Calcio, Prandelli: “Non dobbiamo aver paura di affrontare la Spagna”

Cesare Prandelli ha tenuto una conferenza stampa a Casa Azzurri

«Siamo arrivati in finale con merito, ora ci giochiamo tutto. Non dobbiamo aver paura di affrontare la Spagna». Cesare Prandelli è «orgoglioso» della sua Nazionale che domenica, a Kiev, affronta la Spagna nella finale di Euro 2012. Gli azzurri sono arrivati al match decisivo del torneo dopo la splendida vittoria per 2-1 in semifinale contro la Germania. «Mi sono sentito orgoglioso di aver allenato questi giocatori. Abbiamo avuto poco tempo per preparare la partita, ma i ragazzi sono stati eccezionali. Hanno interpretato la gara nel miglior modo possibile», dice il Commissario Tecnico nel quartier generale di Cracovia.

Domenica, a Kiev, si chiude l’avventura iniziata il 10 giugno a Danzica proprio contro la Spagna. Il cammino degli azzurri è cominciato con il pareggio per 1-1 contro i Campioni del Mondo e d’Europa. «Contro la Spagna abbiamo giocato un primo tempo importante e dobbiamo riproporre quell’atteggiamento – dice il CT –. Non dobbiamo aver paura di affrontare questa grande squadra. Rispetto all’inizio del torneo, siamo migliorati a livello tecnico e psicologico. Abbiamo potuto lavorare, adesso siamo davvero squadra», dice Prandelli. Dopo 3 settimane a tutto gas, le energie vanno gestite con criterio. «Spero di poter preparare la finale nel modo migliore anche se abbiamo a disposizione un solo giorno. Non sarà facile trovare punti deboli nella Spagna: ha vinto Europei e Mondiali, ha valori tecnici e caratteriali. Affrontiamo una Nazionale che è un punto di riferimento a tutti i livelli», ribadisce.

Anche l’Italia, afferma Prandelli, ha acquisito un’identità definita. «Noi ci siamo. Se un CT ha il tempo di diventare allenatore, può aiutare la squadra a crescere. Per essere protagonisti, servono determinate caratteristiche: questa Nazionale ha un proprio stile, ha il proprio modo di stare in campo. Andiamo in campo con un atteggiamento propositivo», dice. Ovviamente, si può sempre migliorare: «Quando si ha la possibilità di chiudere una partita, bisogna sfruttare l’occasione», dice ripensando alle chance sciupate contro la Germania. A stendere i tedeschi ha provveduto uno strepitoso Mario Balotelli, autore di una doppietta. «Temevo che nel finale si fosse stirato e l’ho sostituito subito. Mario mi ha detto che avrebbe potuto giocare qualche altro minuto, ma ormai lo avevo tolto. Ha dimostrato le sue qualità, ha saputo leggere la partita. Vorrà cercare di ripetere la prestazione, perché solo così diventerà un grande giocatore», dice soffermandosi sull’attaccante del Manchester City.

Poche parole su Antonio Cassano: «Non ho mai pensato di lasciarlo fuori. Abbiamo fatto una nella chiacchierata, sapevo che avrebbe fatto una grande partita». L’avventura della Nazionale, nel ritiro di Coverciano, è partita mentre l’ambiente veniva scosso dalle notizie relative alle inchieste sulle scommesse. «La squadra ha sempre cercato di reagire in maniera positiva anche nei momenti difficili. Quando iniziavamo l’allenamento, pensavamo al nostro lavoro e in campo potevamo stemperare le tensioni», dice ripensando alle complicate giornate di fine maggio. «Questa è stata la nostra forza, abbiamo ribaltato una situazione negativa e l’abbiamo trasformata in un vantaggio dal punto di vista psicologico. Si è parlato tanto del mio codice etico, per me conta il comportamento in campo: certo, se avessi saputo tutto avrei inserito anche gli avvisi di garanzia nel codice…», aggiunge con una battuta.

Capitolo futuro: «Ho sempre detto che mi mancano il campo e il lavoro quotidiano. Ho sempre detto che ho un rapporto straordinario con la federazione. Negli ultimi due mesi, al di là di questo, fatico a capire se c’è la qualità della vita che cercavo. Sono stati due mesi pesanti». A chi chiede se le parole possano far pensare ad un imminente divorzio, replica: «No, nel modo più assoluto. Non l’ho mai detto, sto solo parlando delle mie riflessioni. Ora, poi, dobbiamo pensare ad una partita. Inutile disturbare la preparazione con i “se” e i “’ma”». A bocce ferme, servirà una riflessione complessiva. «Quando si dice che durante la stagione la Nazionale non interessa a nessuno, si dice la verità. Questo è l’aspetto che lascia perplessi. Durante un torneo come questo si diventa tutti tifosi, si riempiono le piazze. Poi, da settembre non se ne parla più per sette mesi – dice il Commissario Tecnico –. Ci sono molti interessi prima della Nazionale: negli altri paesi la situazione è diversa».

Tra i «sassolini» ci sono anche le polemiche legate alla presenza del preparatore Niccolò Prandelli, figlio del CT, nello staff. «Io – dice il Commissario Tecnico – i sassolini me li tengo nelle scarpe, ma certe cose mi hanno fatto veramente male».

Fonte: LA STAMPA.IT

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