Un mistero tinto di musica

Rosemary Brown, una vedova londinese, possedeva un pianoforte, ma, come pianista, era ancora una principiante. Conosceva solamente un musicista: un ex organista di chiesa che stava cercando di insegnarle a suonare. Il mondo della musica e i londinesi non seppero spiegarsi, quindi, come, nel 1964, essa iniziasse a comporre opere musicali che sembravano scritte da grandi maestri.
In realtà, la Brown dichiarava di essere una veggente, e anche sua madre e sua nonna avevano avuto fama di possedere facoltà paranormali. Essa affermò che Franz Liszt, che le era apparso da bambina in una visione, aveva ora cominciato a portarle della musica di Beethoven, Bach, Chopin e altri compositori. Ciascuno le dettava la propria musica. Certe volte, essa asserì, questi maestri guidavano le sue mani, facendo cadere le dita sui tasti giusti e altre volte si limitavano a suggerirle le note. Tra le opere da lei composte si enumerano gli epiloghi delle sinfonie Decima e Undicesima di Beethoven, da lui lasciate incompiute quando morì, una sonata di quaranta pagine di Schubert e numerosi lavori di Liszt e di altri autori.
Sia musicisti sia psicologi esaminarono il materiale e vagliarono attentamente ogni rigo musicale e ogni parola scritta dalla Brown. Mentre alcuni critici musicali liquidarono le composizioni considerandole copiate, e neanche bene, altri rimasero sbalorditi per la portata delle composizioni. Tutti concordarono sul fatto che ogni pezzo da lei prodotto era indiscutibilmente scritto nello stile del musicista a cui era attribuito. Nessuno trovò prove che la donna mentisse e la maggior parte di chi indagò sul caso si pronunciò a favore della sincerità della Brown. Le composizioni musicali erano molto al di sopra delle sue capacità artistiche.
Liszt, però, non fu di parola con la Brown. Infatti, nella sua prima apparizione le aveva promesso che un giorno l’avrebbe fatta diventare una grande musicista. Malgrado ciò essa rimase una pianista priva di talento. Forse per questo, da quanto racconta la stessa Brown, i compositori che le dettavano musica spesso alzavano le mani al cielo ed esclamavano: Mein Gott!.

Rosemary Brown, una vedova londinese, possedeva un pianoforte, ma, come pianista, era ancora una principiante. Conosceva solamente un musicista: un ex organista di chiesa che stava cercando di insegnarle a suonare. Il mondo della musica e i londinesi non seppero spiegarsi, quindi, come, nel 1964, essa iniziasse a comporre opere musicali che sembravano scritte da grandi maestri.In realtà, la Brown dichiarava di essere una veggente, e anche sua madre e sua nonna avevano avuto fama di possedere facoltà paranormali. Essa affermò che Franz Liszt, che le era apparso da bambina in una visione, aveva ora cominciato a portarle della musica di Beethoven, Bach, Chopin e altri compositori. Ciascuno le dettava la propria musica. Certe volte, essa asserì, questi maestri guidavano le sue mani, facendo cadere le dita sui tasti giusti e altre volte si limitavano a suggerirle le note. Tra le opere da lei composte si enumerano gli epiloghi delle sinfonie Decima e Undicesima di Beethoven, da lui lasciate incompiute quando morì, una sonata di quaranta pagine di Schubert e numerosi lavori di Liszt e di altri autori.Sia musicisti sia psicologi esaminarono il materiale e vagliarono attentamente ogni rigo musicale e ogni parola scritta dalla Brown. Mentre alcuni critici musicali liquidarono le composizioni considerandole copiate, e neanche bene, altri rimasero sbalorditi per la portata delle composizioni. Tutti concordarono sul fatto che ogni pezzo da lei prodotto era indiscutibilmente scritto nello stile del musicista a cui era attribuito. Nessuno trovò prove che la donna mentisse e la maggior parte di chi indagò sul caso si pronunciò a favore della sincerità della Brown. Le composizioni musicali erano molto al di sopra delle sue capacità artistiche.Liszt, però, non fu di parola con la Brown. Infatti, nella sua prima apparizione le aveva promesso che un giorno l’avrebbe fatta diventare una grande musicista. Malgrado ciò essa rimase una pianista priva di talento. Forse per questo, da quanto racconta la stessa Brown, i compositori che le dettavano musica spesso alzavano le mani al cielo ed esclamavano: Mein Gott!.

Fonte: Menphis75.com

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