Calcio, Genoa-Roma 2-4

E ora via ai soliti dibattiti su quanto questa Roma sia uno squadrone oppure no. Certo il 4-2 con cui i giallorossi hanno travolto il Genoa è parso come la marcia di un bulldozer

E ora via ai soliti dibattiti su quanto questa Roma sia uno squadrone oppure no. Certo il 4-2 con cui i giallorossi hanno travolto il Genoa è parso come la marcia di un bulldozer. Malgrado un inizio tutto di marca rossoblu, autori di 2 gol in 15 minuti, la truppa di Zeman è stata impressionante. Ha continuato a macinare gioco e non appena il Genoa ha rallentato, lo ha schiacciato sfoderando tutto il talento di cui è dotata. Troppo calato il Genoa o troppo straripante la Roma? E’ una vittoria in rimonta che cambia qualcosa o il gruppo di Zeman è ancora troppo acerbo? Le risposte chiariranno cosa potrà fare la Roma in questo campionato.

INIZIO ROSSOBLU — I rossoblu, come detto, avevano aggredito la partita come meglio non avrebbero potuto. Velocissime folate in fascia e pochi punti di riferimento per i difensori giallorossi che, ingannati dai movimenti di Borriello, si sono visti spuntare Kucka, Jankovic e Jorquera da tutte le parti. In 15 minuti i giallorossi, pressati altissimi dai padroni di casa, non ci hanno praticamente capito niente, surclassati dal folle ritmo dei ragazzi di De Canio. Molto fumo ma anche tanto arrosto visto che Kucka e Jankovic hanno concretizzato tutta questa mole di gioco.

GRANDE MERITO — Il grande merito della Roma è stato quello di far finta di niente. Pur rischiando anche il 3-0 con Borriello (ottima la parata di piede di Stekelenburg) gli ospiti, trascinati da un Totti in versione “seguitemi che ci penso io”, ha iniziato l’avvicinamento alla trequarti geoana, coi rossoblu sembrati pagare in termini di fiato lo spaventoso inizio di partita. Le incursioni di Piris e Balzaretti dai lati hanno alimentato il gioco al centro e per gli incursori giallorossi le palle giocabili sono aumentate di numero. E con esse sono arrivate i gol. Prima quello di Totti, bravo a girare di destro sul secondo palo la rete dell’1-2. Poi quello di Osvaldo, ben imbeccato da Piris, a sua volta magistralmente servito col contagiri dal capitano giallorosso. Tra le due segnature, non va dimenticato, un’altra grande parata di Stekelenburg, stavolta su una gran legnata di destro di Jorquera. Insomma, in un solo tempo di gioco si sono viste due partite e due segnature per parte.

INERZIA — Nella ripresa, però, la Roma ha sfruttato l’inerzia favorevole e si è fatta sotto. Senza più rischiare nulla dietro ha continuato il suo gioco e già al 10° ha trovato l’incornata vincente di Osvaldo su calcio d’angolo magnificamente calciato da Florenzi. De Canio si è giocato Immobile, Bertolacci e Melazzi ma la spinta propulsiva vista nei primi 20 minuti non è più arrivata. Così la Roma ha gestito e quando Borriello al 35° si è fatto male alla caviglia, la partita si è di fatto conclusa perché De Canio aveva esaurito i cambi. Lamela ha arrotondato lo score e aperto ufficialmente il dibattito sulla continuità di prestazione di questa squadra. Sul grandissimo potenziale di dubbi non ce ne sarebbero molti.

Fonte: Gazzetta.it

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