Equitalia: non si ferma la protesta

A Napoli, dopo gli scontri in corso Meridionale, la protesta anti Equitalia diventa un movimento popolare

Equitalia è, ormai da giorni, sotto un vero e proprio assedio da parte degli italiani: le proteste contro l’agenzia di riscossione dei tributi non fanno che infiammarsi in questi bui tempi di crisi economica, al punto da far registrare episodi allarmanti in tutta Italia. Il sequestro di persona a danno di alcuni impiegati di Equitalia a Bergamo, l’aggressione a Milano e l’allarme bomba a Roma, le molotov contro gli uffici di Livorno e l’assedio alla sede di Napoli ne sono chiari esempi. A Napoli, in particolare, lo scontro ha causato diversi feriti tra le forze dell’ordine quando un gruppo di manifestanti, appostati dinanzi la sede Equitalia in corso Meridionale, lo scorso venerdì, hanno prima divelto ed incendiato dei cassonetti, poi lanciato uova piene di pittura rossa e petardi contro gli uffici dell’agenzia. La situazione non ci ha messo molto a degenerare tra spintoni, sassaiole e grida dei manifestanti che invocavano la chiusura degli uffici in segno di lutto per le “vittime di Equitalia”.

Da quando sono diventati più frequenti i suicidi di chi è sopraffatto dalla disperazione, stretto nella morsa della crisi, della pressione fiscale, della complessa situazione economica che sta vessando aziende e famiglie italiane, Equitalia, in quanto agenzia di riscossione dei tributi, si è trasformata in una sorta di capro espiatorio, nel nemico contro cui rivolgere la rabbia per le difficoltà nelle quali si è costretti a sopravvivere. Del resto, la Camera di Commercio di Napoli ha diffuso proprio in questi giorni, in occasione della decima Giornata dell’Economia, nuovi allarmanti dati sulla disoccupazione in città: il tasso sarebbe pari al 17,8% , il doppio della media nazionale e, probabilmente, è proprio per questo che l’avversione e il conflitto contro Equitalia sembrano molto più sentiti a Napoli, dove la popolazione vive già da tempo le difficoltà dell’arte di arrangiarsi per vivere.

Nel condannare l’escalation di violenza delle proteste anti-Equitalia delle ultime settimane, il commissario regionale dei Verdi Ecologisti Francesco Emilio Borrelli ha dichiarato che “Equitalia si batte con la legge e non con le bombe. I manager super pagati, la burocrazia malata, i tassi usurai vanno aboliti con un movimento popolare che porti alla chiusura di questa agenzia che dall’inizio dell’anno ha fatto più morti della camorra”. Affermazioni forti che sostengono il concetto che le tasse vanno pagate, certo, ma “in modo umano ed equo e soprattutto non privando la povera gente dei risparmi di una vita”.

Nasce, dunque, a Napoli dall’incontro tra manifestanti e professionisti della politica, della legge e dell’economia, il movimento popolare anti-Equitalia che si pone come principale obiettivo la soppressione delle agenzie di riscossione e una sanatoria dei debiti per fasce deboli della popolazione (precari, disoccupati, lavoratori e pensionati) che “non possono reggere questo assedio alle proprie vite nell’impotenza e nella disperazione”.
Il movimento parte dalla Campania, ma punta a diventare nazionale: all’incontro di presentazione di questa mattina a Napoli, infatti, hanno preso parte avvocati e commercialisti anche di Milano e Palermo e il testimonial dell’iniziativa sarà il celebre Pibe de Oro, Diego Armando Maradona, balzato alle cronache negli ultimi tempi proprio per la sua vicenda legale contro il fisco italiano. L’ex campione argentino deve allo Stato circa 40milioni di euro e, nonostante il tentativo del suo avvocato Angelo Pisani, l’offerta di mediazione – 3,5 milioni di euro affinchè “Equitalia creasse un centro d’ascolto per i contribuenti” – è stata rispedita al mittente e, per ora, il Pibe de Oro resta debitore dell’intera cifra.

Certamente un testimonial del calibro di Maradona farà maggiore presa sulla gente, aiutando il movimento a crescere e svilupparsi, soprattutto vista l’ambizione di trasformarlo in un vero e proprio partito politico; tuttavia, sembra scandaloso agli occhi di molti cittadini disperati, che la vicenda di un uomo che, in tempi di benessere, potrebbe aver evaso le tasse italiane sia paragonabile a quella di migliaia di lavoratori, piccoli imprenditori, pensionati che non possono permettersi di pagarle perché a stento riescono a provvedere al sostentamento delle proprie famiglie. Ad affiancare Maradona, in qualità di testimonial anti-Equitalia, ci sarà Sergio Paganelli, figlio dell’artigiano che, appena una settimana fa, aveva tentato il suicidio dopo aver ricevuto una cartella da Equitalia.

Sara Di Somma

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