LinkedIn cancella i professionisti del sesso

LinkedIn bandisce escort prostitute e gigolò

LinkedIn bandisce escort prostitute e gigolò

LinkedIn è un social network, impiegato principalmente per lo sviluppo di contatti professionali. Il social ha aggiornato i suoi termini di servizio aggiungendo una clausola che invita i suoi iscritti a non creare profili o pubblicare contenuti che promuovano servizi di escort e prostituzione anche dove la prostituzione è sostanzialmente legale, come in alcuni Paesi del Nord Europa, tra cui Olanda e Germania.  Il social network  ha sempre proibito ai propri iscritti di svolgere attività contrarie alla legge, ma ha voluto introdurre un’ulteriore precisazione per i Paesi in cui queste pratiche sono legali. Dunque ora anche in Germania o in Olanda, verranno cancellati gli account destinati ad altre finalità, tra cui promozione della prostituzione. Addio ai “curriculum” dei professionisti del sesso.

LinkedIn non è l’unica a bandire il porno dalla propria rete. Facebook invita chi vi si iscrive a non utilizzare il social network per “scopi illegali”, ma anche per pubblicare “contenuti pornografici” o per utilizzare applicazioni di terzi con contenuti correlati “a servizi di incontri“.

Twitter mette al bando contenuti illegali e sulla pornografia e vieta di “utilizzare immagini oscene o pornografiche nella foto del profilo o nello sfondo”.

Ma c’è da dire che LinkedIn rispetto a Facebook e Twitter,  ha voluto distinguersi modificando ufficialmente il proprio regolamento interno e rivendicando il diritto di cancellare chi non è in linea con i suoi standard. Un tratto distintivo per LinkedIn, da sempre considerato “il social network serio”, un social di professionisti, che sottolinea il suo essere una rete ricca di esperti di settore che punta a creare collegamenti interni per opportunità di lavoro. Sicuramente l’eliminazione di  profili di escort, prostitute, gigolò, contribuirà a rendere il social più professionale.  La natura professionale di Linkedin accresce l’interesse di chi cerca un’occupazione, ma anche dei reclutatori e delle aziende.

Anche Apple è molto rigida nei confronti del porno. Vine, l’app di Twitter per condividere video di sei secondi, è stata “censurata” e costretta a cambiare la sua disponibilità d’uso dai 12 anni degli utenti ai 17.

Giuseppina De Angelis 

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