Halloween, gli horror da vedere nella notte delle streghe

Dieci brividi in 35mm da vedere preferibilmente in compagnia la notte di Halloween

Halloween, la notte delle streghe. Una festa di antiche origini celtiche che nei secoli è stata banalizzata assumendo la forma “americana” del Trick or treat in cui bambini travestiti da streghe, zombie, fantasmi e vampiri vanno di porta in porta alla ricerca di dolci e leccornie. Tra un dolcetto e uno scherzetto, la notte della vigilia di Ognissanti è la serata dell’anno più adatta per tremare dalla paura.  Perciò, anzichè della tradizionale scorpacciata di caramelle e cioccolatini ve ne proponiamo una a basso contenuto calorico ma ad alto tasso adrenalinico.  Sia che siate amanti del genere, sia che non riusciate a stare più di un minuto senza coprirvi gli occhi con le mani, non c’è di meglio che una bella maratona di titoli horror per immergersi nella terrificante e lugubre atmosfera della notte del 31 ottobre. Tra film d’autore, grandi classici, e successi commerciali, streghe, zombie, demoni, e serial killer psicopatici  saranno i vostri compagni in un viaggio dalle emozioni forti –  non consigliato ai deboli di cuore -,  che metterà alla prova il vostro coraggio. Eccovi perciò una lista dei dieci film tra i più belli, spaventosi e apprezzati di tutti i tempi. Sono pellicole che in un modo o nell’altro hanno fatto la storia del cinema e di questo genere, e che a nostro parere sono assolutamente perfetti per trascorrere una serata cinematografica a dir poco spaventosa.


Halloween: la notte delle streghe (1978)

Una festa così sentita nella cultura americana come quella di Halloween, non poteva ispirare registi e sceneggiatori. Tra questi c’è John Carpenter che con il suo capolavoro Halloween: la notte delle streghe, capostipite del genere slasher e padre fondatore dell’horror moderno. Molto di ciò che fa parte di questa pellicola è entrato nell’immaginario del genere, ad incominciare dal personaggio dello psicotico omicida Michael Myers, una delle icone più resistenti del cinema degli ultimi trent’anni, oggetto tanti seguiti – gli ultimi dei quali sono Halloween (2007) e Halloween II (2009) firmati da Rob Zombie – e tentativi di imitazione, nessuno in grado però di restituire l’atmosfera da brivido quasi magica dell’originale. Se siete neofiti del genere horror, il film di Carpenter è decisamente un punto di partenza obbligato.


L’Esorcista (1973)

Un altro leggendario classico dell’horror che tra getti di vomito verde, teste che ruotano, e crocefissi dissacrati ha spaventato generazioni di spettatori in tutto il mondo. Tratto da un famoso romanzo di William Peter Blatty che si ispira ad una vicenda reale accaduta nel Maryland, L’Esorcista di William Friedkin tratta un tema che turba ancora parecchio: il demoniaco e la possessione, l’eterno scontro tra bene e male. Fatti irrazionali e inspiegabili portati sullo schermo con una crudezza e un realismo tale, a cui il pubblico degli anni ’70 non era certo abituato. Cresciuti con gli splatter anni ‘90, i ragazzini di oggi forse rideranno nel vedere la testa di Regan girare di 180° e la sua bava verde, ma di sicuro L’Esorcista – anche nella sua versione estesa del 2000 – è ancora in grado di far provare qualche brivido.


A Nightmare on Elm Street (1984)

“L’uomo nero non è morto, ha gli artigli come un corvo, fa paura la sua voce prendi subito la croce, apri gli occhi resta sveglia non dormire questa notte!”.  Freddy Krueger, volto sfigurato, maglione a righe rosse e verde, guanto artigliato, è una delle icone più longeve e amate della storia del genere horror.  Boogeyman per eccellenza degli anni ’80 ha popolato e tormentato gli incubi di un’intera generazione nel mondo (compresa la mia!). Diretto da Wes Craven, Nightmare on Elm Street è stato il primo di una lunga serie di sequel e rifacimenti (l’ultimo di Samuel Bayer nel 2010) culminati in un originale cross-over con un’altra famosa saga dedicata al serial killer Jason Voorhees, protagonista di Venerdì 13.


Shining (1980)

Non ha bisogno di tante parole questo grande capolavoro di Stanley Kubrick, e uno dei tanti adattamenti cinematografici dei romanzi di Stephen King. Come dimenticare gli infiniti giri nei corridoi di Danny con il suo triciclo, le gemelline fantasma, la donna nuda che esce dalla vasca, l’inseguimento tra la neve nel labirinto e poi la strepitosa ed estrema performance di Jack Nicholson nei panni del pazzo e paranoico Jack Torrance. Dramma della follia o ennesima variazione sul tema delle case infestate dagli spiriti che sia, Shining è senza ombra di dubbio ai primi posti di un’ipotetica classifica dei film dell’orrore più spaventosi della storia del cinema.


La notte dei morti viventi (1968)

Horror di vecchia data ma col fascino intatto. La notte dei morti viventi è il primo lungometraggio scritto e diretto da George A. Romero che di fatto fa nascere l’attualissimo filone degli zombie movie inventando una figura del tutto nuova quella dei “non morti”,  morti che riemergono dalle loro tombe spinti dai morsi della fame, che li costringe ad uccidere essere umani per cibarsene. Girato in bianco e nero a bassissimo costo (114mila dollari), fu un successo enorme di pubblico con un incasso mondiale stimato in circa 30 milioni. E’ considerato ormai un cult del genere horror seppur privo di immagini troppo sanguinolente, ma è anche una delle più feroci critiche alla società americana al tempo della guerra in Vietnam. La bestialità degli zombie riflette la tragica parabola dell’atteggiamento degli uomini che combattono se stessi, in una lotta senza vincitori né vinti che ha come risultato il totale e reciproco annientamento.


Suspiria (1977)

Una lista di film horror che si rispetti non può fare a meno del talentuoso maestro italiano Dario Argento. Tra l’altro Suspiria è il “primo” film davvero horror  girato dal cineasta nonché il capostipite della “Trilogia delle Madri”, continuata con Inferno e La terza madre. Capolavoro visivo e visionario con un uso quasi barocco del colore dove predomina il “rosso” sangue. Ogni particolare è stato curato con minuzia maniacale dal regista tanto che ogni scena di omicidio è una vera e propria opera d’arte.  Suspiria è favola macabra, irreale, e piena di suspense e tensione sottolineata dall’inizio alla fine dalla indimenticabile colonna sonora dei Goblin,  inquietante e cupa quel tanto che basta per trascinarci in un vortice di terrore a cui è difficile sopravvivere.


The Blair Witch Project (1999)

Tre ragazzi a caccia della leggendaria strega di Blair scompaiono in un bosco senza lasciare traccia. L’anno seguente vengono rinvenuti i video girati dai tre. Che cosa è successo in quel bosco? La strega esiste davvero o è tutta una messa in scena? E soprattutto, che fine hanno fatto Heather, Mike e Joshua? Intuizione a dir poco geniale per l’opera prima di Daniel Myrich ed Eduardo Sanchez che,  con 25mila dollari e una sorprendente operazione di marketing virale, hanno creato un caso cinematografico senza precedenti. Giocato su quella sottile linea che separa realtà e finzione, The Blair Witch Project continua a farci saltare dalla sedia, nonostante oggi sappiamo si tratti di un bluff. Senza gli spargimenti di sangue dei classici horror, qui è la paura nel non visto, delle ombre inquietanti e dei rumori sinistri a terrorizzare. E trasgredendo alle regole del genere, non c’è nessuna spiegazione più o meno razionale nell’epilogo. Il finale di The Blair Witch Project rimane tuttora un mistero aperto, che nemmeno  il sequel flop non è riuscito a svelare.


Scream (1996)

Una ragazza sola in casa, una telefonata minacciosa e uno spaventoso omicidio avvenuto per mano di un killer psicopatico vestito di nero col viso coperto da un inquietante maschera bianca molto simile all’urlo di Munch. E’ l’incipit di Scream, primo film di una quadrilogia di successo che tra un omicidio e l’altro, si diverte a giocare con le regole e gli stereotipi del genere ammiccando ai vecchi cult come Nightmare, Venerdì 13, Halloween, La Casa. Proprio per questo suo fondere scene sanguinolente tipiche degli horror a dialoghi sarcastici, Scream resta un film innovativo e rivoluzionario a cui va attribuito il merito di aver dato nuova linfa ad un genere cinematografico – l’horror slasher – che  negli anni ’90 stava vivendo una fase di netto declino. Dirige il maestro della suspense Wes Craven, cos’altro aggiungere?



Paranormal Activity ( 2007)

Interessante fenomeno horror low-budget americano diretto dall’esordiente Oren Peli, etichettato come il nuovo “Blair Witch Project”. Talmente spaventoso che persino il grande Spielberg non avrebbe resistito ad una sua visione notturna preferendo la più rassicurante luce mattutina. Realizzato con 15 mila dollari, ha superato i 100 milioni di incasso solo negli Stati Uniti. La storia in fondo è sempre la stessa: presenze demoniache che infestano la vita di persone comuni, ma è il modo di raccontarla che è originale. Riprese volutamente amatoriali, attori sconosciuti, niente musica se non quella diegetica, e interni di una normalissima casa moderna (quella del regista per la precisione!), senza nulla di oscuro. Tutto per creare quell’illusione di realtà dentro la quale instillare quella tensione psicologica che porta  abilmente lo spettatore ad uno stato di terrore.


Psycho (1960)

Nel chiudere questa lista non potevamo lasciare fuori un grande classico del maestro del brivido Alfred Hitchcock. Perché direte voi? Perché lo sguardo diabolico dritto in macchina a mò di sfida di Anthony Perkins nel finale è una scena che difficilmente si dimentica, e perché la sequenza di 45 secondi nella doccia è talmente geniale da fare ancora scuola, se non altro perché mette fine alla vita della protagonista a metà del film. Inquietante, sinistro, mozzafiato come il suo protagonista Norman Bates, Psycho è uno dei capolavori della storia del cinema. Basato sul romanzo di Robert Bloch che si ispira vagamente alla storia del serial killer necrofilo Ed Gein – le cui efferate imprese ispirarono anche Non aprite quella porta (1974), Deranged (1974) e Il silenzio degli innocenti (1990) -, Psycho cambiò l’idea di horror dell’epoca. Non più vampiri, alieni e creature soprannaturali ma la mente umana e il suo lato più oscuro.

Enrica Raia

 

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