La crisi americana colpisce i panda e i caduti di guerra oltreoceano

crisi americana anche per i panda

crisi americana anche per i panda

A causa dell’arrembante default, gli Stati Uniti hanno deciso di tagliare le spese “inutili”, inaugurando il cosiddetto “shutdown”: è la tredicesima volta che accade il fenomeno, dal 1977.

Molto spesso i giornali si riempiono di termini di moda, senza spiegarne i significati.

Default significa semplicemente fallimento: può fallire un’azienda come accadere ad una nazione e gli Stati Uniti rischiano di crollare entro la metà d’ottobre.

Voler prevenire il “default” significa abbassare il tetto della spesa pubblica: in questo periodo il Partito Democratico e quello Repubblicano hanno posizioni opposte sulle “ricette” da usare contro la crisi e di conseguenza nasce lo “shutdown”

Lo “Shutdown” è la radicale chiusura d’ogni ente o funzione che possa sprecare spesa pubblica: una sorta d’austerity.

Ovviamente lo “shutdown” ha colpito popolazione ed organizzazioni: trattandosi di ben ottocento mila lavoratori (guardie forestali, impiegati, burocrati, siti turistici, ecc.) lasciati a casa senza lavoro.

Sono stati sospesi esercizi considerati essenziali come le organizzazioni ambientali, Nasa e le ricerche mediche; d’altro canto sono state sospese organizzazioni culturali come i parchi, i musei e la visita alla “statua della libertà “.

Lo stato ha bloccato anche curiosi ambienti ed iniziative.

I famigliari non potranno andare a visitare gli eroici caduti delle guerre d’oltreoceano, siti in tutto il mondo: saranno chiusi i cimiteri in Francia, Messico, Panama, Tunisia e Filippine.

Tutti i cimiteri di guerra sono gestiti dalla “commissione federale dei monumenti di guerra”, fondata dopo il primo conflitto mondiale: numerosi non potranno visitare i loro cari defunti (125.000 uomini e donne caduti nei vari conflitti mondiali e 94.000 lapidi).

La mamma panda Mei Xiang non ha preso bene questa situazione: è fresca madre di un piccolo panda, nato al 23 agosto a Washington ( precisamente lo Smithsonian’s national Zoo).

Come per le grandi dive, sino alle 8 del mattino di due giorni fa, (attraverso quindici telecamere) si è assistito al parto e alle prime coccole della madre premurosa: migliaia di visitatori il giorno la assistevano su internet.

Lo schermo si è oscurato ed è stato chiuso lo Zoo: un portavoce del giardino zoologico ha reso la ferale notizia, ricordando che agli animali sono prestate ogni genere di cure.

La telecamera sul cucciolo di panda è stata dichiarata “non essenziale”, ma la decisione ha scatenato la protesta di molta gente: alcune frasi accentuano il vibrante malcontento.

Si passa da un tono esistenzialista ( “il mondo senza la telecamera del panda è un mondo senza felicità”) o paradossalmente macabro (come la frase di Caitlin Kelly: “La telecamera sul panda è morta, lunga vita ad una nuova telecamera”).

Non mancano i proclami politico-animalisti come lo slogan di Caitlin Bauer sulla pagina facebook dello Zoo: ”congresso sii unito per l’amore del baby panda”.

Non disperino i fans del baby panda, poiché lo “shutdown” dello Zoo, ha risparmiato la gabbia delle foche e quindi i fans potranno divertirsi in compagnia dei simpatici animali.

Rey Brembilla

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