La 57esima edizione dei David di Donatello: trionfo per Tornatore, la sua è davvero la migliore offerta

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Giuseppe Tornatore si aggiudica tre David di Donatello, sei in tutto per la sua pellicola

Da anni non si fa che parlare di crisi del cinema italiano. Lo sappiamo tutti che viviamo tempi difficili, tante sono le famiglie che a fatica riescono ad arrivare a fine mese, e purtroppo la crisi economica spezza le gambe anche alla cultura, trascinandosi dietro l’industria del cinema. Lo ha ribadito lo stesso Presidente Napolitano alla cerimonia di presentazione dei candidati ai “David di Donatello” dell’anno 2013,  che si è tenuta venerdì 14 giugno presso il Quirinale, sottolineando l’importanza delle istituzioni nel riconoscere quel che il cinema italiano ha rappresentato e dovrebbe rappresentare per l’Italia e per il mondo intero. Un invito, quello del Presidente, rivolto alle istituzioni politiche e ai tecnici del cinema affinché si collabori insieme per riportare il cinema italiano al suo antico splendore.

 Ma le problematiche del cinema italiano non sono legate esclusivamente alla crisi economica che stiamo vivendo; infatti basta scavare, neppure tanto a fondo, per capire che i nostri prodotti cinematografici fanno fatica ad imporsi, mancano di originalità, di idee brillanti e finiscono per essere schiacciati dalle colossali produzioni cinematografiche americane. Quindi a mancare non sono solo i fondi monetari ma le idee. Il film di genere è andato pian piano sparendo, mentre il film d’autore è sempre più relegato ai margini del sistema che guida l’industria cinematografica italiana, e spesso non trova spazio nelle sale  o comunque fatica a trovarne; al suo posto  subentra il film comico/demenziale fatto di situazioni che si ripetono, comicità grossolana e volgarità gratuite. Eppure in una realtà resa debole da una crisi  sia creativa che economica, dove la figura dell’artista cinematografico ha quasi perso quella che un tempo era la sua valenza primaria, ci sono ancora registi italiani in grado di stupire, che si pongono all’attenzione del pubblico e al successo internazionale.

Ne è una prova  Giuseppe Tornatore che con “La migliore offerta” si  è aggiudicato sei David di Donatello, tra cui miglior film e migliore regia; oltre che i premi per la scenografia, i costumi, le musiche del maestro Ennio Morricone ed infine il David Giovani, trionfando come il reale vincitore di questa edizione del David di Donatello, battendo “Diaz” che si è portato a casa solo quattro statuette (miglior produttore, miglior montatore, miglior fonico di presa diretta e migliori effetti speciali visivi).

Vincitore della serata anche Valerio Mastandrea che si aggiudica il premio come miglior attore protagonista per “Gli equilibristi” e miglior attore non protagonista per “Viva la libertà”. Come migliori attrici protagoniste vengono premiate Margherita Buy e Maya Sansa.

Al terzo posto per il numero di statuette ricevute dopo “La migliore offerta” e “Diaz” troviamo “Reality” per miglior truccatore, miglior acconciatore e infine il premio al miglior direttore della fotografia Marco Onorato, scomparso un anno fa dopo una breve malattia (questa settimana arriva al cinema l’ultimo film per cui ha lavorato “Cha cha cha” per la regia di Marco Risi).

Il premio come miglior film dell’Unione Europea va ad “Amour” di Michael Haneke e il miglior film straniero a “Django Unchained” di Quentin Tarantino.

Infine il David speciale alla carriera va al maestro Vincenzo Cerami. A ritirare il premio Roberto Benigni e Nicola Piovani. 

Ciò che più di tutto ha distinto questa 57esima edizione dei David di Donatello è stato il suo ritorno in tv in prima serata su rai 1. A discapito del pubblico che forse ha preferito guardare altro, la serata non è stata quasi per nulla tediosa, anzi la consegna dei premi è avvenuta in maniera abbastanza scorrevole. L’ unica pecca che si potrebbe attribuirle è stata la presentazione a tratti carente affidata alla coppia di comici Lillo e Greg. Ma detto ciò la scelta dei vertici Rai di riportare il David di Donatello in prima serata è stata intelligente e si spera che nel lungo percorso che il cinema italiano dovrà intraprendere per ottenere i riconoscimenti che un tempo gli sono spettati di diritto, anche i premi del cinema italiano assolvano a questo compito.

Maria Scotto di Ciccariello

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