Il problema sessuale dei panda e il rischio estinzione

Oggi gli esemplari nel mondo sono circa 1600, di cui sei si trovano in tre zoo europei (Berlino, Madrid e Vienna).

IL PROBLEMA SESSUALE DEI PANDA – L’allevamento e la riproduzione dei panda risultano molto difficoltosi e la mortalità dei cuccioli è assai elevata. La femmina partorisce un massimo di tre cuccioli, ma ne sopravvive sempre solo uno. Inoltre è anche difficile l’accoppiamento, in quanto il maschio sceglie meticolosamente la femmina che deve essere di suo assoluto gradimento, altrimenti rifiuta l’accoppiamento. Per alcuni specialisti il problema risiederebbe anche nelle dimensioni dell’apparato riproduttore: il pene tanto corto e la vagina della femmina panda tanto profonda, per cui l’inseminazione risulta relativamente bassa. La sopravvivenza è costantemente minacciata poi dal bracconaggio (per ricavarne pellicce, spesso praticato come hobby) e della lenta ricrescita del bambù. Nonostante siano mammiferi carnivori, la loro dieta è essenzialmente quella di un erbivoro. Si nutre quasi esclusivamente di germogli di bambù. Quando mangia, generalmente, sta seduto; non si arrampica sugli alberi per procurarsi il cibo, bensì per riposare o, altre volte, per mandare richiami ai suoi simili. Il panda è una creatura solitaria a tal punto da non voler frequentare nemmeno i suoi simili. Non va in letargo in inverno e vive per lo più in tane ricavate dalle cavità di rocce sporgenti o in tronchi vuoti, dove si costruisce un giaciglio con gli steli di bambù. Circa 12/14 ore al giorno le passa mangiando, sia d’inverno sia d’estate: i tre quarti della giornata li dedicano alla ricerca del cibo, all’organizzazione del pasto e alla digestione, mentre il resto è dedicato al riposo.

LA RICERCA CONTRO L’ESTINZIONE- Il Giant Panda Breeding Research Base si occupa di specie in estinzione. Il Centro di ricerca si trova nel Sichuan orientale ed è un’area di settantadue ettari in cui i panda, compresi quelli rossi, possono muoversi liberamente. Sono maggiormente volontari a prendersi cura di questi meravigliosi grandi peluche. Lo scorso anno quattro volontari provenienti dalla Francia, dalla Svezia, dal Taiwan e dal Giappone si sono occupati per un mese di quattro esemplari di panda giganti, scelti tra numerosi esemplari mediante un concorso organizzato dallo stesso Giant Panda Breeding Research Base. Hanno nutrito gli animali, risposto ad ogni loro esigenza, trasformando quel periodo in impegno e progetto. Con entusiasmo dopo un anno sono tornati al Centro di ricerca per ritrovare i panda, verificare i loro passi in avanti, conoscere i piccoli cuccioli dati alla luce. Il mese di volontariato ha significato per alcuni di loro impegno costante, da perseguire anche in futuro. La volontaria giapponese ha, infatti, deciso di intraprendere attività strettamente connesse ai problemi dell’habitat e della riproduzione dei grossi mammiferi paffuti e ha dichiarato che pubblicherà al più presto un libro fotografico sui panda e i loro cuccioli.

LA CLONAZIONE COME SOLUZIONE- Ci sono scienziati in Cina che pensano all’idea della clonazione come una misura estrema e disperata alla ricerca di salvare la specie dell’orso Panda, e ci sono ricercatori che attualmente lavorano per questo.

IL PANDA E L’OCCIDENTE- L’Occidente ha conosciuto il Panda gigante a partire dal 1869, quando venne ritrovato la pelle di un esemplare morto dal missionario francese David, che la donò al Museo di Storia Naturale di Parigi.  Subito questa specie rara e dall’aspetto delicato e indifeso ha attirato coloro che fornivano gli animali agli zoo. Dal 1949 però le esportazioni sono sottoposte a un severo controllo. La Cina ha cominciato a offrire i panda in prestito ad altri paesi soltanto per periodi di dieci anni, per una tariffa di un milione di dollari americani l’anno e alla condizione che ogni cucciolo nato durante il periodo del prestito resti di proprietà della repubblica popolare cinese.
Il panda è stato scelto come simbolo del WWF in quanto specie in estinzione e diverse sono le iniziative che durante l’anno il fondo per la salvaguardia della natura organizza per sensibilizzare l’opinione pubblica su questa specie in pericolo.
E’ stato inoltre adottato in Cina come simbolo per rappresentare la pace e la sua immagine viene impressa in questo paese sulle monete d’oro. Oggi gli esemplari nel mondo sono circa 1600, di cui sei si trovano in tre zoo europei (Berlino, Madrid e Vienna).

Federica Formisano

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