Dall'”esercito di Silvio” al caso del ghanese “posseduto” dalla sua Voce: Berlusconi, come nasce un’icona mistica

Da imprenditore di successo, a magnate della comunicazione, a capo del Governo e infine a icona a metà tra il sacro e profano. Silvio Berlusconi, checché se ne possa dire […]

Da imprenditore di successo, a magnate della comunicazione, a capo del Governo e infine a icona a metà tra il sacro e profano. Silvio Berlusconi, checché se ne possa dire di lui, ha avuto davvero una vita fuori dall’ordinario. E chissà se se lo sarebbe aspettato, quando ha iniziato la sua carriera nei lontani anni 50′, tentando nell’ordine prima la strada di cantante, poi quella di venditore di scope porta a porta, infine quella di agente immobiliare che l’ha portato all’imprenditoria, nell’edilizia e successivamente nella comunicazione,  ecco, chissà se se lo sarebbe aspettato, il buon Silvio, milanese doc e col fiuto per gli affari, di diventare nell’ordine prima “Cavaliere”, poi presidente del Consiglio, poi “Papi” e infine, nella cronaca recente, capo di un esercito “virtuale” e “Voce” istigatrice di una rabbia cieca.

Certo la sua condanna in secondo grado a 4 anni di reclusione nel processo Mediaset deve aver infiammato gli animi di quanti nel Cavaliere hanno sempre creduto al di là di ogni ragionevole sospetto,  fino a toccare livelli di esaltazione degeneranti in una totale perdita di contatto con la realtà. Esaltazione che, negli ultimi giorni, sotto la spinta della discussa questione della sua ineleggibilità, ha dato origine a due fatti alquanto singolari, probabilmente senza precedenti nella storia (politica e non solo) del nostro Bel Paese.

Il primo riguarda la nascita di un sito internet dalle vaghe reminiscenze harrypottiane, creato da alcuni imprenditori capeggiati da Simone Fullan, che evidentemente della difesa di Silvio dagli attacchi della rossa magistratura hanno fatto la loro unica fede: “L’esercito di Silvio”, nome che per l’appunto, a chi ha letto i romanzi della Rowling dovrebbe facilmente far venire in mente l’altrettanto fantasioso episodio dell'”Esercito di Silente”, messo in piedi dai piccoli maghetti in lotta contro il Potere Oscuro di Lord Voldemort.

La differenza è che nel caso di Silvio non siamo in un libro, ma nella realtà. L’esercito esiste veramente, e come ogni esercito che si rispetti ha i suoi reggimenti, i suoi gradi di arruolamento e il suo “giuramento”. Chi si iscrive infatti diventa “guardia del Cavaliere” e dichiara quanto segue:

“Di volermi arruolare nell’Esercito di Silvio per difendere il presidente Berlusconi e combattere al suo fianco la Guerra dei Vent’anni.

Di riconoscermi in lui, nel suo pensiero, nei suoi ideali e nel suo operato.

Di volermi battere per la libertà, per una Italia libera e democratica.

Di essere pronto a partecipare ad eventi o manifestazioni in supporto del Presidente Berlusconi per affermare il principio che la sovranità popolare non può essere sovvertita in alcun modo tranne attraverso l’azione politica”.

Viene da chiedersi quale sia la distanza ideologica che separa la partecipazione a manifestazioni “pacifiche” in nome della libertà dalla decisione di scendere in piazza forconi, pardon, carte di credito alla mano e dare l’assalto – non si immagina bene in che modo – ai palazzi governativi.

L’altro fatto di cronaca che in questi giorni sta tenendo alta l’attenzione sulla figura, ormai mistico-trascendente del Cavaliere, è l’arresto di un giovane ghanese di vent’anni che è stato fermato a Modena, armato di una mazza da baseball, mentre distruggeva con furia cieca un’auto in sosta a suon di legnate. Portato in questura dai carabinieri, il ghanese, in possesso di un regolare permesso di soggiorno, avrebbe giustificato il suo gesto dicendo di aver sentito risuonargli nella testa la voce di mister B., dopo averlo visto in una trasmissione televisiva, e di essere stato assalito da una rabbia senza precedenti.

Non è riuscito a spiegare però cosa gli dicesse la voce, di conseguenza, non si sa se nella sua delirante, e si spera momentanea follia, fosse proprio l’ex premier ad istigarlo alla violenza oppure se sia bastata la voce del Cavaliere nelle orecchie ad irritarlo al punto da spingerlo in strada a dare di matto.

Sta di fatto che questi due episodi gettano sulla figura di Silvio una nuova, inquietante luce: quella di una certa, esaltata iconoclastia. Quanto possa essere pericoloso, il nuovo ruolo assunto dal Cavaliere, è ancora presto per dirlo. Ma la situazione fa riflettere. Che mister B. sia pronto ad essere trasformato in una sorta di totem dai poteri sovrumani, benigno o malefico, da venerare come un padre protettore di tutti noi o capace di provocare gesti di invasato fanatismo?

Lo vedremo; intanto, le vignette satiriche comparse durante le elezioni papali sul web che vestivano mister B. dell’abito bianco da Pontefice acquistano un nuovo sapore, e non sembrano più solo un improbabile scherzo.

G.G

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