Milioni di fedeli in lutto per la morte del leader spirituale Sai Baba


Un'immagine del santone Sathya Sai Baba, scomparso domenica scorsa

Sathya Sai Baba, il celebre leader sprituale indiano, si è spento all’età di 85 anni Domenica 24 Aprile. Sai Baba, al secolo Sathya Narayana Raju, soffriva da tempo di problemi cardiaci. Da oltre una settimana non respirava più autonomamente ed era sottoposto a dialisi presso l’Istituto di scienze mediche Sri Sthya Sai, fondato da lui in precedenza, centro in cui Domenica mattina alle 7.40 ora indiana (4.10 in Italia) è deceduto per un collasso cardiocircolatorio.

La salma del guru è rimasta esposta nell’ashram di Puttaparthi, la città natale di Sai Baba, situata a sud-est dell’India, nella regione di Andhra Pradesh; qui per tre giorni i fedeli di tutto il mondo hanno potuto salutare per l’ultima volta il loro leader spirituale. Oggi è l’ultimo giorno di veglia funebre prima dei funerali di stato, che si terranno Mercoledì mattina alle 9.00 ora indiana (5.30 in Italia). Il feretro, posto in una bara di vetro, è stato visitato da oltre 100 mila persone, le quali non potranno partecipare ai funerali che saranno riservati a poche centinaia di persone. Le spoglie mortali di Sai Baba saranno tumulate in un samadhi, una sorta di mausoleo, che sarà posizionato nella Kulwant Hall, la grande sala inaugurata 10 anni fa, contenente 10 mila posti, in cui il santone offriva la sua benedizione ai fedeli ogni giorno, presso l’ashram Puttaparthi. Il samadhi diventerà una nuova meta di pellegrinaggio per i milioni di fedeli, proprio come la tomba di Shirdi Baba, un mistico indiano del XIX secolo morto nel 1918, di cui Sai Baba affermava di essere la reincarnazione.

Ma chi era Sai Baba? Esso rappresenta una delle più importanti e controverse figure spirituali del Subcontinente; nato nel Novembre del 1926 a Puttaparthi, cittadina di 25 mila persone, è sempre stato considerato un prodigio. Egli, fattosi divinità in terra, raggiunse l’apice della sua popolarità negli anni ’70; la sua influenza si è diffusa prima in India e poi si è allargata a macchia d’olio in tutto il mondo.
Il suo credo ed il suo carisma hanno stregato il popolo e l’alta società, è riuscito ad avere l’approvazione di uomini politici, dello spettacolo e di imprenditori di fama mondiale, basta ricordare: i Beatles, in particolare George Harrison, i campioni di cricket quali Sachin Tendulkar, l’astronauta Neil Amstrong, il divo hollywoodiano Steven Seagal, e ancora Sarah Ferguson, Indira e Rajiv Gandhi, Antonio Craxi (fratello di Bettino) e si vocifera che persino Micheal Jackson sia stato suo seguace.
Quel che Sai Baba professava non era altro che un unità di tutte le religioni: egli non obbligava nessuno a lasciare il proprio credo precedente. Negli anni ha fondato diverse attività educative (un’università), sanitarie (un ospedale e diverse cliniche) e di solidarietà nel suo paese, vi è una fondazione che porta il suo nome, la quale presenta un fondo fiduciario pari a 9 miliardi di dollari. Ha quindi dato un forte contributo al suo paese migliorandone la vita economica. Ma al suo operato ci sono state numerose critiche, il santone è stato definito anche un truffatore che con dei trucchi da illusionista materializzava oggetti durante i suoi incontri con i fedeli, che acclamavano le sue esibizioni come dei veri e propri miracoli. Altre critiche alla sua figura sono venute dalla gestione dell’impero finanziario costruito nel corso della sua vita, e da presunti casi di molestie sessuali, di tipo omosessuale, per i quali Sai Baba non è mai stato incriminato, poiché protetto da ministri, giudici e parlamentari.

Simona Esposito

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