Brasile, Spagna ed Italia: indicazioni in vista del Mondiale

Neymar. Uno dei protagonisti della Confederation Cup

Neymar. Uno dei protagonisti della Confederation Cup

La Confederation Cup è terminata con la vittoria del Brasile che ha battuto in finale la Spagna. Al di là del risultato finale, però, questa competizione è da sempre un’anteprima del campionato del Mondo. Ecco allora le indicazioni riguardo le prime tre classificate, Brasile Spagna e anche l’Italia, in vista della Coppa del Mondo del 2014, partendo proprio dalla nostra nazionale.

Italia. La nazionale di Cesare Prandelli ha mostrato in questa Confederation Cup alcune evidenti lacune. Innanzitutto la difesa ha lasciato molto a desiderare. Il blocco Juve non ha funzionato come si pensava e cali di concentrazione come quelli mostrati nell’ultima competizione potrebbe costare molto caro nel mondiale dell’anno prossimo, quando il livello degli avversari sarà molto alto fin dai primissimi incontri. Inoltre, l’Italia ha dimostrato di essere molto dipendente da due calciatori in particolare: Andrea Pirlo e Mario Balotelli. Nel primo caso perchè giocatori con il talento e le caratteristiche di Pirlo non ce ne sono, nel secondo caso, quello cioè di Balotelli, più che altro per mancanza di alternative. Se, infatti, senza l’attaccante del Milan l’Italia ha giocato forse la sua miglior partita alla Confederation, quella contro la Spagna, è anche vero che il suo sostituto Gilardino non ha brillato. Allo stesso tempo, sia Giovinco che El Shaarawy per caratteristiche fisiche non possono giocare allo stesso modo di Balotelli. Prandelli dovrà quindi pensare a soluzioni di gioco alternative o sperare che la nuova stagione gli offra qualche altro giocatore da poter convocare.

Spagna. La nazionale delle Furie rosse è forse quella che esce più ridimensionata dalla competizione Brasiliana. La Confederation Cup appena conclusa, infatti, ha sancito che anche questa super Spagna, che ha vinto l’ultimo campionato del mondo e campionato europeo, può essere battuta. A dimostrarlo sono stata prima l’Italia, che non ha vinto ma sicuramente meritava più degli Iberici di raggiungere la finale, e soprattutto il Brasile che ha sopraffatto gli spagnoli in una finale senza storia. La ricetta per battere la Spagna? Pressarla a tutto campo e non darle in tempo di impostare il gioco con quella serie di passaggi che di solito imbrigliano gli avversari. Ma una nazionale ben messa in campo e capace di pressare fin al limite dell’area avversaria può disinnescare Iniesta e compagni.

Brasile. La nazionale vincitrice della Confederation Cup ha tutte le carte in regola per ripetersi anche nel campionato mondiale dell’anno prossimo. Anche in quel caso, d’altronde, avrà il vantaggio di giocare la competizione in casa. Anche il Brasile ha mostrato alcune lacune ma anche tantissimi margini di miglioramento, a cominciare dal suo calciatore simbolo, ovvero Neymar da Silva Santos Júnior, meglio noto come Neymar che ha già mostrato di cosa è capace nella competizione appena conclusa. Neymar  è ora atteso dal battesimo di fuoco della Liga spagnola e il contatto con il calcio europeo non potrà che farlo crescere ulteriormente.

Umberto Rennella

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