Daft Punk – Random Access Memories

La copertina di Random Access Memories

La copertina di Random Access Memories

I Daft Punk piazzano il colpo con il loro quarto album da studio, dopo la colonna sonora di Tron:Legacy. Random Access Memories è un album ancora più “very Disco” di Discovery, con all’interno numerose collaborazioni, una su tutte quella con Pharrell Williams, co-produttore del disco. Attivi dal lontano 94, i Daft Punk sono i caschi che nascono le identità di Guy-Manuel de Homem Christo e Thomas Bangalter, dj francesi che collaborano e lavorano in totale sincronia di idee ed ispirazioni.

Si parte con la faraonica Give life back to music, una imperiale introduzione tutta tastiera e chitarre funky che apre a The game of love, una struggente ballata (anche se risulta difficile utilizzare il termine ballata associato ai nostri francesini). L’impero francese dà il meglio di sé con l’epica Giorgio by Moroder, che apre con un’introduzione parlata dello stesso Moroder che descrive la difficoltà dell’epoca (la Berlino degli anni ’70) nell’introdurre il genere disco in un mondo musicale pregno di Rock’nRoll, che poco si sposava con tastiere e sintetizzatori. La traccia è un crescendo di batteria e parte ritmica accompagnata da tastiere e violini futuristici (si rivede il tocco della colonna sonora di Tron). Within è un’altra traccia rilassante ed atmosferica dove il piano rhodes la fa da padrone. Instant Crush è impreziosita dalla collaborazione con Julian Casablancas, voce degli americani Strokes, vero amante della discomusic d’epoca e grazie al quale il brano acquista un tocco decisamente struggente, un futuro singolo, siamo pronti a scommetterci. Lose yourself to dance è la prima delle tracce che vede Pharrell Williams alla voce, un altro singolone che cresce man mano che i minuti macinano chitarre funky, un pezzo che non avrebbe sfigurato ne La febbre del sabato sera.

Touch apre la seconda parte del disco (un altro dei pezzi con Williams), dove stavolta un piano honky e numerosi fiati riecheggiano durante gli oltre 8 minuti della suite disco-jazz, un vero esempio di stile e di tecnica rapportata al pop e alla disco. Get Lucky è il terzo ed ultimo brano che vede Williams alla voce ed al mixer, il primo singolo estratto dall’album, presentato come teaser del disco durante il programma Saturday Night Live agli inizi di Marzo. Williams dà il meglio con la voce, creando un singolo scala-classifiche con un ritornello martellante (we’re up all night to get lucky) e non banale. Il funky sposa la disco in un modo inimitabile, siamo ai massimi livelli del genere.

Beyond apre con una sezione di violini e fiati più che epica che ricorda il tema di Shaft di Isaac Hayes. Motherboard è un pezzo strumentale ritmico e con parecchie dissonanze che strizza l’occhio al lavoro fatto con la colonna sonora di Interstella 5555 di Leiji Matsumoto curata proprio dai Daft Punk. Fragments of time vede la collaborazione di Todd Edwards, il produttore americano di garage e house music che si nasconde dietro il progetto The Messenger. Doin’ it right vede la presenza invece di Panda Bear, membro degli Animal Collective. Il pezzo riporta alla mente i primi Daft Punk di Da Funk, cacofonici e sublimamente ripetitivi. Il disco si chiude con Contact, brano di oltre 6 minuti, dove il duo sciorina disco futuribile e rock duro e senza fronzoli, accompagnato solo da sintetizzatori e batteria (gli strumenti principali del pezzo).

Random Access Memories rimarrà a lungo nelle menti degli amanti della buona musica, una buona occasione per i neofiti di apprezzare i Daft Punk, e per la mia generazione un giusto reminder su quanto siano stati innovativi in un mondo di banalità musicale.

Marco Della Gatta

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