Caso marò, le udienze slittano a dopo Pasqua

L’Alta Corte di Kochi, che deve stabilire quale giurisdizione applicare ai marò italiani in carcere, non si riunirà prima della prossima settimana. Lo rende noto l’Ansa

L’Alta Corte di Kochi che deve stabilire quale giurisdizione applicare ai marò italiani in carcere, Massimiliano La Torre e Salvatore Girone, non si riunirà prima della prossima settimana. Lo rende noto l’Ansa citando fonti della delegazione italiana in Kerala. Stesso discorso vale per l’udienza davanti al giudice istruttore di Kollam per il rilascio della Enrica Lexie.

Dopo aver ricevuto martedì una memoria dell’Italia a sostegno della giurisdizione italiana riguardo il giudizio nei confronti di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, il giudice P.S. Gopinatahn ha aggiornato la seduta evitando di fissare una nuova data. “Visto che la prossima udienza non è stata messa in calendario martedì sera – precisa una fonte – ormai è certo che se ne riparlerà la prossima settimana”, quindi dopo Pasqua. Contestualmente, nel dispositivo con cui una sezione d’appello dell’Alta Corte annulla un verdetto di primo grado favorevole al rilascio della petroliera italiana, i giudici chiariscono che l’armatore potrà presentare una nuova richiesta al giudice istruttore di Kollam competente “entro una settimana dal ricevimento di una comunicazione scritta sulla sentenza”. Il giudice dal canto suo dovrà esprimersi “entro una settimana dalla presentazione di una istanza di rilascio della Enrica Lexie da parte del proprietario della nave”, i Fratelli d’Amato di Napoli.

La comunità indiana in Italia ha raccolto più di 4000 firme per chiedere la liberazione dei due marò, firme che sono state in seguito consegnate al ministro per la Cooperazione e l’Integrazione, Andrea Riccardi, e all’ambasciatore dell’India in Italia. “Questa raccolta di firme – dice Riccardi ricevendo la delegazione indiana – mostra il livello di immedesimazione dei sikh che vivono e lavorano in Italia con le nostre vicende nazionali. Speriamo che le firme possano fare pressione per ottenere la liberazione dei due marò italiani e che presto queste due persone possano essere restituite alle loro famiglie”.

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