Beppe Grillo e il MoVimento Cinque Stelle, sconfitta elettorale e reazioni caotiche

grillo

Giuseppe Piero Grillo, detto Beppe, è un politico, comico e attore italiano. Il suo blog è tra i più noti in lingua italiana

La celebre favola di Pinocchio può essere una metafora d’alcune caratteristiche della politica italiana. Nel susseguirsi della storia politica nostrana, soventemente è capitato che un uomo politico sia stato “ allevato” da un altro suo collega più anziano, magari perché conosciuto e seguito fin da ragazzo nelle sedi dei rispettivi partiti.

L’auspicio del politico anziano è quello di trovare un successore e quindi “ crescerlo” ad immagine e somiglianza, seguendolo nel suo iniziale cammino (basta leggersi le biografie d’ogni politico per notare le proprie “discendenze”). Esistono anche casi moderni di personalità come Berlusconi, Bossi e Grillo che hanno indottrinato addirittura dei gruppi di persone. Questo ricorda la figura fiabesca del falegname Geppetto che costruisce un burattino di legno e cerca di “ crescerlo” spiegandogli i propri principi. Numerosissimi sarebbero i casi da citare: Fini da Almirante, Casini e Follini da Bisaglia, Forlani da Fanfani, Fanfani da Dossetti, Andreotti da De Gasperi, De Gasperi da Don Sturzo, Napolitano da Amendola, Bonino e Capezzone da Pannella, Maroni per Bossi, Togliatti da Gramsci, Craxi da Nenni, D’alema per Berlinguer e addirittura i grandi politici pre-fascisti avevano un gruppo di persone che fungevano da “ discepoli”. Come nella fiaba di Pinocchio, spesso il giovane politico cambia atteggiamento e disobbedisce al “ padre-mentore” (Fini, Fanfani, Andreotti, Craxi e Capezzone sono degli esempi). In questo caso “Lucignolo” o il “Gatto e la Volpe” rappresentano i palazzi di potere o le poltrone che sono promesse in cambio di un tradimento.

L’effimero “Paese dei Balocchi” è purtroppo l’Italia: le bugie non mancano, solamente non cresce il naso ma il portafogli. In alcuni casi esiste anche il “grillo parlante” o meglio l’ideologo, che veste la figura di saggio e suggeritore ma che non appare in televisione o addirittura in parlamento. Miglio lo è stato per la Lega, Grillo lo è per il Movimento Cinque Stelle, Gianni Letta lo è per Berlusconi, Tatarella per Alleanza Nazionale e nel passato glorioso Mazzini lo è stato per i patrioti. Nel caso del “Movimento Cinque Stelle” la figura di “Geppetto” e “grillo parlante” è Beppe Grillo, che ha “creato” un gruppo di gente sconosciuta facendo in modo che seguissero le sue volontà. Purtroppo fin da subito il gruppo è stato più un “Papocchio” che un “ Pinocchio”, votando per esempio candidati diversi da quelli proposti (come nel caso dei presidenti dei due rami del parlamento) oppure cercando di alzare la testa. Inoltre prima del tempo il gruppo dei grillini si è lasciato abbindolare dai lussureggianti “Gatto e la Volpe”, ritardando per esempio alcune riforme tanto agognate e creando resistenze sulla diaria, che in campagna elettorale doveva essere sdegnosamente respinta.

Le sconfitte elettorali però, a Roma e in Friuli, hanno mandato in “tilt” il “ grillo parlante” che di conseguenza è diventato “ grillo sparlante”, perdendo l’indispensabile saggezza. Beppe Grillo difatti solo ultimamente ha ammesso gli errori, ma inizialmente ha negato la sconfitta o ha incolpato gli elettori (in entrambi casi errori politici da evitare, sempre meglio una buon auto critica). Il meccanismo innovativo delle “quirinarie” inoltre aveva la conseguenza positiva di indicare dei candidati importanti, che lusingati potevano assurgere a “consiglieri” e simpatizzanti del movimento, come la giornalista Milena Gabanelli e Stefano Rodotà: seguendo la metafora, le due personalità potevano essere validi “grilli parlanti”. La giornalista e il politico difatti hanno tentato di proporre dei suggerimenti (la prima voleva far luce sul meccanismo del finanziamento del partito, che dovrebbe essere trasparente secondo coerenza grillina e il secondo ha chiarito degli errori del movimento), ma purtroppo Grillo ha risposto ad insulti.

Inoltre lo stesso Beppe Grillo ha ricevuto critiche anche dai seguaci d’internet: quindi la stessa “creatura” forgiata con attenzione, si è rivoltata al suo “Geppetto”, più che mai definendosi un “Papocchio” che un “Pinocchio”.

Beppe Grillo dovrebbe seguire l’esempio del buon vecchio “Geppetto”, riprendendo il filo delle riforme iniziali e magari compiendo un bagno d’umiltà, dando ascolto ai validi “grilli parlanti”. Il rischio futuro è che il “Papocchio” si faccia abbindolare dalle “sirene” del “Gatto e la Volpe”, magari trasformando un bel burattino in una volgare ammucchiata di legname.

Rey Brembilla

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