Curiosity raccoglie il primo campione marziano

Un fotogramma di Curiosity, durante la raccolta del campione marziano 

26 novembre 2011: il rover Curiosity della NASA viene lanciato in direzione del Pianeta Rosso, Marte.
6 agosto 2012: Curiosity arriva a destinazione, regalando le prime immagini mozzafiato.
7 ottobre 2012: Curiosity effettua il primo prelievo di campione marziano.
Ed è proprio di questo che parliamo.

Dopo 61 giorni di missione, il braccio robotico del suddetto rover si è messo in funzione al fine di prelevare dal terreno un campione che andrà successivamente analizzato. Tale campione è costituito da regolite, ovvero il terreno sabbioso che ricopre la superficie marziana ed è stato prelevato da una zona del Pianeta Rosso chiamata Rocknest. A fare tutto è stato Chimra (Collection and Handling for In-Situ Martian Rock Analysis), lo strumento montato sul braccio robotico di Curiosity e formato da una paletta ed un particolare dispositivo che divide ed esamina i campioni di suolo e roccia polverizzata. In seguito alla raccolta del materiale sabbioso, la paletta è stata fatta vibrare per eliminare il terreno in eccesso. Dopo il succitato prelevamento di campione, Curiosity ha lasciato sul terreno marziano un foro di circa 4,5 cm di diametro. Il prossimo passo sarà un ulteriore prelievo, stavolta effettuato sulle rocce in profondità tramite un dispositivo con la funzione di un trapano. Queste ricerche ed analisi sono volte a scoprire se gli elementi presenti su Marte siano capaci di ospitare vita. Del prelievo di campione marziano, abbiamo anche un video realizzato con 256 fotogrammi registrati dalla MastCam, fotocamera di cui il rover è munito.

Nota importante, il team della missione MSL ha deciso di sospendere momentaneamente questi studi sui prelievi, in quanto si è notato un oggetto brillante in prossimità del rover. L’attenzione ora si concentra ad individuarne la natura, che potrebbe essere spiegata come una pietra marziana o come un frammento del rover, esterno o dell’hardware che sia. Tuttavia, dai fotogrammi scattati da Curiosity, l’oggetto non è visibile.

Si resta quindi col fiato sospeso in attesa degli esiti delle analisi di prelievo. E la “curiosity” su cosa possa essere quell’ “arnese” luccicante avvistato alle pendici di Curiosity.

Rey Brembilla

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