Sicilia, Lombardo: “Mi dimetto il 31 luglio”

Raffaele Lombardo, Presidente della Regione Sicilia, si dimetterà il 31 luglio

Le dimissioni dalla carica di Presidente della Regione Sicilia le rassegnerà fra una settimana, il prossimo «31 luglio». Ma la Regione – ci tiene a precisare Raffaele Lombardo – non rischia il default («è una gran balla») e non sarà commissariata: «non è mai esistita l’ipotesi di commissariamento», scandisce il governatore di fronte alla stampa.

Lombardo oggi era a Roma per incontrare il Presidente del Consiglio, Mario Monti. Dalla riunione, durata circa un’ora e mezza, è emersa una richiesta di Palazzo Chigi: dare vita a «un piano di rientro finanziario e di riorganizzazione della pubblica amministrazione regionale, che sia vincolante nei tempi e negli obiettivi». Esiste un’esigenza «improcrastinabile – osserva Monti in una nota – di provvedere a un rigoroso piano di riduzione e contenimento della spesa regionale, in simmetria con quanto si sta realizzando a livello nazione con il decreto della spending review».

L’incontro tra Monti e Lombardo è stato richiesto da quest’ultimo, ricorda la nota di Palazzo Chigi, a seguito di una lettera del premier in cui si esprimeva viva preoccupazione riguardo alla stabilità finanziaria della Regione. Ma il mito di un rischio default – ha sottolineato il governatore parlando con i cronisti – è stato sfatato: «L’incontro è andato molto bene e, come sostenevamo, l’idea che i conti della Sicilia non fossero in ordine era una grande balla. La Regione ha i conti solidi e una finanza sostenibile». «La criticità» della Sicilia, ha detto Lombardo, è «la liquidità» e «da qui alle elezioni (se Dio vorrà, il 28 e 29 ottobre) non ci saranno spese, non ci saranno sperperi». Ma ci sarà invece «un programma di contenimento della spesa e di investimenti per la crescita, che dovrà essere, se lo augura il Premier, il punto caratterizzante di qualunque governo interverrà dopo di noi». Intanto oggi lo Stato ha «sbloccato 240 milioni di euro per la Sanità» siciliana, «a prescindere dai 400 milioni di cui si è parlato nei giorni scorsi. Ma noi – ha precisato Lombardo – non chiediamo neppure che questi crediti ci vengano riversati, perchè comunque i nostri conti tengono per le radicali riforme che abbiamo approvato».

A Palazzo Chigi, attorno al tavolo, c’erano tra gli altri, per il governo, i ministri Grilli, Gnudi e Barca e il sottosegretario alla Presidenza Catricalà; per la Sicilia, gli assessori alla sanità e all’economia, Massimo Russo e Gaetano Armao, insieme al Ragioniere generale, Biagio Bossone. Monti ha posto l’accento sulla «necessità che, parallelamente all’impegno alla riduzione dell’organico del personale regionale, parta un processo di confronto serrato, a livello tecnico, per un’analisi di dettaglio di tutte le componenti di spesa del bilancio regionale». Verrà quindi «predisposto – conclude la nota governativa – nei tempi più brevi un programma di riforme strutturali e di riorganizzazione dell’amministrazione pubblica regionale, vincolante negli obiettivi e nei tempi, e costantemente monitorato dalle strutture tecniche del governo nazionale, alla cui realizzazione saranno subordinati i trasferimenti nazionali nel quadro realizzativo del federalismo fiscale». Su questo non si sgarra.

Fonte: LA STAMPA.IT

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