Percolato e panico invadono Chiaiano

Un’immagine del pozzo di percolato esploso nella discarica di Chiaiano

Non sembrano avere fine i problemi della discarica di Chiaiano e, ancor di più, aumentano i disagi per i cittadini della zona che la ospita. Proprio mentre si discute di un ulteriore ampliamento del sito, l’esplosione di una vasca di percolato semina ancora una volta il panico ed alimenta i, già fondati, sospetti dei cittadini in relazione alle modalità di gestione della discarica. Soltanto pochi mesi fa, infatti, una parte del sito veniva sequestrata dai carabinieri per sospette infiltrazioni camorristiche – il 4 agosto termineranno i rilievi effettuati nel corso di tale inchiesta, volti a valutare la qualità dell’argilla utilizzata per mettere in sicurezza ed impermeabilizzare la discarica. Più volte si è detto, poi, che la gestione poco chiara del sito e dei subappalti avrebbe causato una contaminazione delle falde acquifere della zona. Oggi si torna a parlare di rischi per la salute dei cittadini, rischi che sembrano sempre più tangibili, soprattutto se a renderli tali è una vera e propria esplosione di una delle vasche di percolato, all’interno della cava.

L’esplosione, avvenuta giovedì 28 luglio durante una visita istituzionale, alla presenza del sindaco di Mugnano, Giovanni Porcelli, del consigliere del Comune di Napoli, Pietro Rinaldi, e dell’assessore all’Ambiente del Comune di Marano, ha generato un geyser alto circa 15 metri: il percolato si è sparso all’interno della discarica, la puzza si è estesa su tutto il territorio di Chiaiano-Marano e un senso di diffuso malessere ha colpito la popolazione residente nei dintorni della cava. In molti si sono recati al pronto soccorso, accusando malori di vario tipo (nausea, vomito, difficoltà respiratorie), e, dopo essersi muniti di apposito referto medico, meditano un’azione legale contro il nocivo geyser di percolato.

Alcuni membri dei comitati anitdiscarica, presenti sul posto il giorno dell’esplosione per effettuare un sopralluogo con le autorità e manifestare il loro dissenso nei confronti di un possibile ampliamento del sito, hanno avuto l’opportunità di girare un video dell’accaduto: diffuso già in rete e ai media, il materiale audiovisivo sarà consegnato ai Noe dei carabinieri affinchè siano effettuati accurati rilievi per stabilire le cause che hanno portato all’esplosione del pozzo di percolato, valutare se il fenomeno sia accaduto in altre occasioni ed individuare i rischi effettivi per la salute dei cittadini quando si verificano tali incidenti.

I sospetti, infatti (formalizzati in un esposto alla Procura, presentato dai comitati antidiscarica con il consigliere Rinaldi ed il sindaco di Mugnano, Giovanni Porcelli), riguardano la possibilità che il fenomeno si sia già verificato in precedenza e sia stato occultato affinché non fosse noto alla popolazione e alle autorità: “E’ il primo grave incidente che si registra nella discarica di Chiaiano alla presenza dei cittadini e di rappresentanti istituzionali” – si legge in una nota diffusa dai comitati antidiscarica – “i comitati si chiedono quante altre volte sia avvenuta un’esplosione del genere senza che fosse stata resa nota alla cittadinanza”. Del resto i cittadini, i cui nasi sono ormai avvezzi ai poco piacevoli effluvi emanati dalla discarica, hanno notato che, da alcuni giorni, la puzza è persino più forte; tanto quanto lo è stata giovedì dopo l’allarmante esplosione.

Compito delle Istituzioni è salvaguardare la cittadinanza e, quantomeno, cercare di tutelare un territorio ormai infestato: non soltanto dalla monnezza e dal suo fetore, che da tempo affligge la popolazione, ma soprattutto dalla paura. Una cappa maleodorante sovrasta i cittadini di Chiaiano e dintorni, generata dall’angoscia per i continui attentati alla propria salute e dal pericolo costante di contrarre malattie. E la paura non può che diventare panico se i sospetti iniziano a trasformarsi in realtà.

 Sara Di Somma

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