Le pretese dei politici e le esigenze del paese: un matrimonio impossibile

Nel bene e nel male Monti e Berlusconi sono i simboli di questo difficile momento della politica italiana

Si sa che ormai, da un anno o forse da poco più, il termometro dell’andamento politico ed economico dell’Italia è rappresentato dallo spread. Quasi sconosciuto prima, assolutamente imprescindibile adesso. Se lui sale significa che la nostra situazione politica sta scendendo, se lui scende avviene il contrario: l’Italia spedita ed a vele spiegate procede verso il futuro con la personalità delle grandi potenze mondiali, quindi sale! Un concetto simpatico, divertente, usato ed abusato dai media e dai politici per accusarsi a vicenda o accaparrarsi meriti e fasti di una nuova politica votata al rigore. Un’arma a doppio taglio dunque, o forse sarebbe  più corretto dire un’arma impropria dal momento che viene usata come una spada che perfino  Damocle avrebbe temuto ancora di più di quella che la leggenda vuole incombesse sulla sua testa. Una spada che ha fatto perire il governo Berlusconi, reo di aver fatto impennare lo  spread  italiano a causa della scarsa fiducia che i mercati del mondo attribuivano alla sua persona ed al suo governo, e che invece ha innalzato Monti alla posizione di leader carismatico, ma soprattutto competente, capace di far apparire agli occhi dell’Europa e del mondo il valore vero dell’Italia, le sue potenzialità e la sua affidabilità.

Nulla di più semplice è accaduto in questi ultimi mesi, e nulla di più semplice sta accadendo ancora oggi, qui e adesso. L’Italia sembra rivedere la luce in fondo al tunnel, perlomeno dicono così i politici, i tecnici, quelli bravi, parere non corroborato dal popolo, tanto meno dai dati sui consumi, da quelli sull’occupazione e nemmeno da quelli  sull’inflazione. Insomma tutto ruota contro, esattamente come un anno e mezzo fa, ma per gli addetti ai lavori le cose stanno cambiando, stanno migliorando, e soprattutto lo spread è ai minimi storici. Così stanno le cose, si stava meglio quando si stava peggio qualcuno direbbe, ma chissà davvero come andrà a finire. Intanto cosa succede al mondo politico, a quell’affascinante mondo pieno di professionisti capaci di ridurci al lastrico, succede che Berlusconi annuncia il suo ritorno, annuncia la sua ennesima rivoluzione. Stavolta il predellino non c’entra, piuttosto c’entra il fatto che la creatura che aveva creato ( il PdL ndr ) voleva inghiottirlo e lui, per non soccombere, riemerge dalle tenebre del silenzio, ed al pari di un vulcano stravolge piani e progetti di tutto il mondo politico, non solo di quello del centro-destra. Dà la stoccata definitiva al governo tecnico di Monti, reo di essere stato troppo rigoroso ed inoltre, colpevole di aver reintrodotto quella vergognosa tassa sulla casa, ossia l’IMU che il governo Berlusconi aveva cancellato. Tutto ciò è vero, se non fosse che la stessa tassa che dall’allora governo Berlusconi fu cancellata con il beneplacito del partito, qualche mese fa fu reintrodotta con il beneplacito in parlamento -in appoggio al governo Monti- da parte delle stesse identiche persone che allora la cancellarono. Una sostanziale marcia indietro anche se mediaticamente meno esposta. Per onorare la chiarezza così è andata: il governo Berlusconi toglie la tassa, ed il governo Monti con il sostegno degli stessi membri del governo Berlusconi la reintroduce perché si dice sia necessaria per la stabilità delle già precarie casse dello Stato. Niente di più facile. L’eterna virtù della sintesi. Il vulcano continua imperterrito, cerca di nuovo l’appoggio della Lega di Bossi, la stessa lega delle lauree comprate e dei patti con la ‘ndrangheta. Ammicca persino a sinistra, dicendo a Renzi che “le porte per lui sono sempre aperte” e cancella definitivamente il partito di Fini da ogni possibile intesa. Fa impennare lo spread e terrorizza i mercati, le borse europee salgono, quella italiana incredibilmente scende. Ma cosa sta succedendo?  Perché l’Italia rimane stabilmente in balia di pochi uomini? L’agenda politica di un uomo o di un partito, se non concilia con l’esigenze del paese è davvero tollerabile? Non si tratta di Berlusconi si o Berlusconi no, sarebbe troppo facile, avremmo il 50% di possibilità di vincita mentre in questo caso, la nube scura che si è levata sull’Italia sembra essere davvero meno permissiva. A dimostrazione di ciò, c’è l’impetuosa riposta della stampa di tutto il mondo. Un incredibile ed unanime coro di protesta che dovrebbe far riflettere tutti, sia chi sta a destra e sia chi sta a sinistra. La posta in palio non è una semplice vittoria elettorale, non può e non è  il colore della bandiera che più rappresenta il credo politico di ogni cittadino, piuttosto c’è in ballo la sopravvivenza stessa dell’Italia come potenza europea. C’è il futuro di una nazione e del suo popolo, dei suoi progetti e dei suoi giovani, delle sue risorse e delle sue peculiarità. Questa non vuole essere una presa di posizione contro qualcuno, non lo è nelle intenzioni e nemmeno nella sostanza, vuole solo essere una presa di coscienza che dovrebbe aiutare tutti a capire che, se non si ha l’invito per una festa è inutile cercare di partecipare. Se la tua presenza non è gradita, è inutile cercare di forzare le cose magari portandosi dietro uno stuolo di amici. In questo momento la presenza di Berlusconi non è gradita all’Europa, cambiare il nome al partito o rifondarlo non servirà a cambiare le cose, non ha l’invito per partecipare, tutto qui.

Liberation in Francia “il ritorno della mummia”, il Times  di Londra “l’ultima cosa di cui L’Italia ha bisogno è di eleggere di nuovo Berlusconi,[…] la sua esperienza di gestore dell’economia è pessima quanto la sua reputazione di organizzatore di feste”, Bild in Germania “torna il bunga bunga” e si potrebbe andare avanti chissà fino a quando. Senza tralasciare un ultimo dettaglio, ultimo solo cronologicamente parlando e non di certo in chiave di importanza: sono passati davvero pochissimi mesi da quando, il tribunale di Milano ha condannato Berlusconi a 4 anni di reclusione per frode fiscale per l’acquisizione dei diritti Tv di Mediaset, e lo ha inoltre interdetto per tre anni da tutti i pubblici uffici. Qualcuno diceva che il tempo è un galantuomo, non rimane che affidarsi a lui.

Rey Brembilla

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