I lager dimenticati: gli orrori e le sevizie alleate nei confronti dei cittadini tedeschi

il defunto Eric Priebke

il defunto Eric Priebke

-“I tedeschi devono pagare la loro responsabilità per la guerra e mangiare zuppa per colazione, pranzo e cena” (Franklin Delano Roosvelt)

– “è necessaria una pace cartaginese” (diceva Churchill, riferendosi al massacro finale attuato dall’impero romano durante le guerre puniche).

La riscoperta di un libro inglese volutamente non tradotto in italiano, conferma come la storia non sia scritta dai vinti ma solo dai vincitori.

La lunga vicenda di Priebke ha giustamente rammentato l’episodio delle “fosse ardeatine” e quindi la triste pagina del nazismo e, a questo proposito, qualcuno ha sostenuto che chiunque professasse l’ideale hitleriano fosse colpevole: questa teoria può essere esatta, ma non giustifica le violenze e le angherie subite dai cittadini tedeschi innocenti, subito dopo la guerra.

“After te Reicht” di Giles Mc Donogh narra la storia della Germania dal 1945 sino al giugno 1948, in pratica fino all’attuazione del ponte aereo da parte degli Stati Uniti: curiosamente nessuna biografia della Germania si sofferma su questo periodo, a parte descrivere la divisione dello stato tedesco in quattro settori.

Semplicemente vi sono alcuni scheletri dell’armadio che nessuno ci tiene a svelare: Mc Donogh ha tentato di squarciare il misterioso velo.

In realtà gli stati vincitori, dimenticando qualsiasi principio di democrazia ed umanità, scatenarono la rabbia repressa nei confronti della popolazione innocente o addirittura colpirono le opere d’arte.

E’ giusto innanzi tutto rammentare che nelle ultime elezioni democratiche, Hitler ebbe una maggioranza del 33% e di conseguenza l’opposizione al regime fu del 67%: quindi la maggioranza dei tedeschi dovette subire una dittatura non voluta, una guerra non desiderata e addirittura punizioni inferocite da parte dei vincitori.

Potrebbe essere comprensibile ma non giustificabile la rabbia da parte delle nazioni invase dal nazismo ma è assurda quella statunitense, proveniente da una nazione universalmente riconosciuta come democratica.

Approfittando di un reale periodo di penuria economica, gli stati vincitori esagerarono la razionalizzazione del cibo (di là da ogni logica di sopravvivenza) determinando il deperimento e la morte precoce di tanti tedeschi.

Le due punizioni più utilizzate dagli avversari del nazismo, furono lo stupro e il furto: atteggiamenti tipici delle truppe barbare che invadevano le città antiche (per esempio i Lanzichenecchi a Roma) ma paradossali se compiuti da nazioni che si professavano civili.

Riguardo alla violenza sessuale, gli ingenui tedeschi offrivano da bere e mangiare ai soldati ma erano ripagati con estrema crudeltà: le suore e le infermiere erano i maggiori bersagli (un russo n’approfittò di un’infermiera, mentre era curato), le donne rischiavano la morte perché contraevano la sifilide (o addirittura alcune erano spinte al suicidio per il disonore dello stupro) e durante il “mercato nero” la prostituzione era considerata “merce di scambio”.

Le disgraziate tentavano di sfuggire presentandosi con i bambini (quindi i russi s’impietosivano) o addirittura fingendosi comuniste e quindi evitando un disonore comune di classe.

Riguardo al furto era d’uso svaligiare le abitazioni ed i russi erano particolarmente attratti dalle opere d’arte o da oggetti particolari (biciclette, dischi, grammofoni, ecc.): alcune volte usarono sprezzatamene bere vodka nei preziosi vasi del ‘700 e, una volta, nascosero oggetti preziosi in una torre, che involontariamente fu incendiata con un grave danno culturale e disperazione degli stessi sovietici.

A questo riguardo gli Stati Uniti compirono minori vandalismi, ma resta vergognoso l’episodio  legato al gran compositore Richard Wagner (“colpevole” di essere ammirato artisticamente da Hitler), la cui memoria fu infangata: le sue opere furono bandite in terra tedesca, l’abitazione fu distrutta, il pianoforte “profanato” in uno squallido locale jazz e addirittura la figlia (che aveva salvato alcuni ebrei) fu rinchiusa in un campo di concentramento.

Gli americani e i francesi addirittura inauguravano una politica di “ Apartheid”: alle popolazioni autoctone erano negati i più elementari bisogni (i bambini teutonici non potevano frequentare le scuole elementari) ed ogni soldato francese o americano era sottoposto a corte marziale se intratteneva rapporti con la popolazione germanica (matrimoni, visita nelle case o addirittura divertimenti comuni).

L’unico “rapporto” consentito era quello dello stupro, principalmente compiuto dai soldati di colore: gli eventuali bambini erano destinati all’adozione per insabbiare la vergogna dell’atto compiuto.

L’esercito inglese seguiva metodi meno cruenti ma non per questo meno offensivi: la popolazione tedesca era “colonizzata” dai britannici e costretta a lavorare con coercizione, usando l’inglese come prima lingua.

Troppe volte l’impianto investigativo e giudiziario peccava di pressappochismo, essendo colpiti i “ pesci piccoli” e graziando i maggiori colpevoli: il famoso processo di Norimberga vide solo 400 condannati alla giustizia capitale, su 8.000 imputati.

Pericolosi assassini (o complici come gli industriali) furono lasciati a piede libero.

Probabilmente a causa di un temperamento più sanguigno e vendicativo, le peggiori situazioni furono subite dai tedeschi presenti negli stati d’Europa orientale: in Polonia ci si accanì contro i simboli religiosi teutonici (oltre ai già citati stupri di suore, si usava compiere vandalismi nelle chiese), i nobili d’origini tedesche erano trattati come semplici contadini e addirittura in Cecoslovacchia si organizzavano dei macabri giochi simili a quelli degli antichi romani nei confronti dei primi cristiani (la popolazione si divertiva ad andare allo stadio ed osservare i militari sovietici che tiravano al bersaglio contro i terrorizzati cittadini tedeschi).

Le punizioni peggiori gravarono però su gli ex SS: la reazione poteva essere giustificata tale era la rabbia, ma anche la vendetta ha un limite e stupisce sempre che l’atteggiamento feroce venga da chi professava libertà e tolleranza.

I soldati americani costringevano i tedeschi a compilare un test (spesso costituito da domande stupide) per controllare chi aveva intrattenuto rapporti col passato regime, i colpevoli erano rinchiusi.

Verso gli ex SS furono ripristinati i vecchi campi di concentramento: i prigionieri furono tenuti in condizioni disumane, spesso subendo barbare torture (anglo-americani si divertivano a lanciare i sassi contro i prigionieri).

I primi tempi videro un aumento della violenza al punto di ripristinare le camere a gas e addirittura (i sovietici) ad eseguire crocifissioni.

Giles Mc Donogh ovviamente analizza un lato nascosto del dopo guerra, ma rammenta quello universalmente riconosciuto: descrive l’orrore nazista e, nello stesso tempo, conferma come gli stati vincitori furono in grado di riabilitare lo stato tedesco nel mondo della democrazia.

Rey Brembilla

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