Lampedusa: la nuova terra promessa

Bennato lo chiama il paese dei Balocchi, e l’Italia rimane ancora per molti extracomunitari un sogno ricco di aspettative, un mare di speranza che, però, si infrange sulla banchina e nella folla dei centri di accoglienza una volta sbarcati.
Il nostro paese risulta la quarta nazione europea per il numero di extracomunitari residenti, ponendosi alle spalle della Germania, Spagna e della Gran Bretagna. Il maggior numero di immigrati in Italia è costituito da Europei; seguono Africani, Americani e, infine, gli Asiatici. A spingere i migranti verso il nostro paese è quasi sempre la disperazione per la propria condizione attuale, e la speranza di un futuro migliore: la stessa motivazione che in questi ultimi giorni sta spingendo centinaia di Tunisini, in fuga dall’instabilità politica del loro Paese, a raggiungere l’Italia a bordo delle “carrette del mare”, approdando – e provocando non pochi problemi – sulle coste siciliane. A Lampedusa, baluardo marittimo dell’immigrazione africana via mare, si trovano per ora circa 1300 immigrati, ospitati in un centro di prima accoglienza purtroppo incapace di contenere e gestire un tale esubero: esubero che ha già provocato tensioni all’interno del Cie, dove due gruppi di tunisini si sono scontrati a sassate per i turni del cibo.

A Lampedusa è stato di emergenza: il 18 Febbraio il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha firmato l’ordinanza di protezione civile sull’emergenza immigrazione che prevede lo stanziamento di un milione di euro per trasformare il Villaggio degli aranci a Mineo (Catania) in un centro di accoglienza che sgravi almeno in parte quello di Lampedusa ormai stracolmo, la costruzione di depositi e siti di stoccaggio per le imbarcazioni degli immigrati, la nomina di un commissario straordinario, l’utilizzo di 200 militari delle Forze armate e di una task-force costituita da 10 esperti per fronteggiare l’emergenza e, eventualmente, impedire ulteriori sbarchi, che si preannunciano cospicui, a causa dei recenti avvenimenti che hanno sconvolto tutto il Maghreb, tanto da costituire, secondo gli esperti, un vero e proprio esodo senza precedenti.
Intanto, ieri è stato riaperto il ponte aereo di Lampedusa, per trasferire 400 immigrati in altre strutture italiane, in attesa dell’espletamento delle pratiche volte ad accertare la sussistenza dei requisiti previsti per il riconoscimento dello status di rifugiato. Secondo la normativa vigente è previsto il rimpatrio quando l’immigrato è sprovvisto del visto di ingresso per il motivo per il quale intende soggiornare nel nostro paese (lavoro, studio, cure mediche ecc.); non è possibile invece l’espulsione per i minori stranieri non accompagnati e per coloro che presentano domanda di asilo.

Allo stato attuale l’ingresso nel nostro paese è consentito solo a coloro che rientrano nelle quote fissate annualmente dal decreto flussi, che corrispondono a circa 100 mila , mentre le richieste superano i 400 mila. L’ultimo decreto flussi risale al 2008 con 150 mila posti messi a disposizione, nel 2009 c’è stata la sanatoria limitata a colf e badanti; inaspettatamente è giunto il nuovo decreto flussi, esso prevede 86.580 nuovi ingressi e 11.500 conversioni di permessi di soggiorno. Cifre che, per quanto enormi risultano essere, appaiono misere in confronto alle richieste pervenute in meno di 15 giorni al Viminale, 406.392 domande.
Ottenere il permesso di soggiorno e un lavoro regolare non sono gli unici problemi che un immigrato deve affrontare: il più sottile rischio di discriminazione e di mancato inserimento sociale si annida dietro l’angolo. E’ di necessaria importanza dare spazio all’accoglienza e all’inserimento degli immigrati nel territorio di residenza, nella scuola e nel lavoro, con un occhio di riguardo per i minori immigrati che giungono nel nostro paese per scelta dei propri genitori lasciando a malincuore il proprio paese di origine. Una mancata conoscenza delle diversità, con i conseguenti conflitti che ne possono scaturire, sono la causa delle difficoltà che il minore straniero incontra nell’inserimento nella scuola e che comporta, il più delle volte, il mancato adempimento dell’obbligo scolastico e l’avvio ad un percorso di marginalità sociale che può sfociare in fenomeni di microcriminalità.

Per il momento, l’unico dato confortante che fa sperare in una riduzione degli sbarchi è quello delle previsioni meteo che, secondo la centrale operativa della capitaneria di porto di Palermo, portano un peggioramento del tempo con mare forza 6 e forti raffiche di maestrale che dovrebbe scoraggiare la partenza di ulteriori barconi dalle coste della Tunisia.

Simona Esposito

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