Ma cosa vuole davvero Tremonti? Appello al ministro: non fare il Fini

Caro Tremonti, otti­mo lavoro, ma ades­so non fare il Fini. Ti manca solo quel­

lo per completare il mira­colo: hai salvato l’Italia dal disastro economico, hai tenuto salda la rotta tra Scilla, Cariddi e la tempe­sta dell’euro, hai scongiu­rato le depressioni greche e spagnole, hai sconfitto il Polifemo bancario, ora non ti resta che resistere al­le sirene del dopo-Berlu­sconi. Il dato del fabbiso­gno registrato ieri dal Teso­ro (­ 19,3 miliardi di euro ri­spetto al 2009) è il sigillo sulla tua gestione magi­strale dei conti pubblici. Complimenti. Ma ora che hai risparmiato su tutto e che ci hai risparmiato il crac finanziario, ti preghia­mo, o divin ministro, ri­sparmiaci pure da un’al­tra odissea politica. Come Ulisse saresti perfetto. Ma come “nessuno” ci basta Gianfranco.

Per carità, siamo sicuri che non ci stai nemmeno pensando. Siamo sicuri che quelli che circolano nei palazzi sono solo pette­golezzi. E siamo pertanto sicuri che le nostre racco­mandazioni risulteranno inutili come la brillantina per il tenente Kojak o co­me un segretario per il Pd. Ma, ecco, se mai un gior­no ti balenasse l’idea di ur­lare «che fai, mi cacci?», in faccia a Berlusconi, maga­ri dopo aver pianificato il tentativo di farlo secco, beh, non dimenticare che la strategia non è mai risul­tata vincente. Anzi: finora tutti quelli che si sono mes­si lì a preparare il dopo- Sil­vio, si sono trovati, in real­tà, a fare i conti con il dopo­se stessi.

Mario Giordano da Il Giornale

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