Sex blues: depressione dopo il sesso, ne soffre una donna su tre

Prende dopo l’amplesso e dura pochi minuti: il sex blues coinvolge numerose donne sessualmente attive.

«Nell’arco della vita l’attività sessuale si svolge a forma di cerchio. Comincia dove finisce, con le carezze».

Queste le parole di Carlo Gragnani nel suo “Si fa per dire…”, scritto nel 1989, per descrivere il viaggio attraverso le emozioni, gli odori e l’eccitazione del momento in cui due corpi si fondono. Solo che non sempre va così. A quanto risulta dai dati di una ricerca effettuata all’università australiana del Queensland, sinergicamente con quella dello Utah negli Stati Uniti – una donna su tre prova una grande senso di tristezza subito dopo aver avuto un rapporto sessuale. Il sintomo più frequente è il pianto.

Lo studio ha coinvolto un panel di duecento donne con una vita sessuale attiva. Oltre il 32 percento ha ammesso di soffrire di questa sindrome denominata “sex blues” ed non è correlabile alla soddisfazione o meno raggiunta nel corso della prestazione o delle posizioni assunte. Si tratta di una crisi che, il più delle volte, si risolve in pochi minuti ed è immediatamente dopo la fine del rapporto. Il corpo si rilassa, ma la psiche si ritrova ad elaborare un “lutto” tale per cui il pianto, malinconia, irritabilità e una sensazione di  ansia. Paragonabile alla “baby blues” (sindrome post-parto), ma di intensità decisamente ridotta. La maternity blues non va confusa con la depressione che determina ben altri stati d’animo. A quanto risulta dalle statistiche, i casi variano dal 50 all’84 percento e solo il 20 percento sviluppa una vera e propria depressione postpartum. I sintomi principali – che si ravvisano anche, come detto precedentemente, nel sex blues – sono, oltre a quelli prima indicati, anche la sensazione di dipendenza e l’instabilità dell’umore. Anche questo disagio ha una durata marginale: dai dieci ai quindici giorni dopo aver partorito e senza alcun supporto medico.

La ricerca risale a qualche mese fa e ha avuto l’enorme riconoscimento di essere pubblicata sul Journal of Sex Health. Si tratta si un percorso ancora lungo, come specifica il professore australiano Schwetzer, poiché si vogliono andare ad esplorare anche sul “senso di sé” delle donne che hanno ammesso di soffrire di questa sindrome, nonché dell’eventuale predisposizione genetica e che, quindi, crei un legame diretto tra la persona e il sex blues. Una lieve depressione che assale la donna alla conclusione del singolo rapporto è concepibile in coloro che sono state vittime di traumi infantili o violenze sessuali. Strana, però, che la percentuale sia così alta in donne apparentemente equilibrate e con una vita tranquilla.

Roberta Santoro

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