Caso Marò: rinviata decisione su giurisdizione

I due marò italiani aspettano in stato di fermo la decisione dell’alta corte indiana

E’ slittata a martedì 6 marzo la decisione dell’Alta Corte di Kocki sul ricorso che ha presentato l’Italia contro la decisione dei magistrati indiani di processare i due Marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, accusati della morte di due pescatori indiani, avvenuta lo scorso 15 febbraio al largo delle coste dello stato meridionale indiano del Kerala. La tesi italiana è che l’incidente sia avvenuto in acque internazionali, pertanto l’Italia ha il diritto – riconosciuto da trattati cui anche l’India ha aderito – di processare i due marò davanti ai giudici italiani. Secondo il diritto internazionale e marittimo, le acque territoriali non possono superare le 12 miglia nautiche. In  base alla testimonianza dell’equipaggio del peschereccio indiano, l’incidente che ha coinvolto il mercantile Enrica Lexie e i due marò sarebbe avvenuto a 33 miglia nautiche dalla costa, e anche se la Procura indiana parla di 22,5 miglia nautica, anche stando così le cose il concetto di acque territoriali non può essere applicato.

I marò attendono in stato di fermo, ma fuori dal carcere, la decisione della corte mentre continua il braccio di ferro sull’accesso degli esperti italiani alla perizia balistica, fondamentale per accertare la verità sull’uccisione dei pescatori indiani. Il giudice ha autorizzato la presenza di due esperti italiani alle prove balistiche sulle armi sequestrate a bordo della Enrica Lexie, ma come «testimoni silenziosi» che «non devono interferire nei test, verificarli o rivelarli». Il sottosegretario agli Esteri Italiano Staffan De Mistura considera questa notizia «un segnale che va nella giusta direzione», ma bisogna mantenere alta la guardia e aspettare cosa succede in concreto, perché «già in passato ci erano state date assicurazioni che sono poi cadute alle verifica dei fatti». Il governo comunque ha posto la massima priorità alla vicenda dei due connazionali, portando il caso anche innanzi al Consiglio europeo. «Abbiamo tanto rispetto per l’India e per il popolo indiano – ha detto il ministro della Difesa Giampaolo Di Paola – , ma uguale rispetto ci aspettiamo per l’Italia, per la legalità e per il diritto internazionale, dalla nazione indiana». Di Paola ha poi rivolto un pensiero ai due marò e alle loro famiglie: «Ai loro cari esprimo la solidarietà della Difesa e del Governo e garantisco l’impegno totale del Governo per risolvere quanto prima possibile questa complessa vicenda. Potete stare certi che non li lasceremo soli».

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