La recensione di Assassin’s Creed III: La liberazione

L'immagine presa dalla presentazione di Assassins Creed 3

L’immagine presa dalla presentazione di Assassins Creed 3

Anche se un bel po’ in ritardo, questa recensione non poteva non essere fatta, parliamo di uno dei pochi giochi che non ha deluso nessuno nell’aspetto principale della saga: la progressione della trama. Prodotto dalla Ubisoft e sviluppato dalla AnvilNext, Assassin’s Creed ha raggiunto il terzo capitolo facendosi facilmente strada tra gli innumerevoli giochi appartenenti alla categoria “avventura dinamica” altresì detta “stealth” . Nella fattispecie quando si crea un seguito in un gioco o in un film si tende a far calare l’emozione e l’adrenalina iniziale che sale come un’onda marina in piena tempesta, Assassin’s Creed III è la prova che si può amare la propria creazione virtuale come fosse un figlio, crescendolo verso una strada in salita, attraversando montagne rocciose,  non arrancando verso strade piatte, sterili e prive di scelte. Detto questo, iniziamo:

La Trama – Commovente – In questo capitolo l’intensità è la caratteristica principale che accompagna ogni evento. Il giovane Desmond Miles, protagonista assoluto di questa serie, dovrà affrontare un altro viaggio nella storia con l’Animus; un simulatore virtuale che estrae ricordi mnemonici dal corredo genetico dell’individuo e ne ricostruisce virtualmente le epoche e determinate esperienze impresse nella memoria dell’antenato che si vuole personificare. Desmond si risveglia dal coma dell’Animus successivamente alle istruzioni della dea Giove, apparsa al protagonista nel precedente capitolo, riguardo la prevenzione del cataclisma solare previsto per il 21 Dicembre 2012. Aiutato dal suo piccolo “team” di esperti, Desmond siederà ancora una volta sull’Animus volando verso il lontano 1775, egli potrà calpestare le polverose terre americane nel periodo della Guerra di indipendenza. Questa volta sarà nei panni di un antenato assassino inglese, Haytham Kenway, traviato dal mercante Reginald Birch verso la strada dei Templari. Senza troppe chiacchiere inizierete col vostro primo omicidio. Un nobile anziano perderà la vita a causa vostra per un medaglione che potrà svelarvi i segreti del tempio americano nelle colonie del Nuovo Mondo e vi permetterà di radunare man mano vostri “fedeli”, tra questi un “preferito”: Charles Lee, un famoso militare statunitense. Nella sua avventura, Kenway conoscerà una nativa Mohawk chiamata Kaniehti:io di cui si innamorerà e a sua insaputa diverrà la madre di suo figlio. Più di ciò non oso dire, avete dinanzi a voi una lunga strada, tutto inizia da qui e non ci sarà tempo per distrazioni.

Protagonisti:

Haytham Kenway – Percorrerete una parte della strada del gioco con questo personaggio. Una uomo continuamente combattuto interiormente ma che mai oserebbe mostrarlo esteriormente. Un carattere silente ma con la risposta pronta. Haytham è un personaggio con fascino ed eleganza, ed essendo un assassino direi che ha un tocco di classe in più rispetto ai precedenti antenati che Desmond ha “provato”. Con ottime e distinte tecniche combatte chiunque tenti di fermarlo o minacciarlo usando sia mani nude che armi, una delle più famose è la “lama celata”, la più classica delle armi dell’ordine degli assassini che Haytham usa con molta destrezza per raggiungere i suoi obiettivi. Per colpi a distanza c’è la possibilità di sparare con la doppia pistola o con una baionetta rubata a qualche nemico. Insomma non è proprio il tipo di persona che si può disturbare senza ritrovarsi un coltello nello stomaco. Non a caso, Kenway in inglese vuol dire “combattente valoroso”, ma ciò lo valuterete durante la vostra avventura.

Connor Kenway – Ebbene si, questo è il nome del famoso figlio nascosto di Haytham Kenway. Connor sarà costretto da ragazzino ad assistere alla morte della madre causata da un attacco al villaggio della tribù guidato proprio dal templare Charles Lee. Il vero nome di Connor è in realtà Ratonhnhaké:ton. Egli scappò giovane dal villaggio per vendicare il suo popolo e la morte della madre, in questo cammino conoscerà Achille Davenport, l’ultimo assassino americano sopravvissuto al massacro templare di qualche tempo prima. Sarà proprio lui a cambiare il nome di Ratonhnhaké:ton in Connor Kenway, così da poter permettergli di confondersi con la società razzista degli europei. Connor sarà il compagno della vostra avventura per tutto il resto della storia. E’ con lui che avrete modo di vivere situazioni di pura adrenalina e di scaltra caccia ai templari, è con lui che proverete a rendere giustizia per coloro che oramai sono ospiti della morte.

Personaggi secondari:

Charles Lee – L’alleato più stretto di Haytam con qualche difetto in più. La prima cosa che noterete è una faccia losca che si finge fedele al proprio onorevole scopo, ma dietro questa maschera c’è solo del marcio che noterete durante lo sviluppo della storia. Charles Lee avrà modo di conoscere per primo il figlio “segreto” di Haytham, scatenandone l’ira che lo porterà nella crescita a cercare vendetta per le ingiustizie subite.

Achille Davenport – Come citato sopra, anch’egli è un assassino. Vecchio e senza forze, Achille ha dovuto superare la triste morte della moglie e del figlio per mano dei templari. In qualche modo quest’uomo trova in Connor quel desiderio di vendetta che sentii anche lui dopo la distruzione della propria famiglia e sarà lui ad indirizzare il giovane Kenway sulla strada degli assassini, addestrandolo con il rigore e la fierezza di un tutore, crescendolo con la premurosità e l’amore di un padre.

Kaniehti:io – La donna saggia e riflessiva per antonomasia. Una Mohawk a tutti gli effetti. Amante e rispettosa della natura, questa sarà la donna che farà battere il cuore di Haytham Kenwey dando alla luce il frutto del loro amore. Compare per poco, ma insegna molto ad Haytham. Un po’ come nella nostra di vita, persone come una nonna piena di saggezza ed esperienza che in due parole racchiude il senso di un intero vissuto, peccato che queste persone sono le prime a scomparire.

La presentazione di questi personaggi è quasi effimera, ma leggendola vi verranno in mente molti esempi reali e, che siano personali o meno. Beh a questo punto passerei alla mia ultima analisi:

Pregi – Grafica impressionante, personaggi sviluppati nei dettagli e crescenti nel corso della storia. L’incrocio di alcuni eventi e l’incontro con personaggi realmente esistiti all’epoca rende ancora più reale il tutto dando una lezione di storia a chi a scuola preferiva l’ossessiva presenza nei corridoi (me compresa, ovviamente). Non svelo in che modo, ma il finale è al pari di un bel film, quelli che ti lasciano lì ad osservare i titoli di coda che scivolano via.

Difetti – Le ambientazioni rappresentanti il mondo attuale sono dispersive, buie e rallentano un po’ l’andamento della storia su certi aspetti.

Insomma questo gioco ha ben poche pecche, la mia valutazione è relativa, personale come sempre. Se non altro quest’avventura da un po’ di lezioni di storia in modo alternativo a chi, come me, a scuola aveva preferenze verso i corridoi anziché verso le aule. Un’oretta con un gioco che oltre all’uso delle mani per il joystick richiede una mente ed un cuore per riconoscere e/o ritrovare certi valori penso che meriti di più di un intera giornata passata a parlare di chi vincerà le prossime elezioni. Let’s think about it…

Ira Green

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