Calciomercato 2010/2011 – Secondo Atto.

E’ Gennaio. Il Babbo CalciomercatoNatale comincia a portare i suoi doni alle varie squadre ed il valzer dei nomi degli atleti ricomincia incessante: si aprano le danze allora.
Il Milan è scatenato in entrata ed in uscita. Dentro Fantantonio Cassano fuori Ronaldinho. Uno scambio equo, quasi alla pari. Il talentino barese, scaricato dal suo ex presidente Garrone che non gli ha saputo perdonare l’ennesima “cassanata”, ha trovato rifugio a Milanello dove Allegri avrà i suoi grattacapi nel gestire due teste calde quali Ibrahimovic e lo stesso talento di Bari vecchia.
Come andrà a finire? Non si sa, quel che è certo è che Ronnie invece vuole tornare all’ovile, nella squadra che tanti anni fa tradì e con cui ora vuole ricucire lo strappo. Un perdono che dovrebbe costare al presidente del Gremio circa 8 milioni di euro (Galliani sembra inflessibile e non vuole scendere al di sotto di questa cifra).
Nelle ultime ore si è anche saputo di un interessamento in extremis dell’Inter, ma il dentone fuoriclasse brasiliano ha una clausola per cui non può trasferirsi in altre squadre italiane. Peccato per il nuovo arrivato Leonardo che però sotto l’albero si trova il suo primo regalo: Ranocchia.
Il calciatore ex Genoa e Bari va a sostituire una lacuna fondamentale nella difesa dei nerazzurri lasciata dall’argentino “The Wall” Samuel. Il calcio è strano: un allenatore (Benitez) che chiedeva rinforzi e che ha preso per mano una squadra che nessuno voleva in quel momento (l’Inter aveva appena compiuto il triplete) non veniva accontentato, mentre uno nuovo che arriva (Leonardo) e che in teoria dovrebbe essere odiato (calcisticamente parlando) per i suoi trascorsi milanisti, viene subito viziato con nuovi calciatori per completare e migliorare ulteriormente la rosa.
La Roma ha ceduto Baptista al Malaga monetizzando risorse che dovrebbe reinvestire sul mercato anche se i problemi con Unicredit continuano a incidere in maniera imponente sulle sorti giallorosse. Inoltre si vocifera che lo spogliatoio non sia più con Ranieri, probabilmente la società si troverà a fine anno a dover decidere se continuare con questa gestione o meno, oppure fare una piccola rivoluzione in casa.
Il Napoli dal canto suo ha già fatto un acquisto, come ama definirlo il presidente De Laurentiis, “prospettico”, prendendo Federico Fernandez di cui tanto ci aveva parlato bene anche Diego jr. qualche settimana fa in un intervista proprio su La Rosa Nera.
Altri colpi si aspettano dalla società azzurra che pare abbia quasi chiuso con lo svizzero Gokhan Inler e la trattativa, a quanto emerge anche dalle dichiarazioni di Fabio Rossitto (allenatore giovanili Udinese) a Radio Goal, è quasi conclusa. Da sistemare resta la difesa, ed ecco che allora si fanno i nomi di Mimmo Criscito e Miguel Britos. Il primo sicuramente molto più gradito alla piazza rispetto al secondo, ma i costi dei cartellini sono decisamente diversi. In ultima analisi c’è il dilemma decennale del vice-Lavezzi che non si sa se arriverà e quando. Lucarelli è rientrato e vuole spazio, sembra improbabile che la società azzurra si muova quindi in questo senso.
La Lazio si sta muovendo per una punta di peso e l’ipotesi Santa Cruz rispunta in modo prepotente. L’ingaggio sembra la difficoltà principale, ma sembra che la coppia Lotito Tare stavolta faccia sul serio portando a termine una trattativa che dovrebbe dare all’esperto Mister Reja la tanto agognata punta.

La Juventus è alla finestra ed è alla costante ricerca di una punta nonostante abbia in casa un attaccante che ha già fatto nove gol (Fabio Quagliarella), ma è ormai evidente la tendenza degli ultimi anni in Italia: se i calciatori non finiscono per “ao” “inho” o “ic” non sono “cool” e quindi non adatti alla causa.
La Sampdoria ha fatto il suo buon colpo prendendo in prestito Macheda dal Manchester United, proprio per sostituire Antonio Cassano, mentre la Fiorentina è ormai persa nel limbo di centro classifica. I Della Valle meditano rivoluzione, ma la rivoluzione non si fa dal proprio divano o dal proprio letto, non nel calcio almeno.

Marco Branca

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