A Phuket, tra vegetarianismo e piercing estremi

Un Ma Song che cammina sui carboni ardenti durante il rito di autoflagellazione

Un Ma Song che cammina sui carboni ardenti durante il rito di autoflagellazione

Signorotti girovaghi ben ritrovati.
Non so nelle vostre vite, ma nella mia pare si stai espandendo a macchia d’olio il vegetarianismo ed il veganismo. Spero solo sia questione di convinzione etica e non di moda.
Ad ogni modo, il nostro viaggio di oggi piacerebbe molto a costoro e.. No, non voglio anticiparvi nulla!
Si vola in Thailandia, precisamente a Phuket!
Phuket è un’isola incantevole (sapete che è stata la location per Agente 007 – L’uomo dalla pistola d’oro, con Roger Moore? No? Beh, ora lo sapete!) che affaccia sulla costa del Mare delle Andamane, sull’Oceano Indiano.
Ma poche chiacchiere, andiamo a visitarla di persona!

Questa sarà una di quelle rare occasioni per vedere una parte della Thailandia (ormai adeguatasi allo stile occidentale e al turismo) tornare a quel mistero e misticismo caratteristico delle antiche filosofie orientali.
Vi spiego da cosa nasce il Festival Vegetariano che stiamo per conoscere: la tradizione narra che nel 1825 un gruppo ambulante di attori teatrali cinesi fu richiamato per degli spettacoli rivolti ai minatori che lavoravano nelle miniere di stagno.
Si diffuse una misteriosa febbre nella compagnia teatrale e la causa della malattia che l’aveva colpita fu attribuita al fatto di non aver onorato nel modo giusto i nove Dei del Taoismo.
Quindi venne somministrata loro una dieta interamente vegetariana, per onorare due specifiche divinità: Kiew Ong Tai  e Yok Ong Sone.
Nel giro di una settimana l’epidemia scomparve e questo suscitò curiosità ed interesse degli abitanti locali, che cominciarono ad imitare i cinesi, istituendo addirittura una cerimonia annuale in cui consumare esclusivamente alimenti vegetali.
Il merito di questa miracolosa guarigione fu infatti attribuito a questa dieta e nacque questa festività annuale che ha inizio prima del nono mese lunare cinese (a cavallo tra settembre ed ottobre) per proseguire per nove giorni, ed è credenza che i suoi riti sacri portino fortuna a chi partecipa e a chi assiste al rito religioso. Perché in un certo senso, è di rito religioso che si tratta.

Stiamo passeggiando su una strada di Phuket che costeggia Wat Chalong Temple, guardate che meraviglia!
Dicevamo.. Durante i giorni del festival, i residenti di origine cinese (ma possono parteciparvi anche turisti orientali e occidentali come noi) devono rispettare rigorosamente una dieta vegetariana o vegana, astenersi da ogni vizio, non mangiare carne od uccidere animali. Con il tempo son state aggiunte anche le astensioni al sesso e bevande alcoliche. Il tutto, ovviamente, per purificarsi nel corpo e nello spirito, quanto più possibile.
Andiamo a fare un giro in un punto ristoro tipicamente thailandese e vediamo se poi è così difficile mangiare vegetariano, qui..
La cucina thailandese è nota ovunque per la varietà delle pietanze in grado di offrire. Fra i piatti Jeh (vegetariani) più diffusi ci sono i Gui chai (polpette di riso con erba cipollina cinese), i Goy see me (noodles simili alla soba giapponese, sottili tagliatelle di grano saraceno) ed i Poh piah jeh (che altro non sono che involtini primavera vegetariani).
Beh, direi che la scelta è ampia e, a giudicare dal profumino, questo cibo vegetariano non è affatto malaccio!
Nel corso del Festival, le pietanze Jeh vengono contrassegnate con un adesivo rosso e giallo per renderle facilmente identificabili.

Continuiamo la nostra passeggiata per Phuket mentre vi racconto più nello specifico cosa accade durante questo Festival.
Il pomeriggio prima che cominci, viene sollevata in ogni tempio ed in ogni santuario cinese una grande asta, per invitare gli Dèi a scendere. Ed a mezzanotte spaccata, nove lanterne verranno appese a quest’asta per celebrare l’inizio della festa. E, ovviamente, per invitare le due divinità importanti e succitate a prendere parte alla cerimonia.
Ma non sono le uniche ad essere invocate: si dedicano preghiere agli Dèi Lam Tao per i viventi e Pak Tao per i morti, ad esempio.
I negozianti delle strade principali allestiscono sul selciato degli altari sui quali pongono incensi e nove tazze contenenti varie offerte dedicate ad altrettanti storici imperatori.

L’aspetto più interessante di questo festival Thai-Cinese sono le processioni da un Santuario ad un altro. Con il termine Ma Song vengono chiamati i devoti che, mentre invocano i nove Dèi (avreste scommesso su qualche altro numero?), compiono atti di autolesionismo spesso cruenti. La pratica più popolare fra i Ma Song è quella di trafiggersi le guance con punte di metallo, lame, armi, utensili e oggetti domestici vari. Per quanto raccapriccianti possano apparire queste pratiche, i Ma Song sembrano agire in uno stato di trance.
Durante il rito della flagellazione, i posseduti non sentirebbero il dolore e alla fine non mostrerebbero segni di danni reali. Curiosissimo. Qualcosa che mette davvero in discussione lo scetticismo di molti.
Tra i vari atti di autolesionismo, troviamo anche la camminata sui carboni ardenti, la balneazione nell’olio bollente e l’arrampicata sulla scala con le lame. Tutte cosette simpatiche, insomma.
Tutto il festival, specialmente durante le cerimonie, è accompagnato dal suono dei tamburi e i rimbombi dei fuochi d’artificio, che più forti sono e meglio è, dato che il rumore allontanerebbe gli spiriti maligni.

Se qualcuno volesse partecipare alla sera conclusiva del Festival, quando avviene una cerimonia in tutti i templi e santuari e il saluto agli Dèi e quando i fuochi artificiali sono al massimo della frequenza e del rumore, è bene che si premunisca di tappi per le orecchie e possibilmente di una mascherina per proteggersi dall’intenso odore di zolfo.
Ma soprattutto, se qualcuno volesse partecipare al Festival (qualsiasi dei nove giorni), è obbligato a seguire le 10 (sì, dieci e non nove!) regole basilari:

1. Igiene e pulizia del proprio corpo per tutta la durata del festival
2. Usare posate e attrezzatura da cucina pulita e assolutamente da non condividere con chi no partecipa al festival
3. Essere vestiti di bianco
4. Comportarsi bene, sia fisicamente che mentalmente.
5. Assolutamente no alla carne
6. Niente sesso per la durata del festival
7. Niente bevande alcoliche
8. Le persone in lutto non possono partecipare
9. Le donne in stato interessante non dovrebbero assistere ai rituali
10. Le donne con il ciclo non possono prendere parte ai rituali.

Non son poi così ardue da rispettare, considerato che, in compenso, si  prenderebbe parte ad uno spettacolo più unico che raro e d’un fortissimo impatto visivo ed etico.

Non so voi ma io, a questo punto, uno spuntino vegetariano lo farei senza pensarci due volte!

La Redazione

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