Playlist che passione!

La madre di tutte le playlists: la musicassetta

Chi di noi in adolescenza non si è mai cimentato nel difficile compito di fare una compilation? Per chi è nato negli anni ‘80 come il sottoscritto ricorderà le celebri musicassette, dove poter mettere canzoni in fila con precisione chirurgica e metodologia da scalette di artisti consumati.

La voglia del fruitore di musica di creare playlists personalizzate non si è certo placata col tempo. “Alta Fedeltà” di Nick Hornby parla proprio di questo, di quanto sia difficile saper dosare conoscenze, buon gusto, canzoni adatte per determinati momenti e così via.

Con l’avvento di internet molti programmi ed applicazioni sono venute in aiuto al consumatore di musica, ancora alle prese con i nastri delle musicassette, oggi finite nel dimenticatoio e neanche più prodotte.
Sicuramente Winamp è il capostipite delle playlists. Uno dei primi “playes” per pc degli anni ‘90, permetteva (e permette) di mettere assieme singoli mp3 e di salvare la lista per poterla riascoltare in un secondo momento.
Cosa che poteva essere fatta con Windows Media Player, ma chi ha utilizzato Winamp sa di cosa parliamo in termini di rapidità e fruibilità del programma.

Successivamente iPod fu. La Apple sbanca letteralmente con l’apparecchio per ascoltare musica più famoso degli anni ‘00, che diventa sempre più piccolo e sempre più lineare nei suoi comandi. In varie versioni (con più o meno giga, con o senza display etc.), l’iPod oltre a creare playlists ha introdotto il concetto della compilation a portata di mano, una vera manna per organizzare feste a tema o per avere sempre con sè la propria colonna sonora.

Oggi, in piena era Web 2.0, siamo ricchi di programmi che funzionano tramite browsers come Google Chrome o Firefox, o applicazioni per smartphones o tablets Apple o Android.
Il più famoso e più in voga in questo momento in Europa (specie nelle nazioni del nord) è Spotify.
Creato in Svezia nel 2006, attualmente il servizio di streaming playlits è disponibile solo nell’Europa del nord, Spagna e Paesi Bassi (non ci meraviglia che l’Italia ancora non lo conosca…).
Altro programma interessante è Mixcloud, che oltre al concetto di playlist allarga alle radio in streaming ed in generale alle attività da DJ, con la possibilità di salvare le liste messe online dai vari utenti (molti artisti come Graham Coxon o i Beady Eye sono già assidui frequentatori di questi siti).

In attesa quindi di verificare Google Music (ancora in versione Beta) e iCloud, non ci resta che indossare le cuffie, prendere carta e penna, e pensare alla migliore playlist della nostra estate.

http://www.spotify.com/int/
http://www.mixcloud.com/

Marco Della Gatta

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