani e lupi in altre regioni, compreso il Medio Oriente, «ma questa ibridazione ha contribuito sono in misura modesta al patrimonio genetico dei cani», ha affermato Savolainen, il coordinatore della ricerca genetica.

 Federica Formisano

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