A tu per tu col maestro Federico Salvatore, da “Azz” a “Napocalisse”

L’immagine presa dal video del nuovo singolo di Federico Salvatore “Napocalisse”

Dopo il grande successo ottenuto sul web col suo nuovo singolo “Napocalisse”, Federico Salvatore, storico cantautore napoletano, ci ha gentilmente concesso un’intervista, a tu per tu, svelandoci non pochi retroscena sulla sua nuova canzone ed in generale sulla sua carriera.

Caro Federico, innanzitutto grazie mille per aver accettato la nostra intervista.

Partiamo subito dal tuo ultimo lavoro “Napocalisse”. Una canzone a sfondo gotico, con richiami a Bach, che io ritengo un piccolo grande capolavoro. Una canzone che parla, attraverso il richiamo al nero, della storia di Napoli e di quanto sia difficile essere napoletani. Personalmente ritengo che oggi sia difficile essere italiani in generale.
Ci parli meglio di come è nata e di cosa ti ha spinto a scriverla?

Dopo Se io fossi San Gennaro (tesi) e Il Monumento (antitesi), Napocalisse è la sintesi della trilogia “Napoli”. Non nasce come una profezia del futuro, ma semplicemente come rivelazione del passato e presente di Napoli, Passato e presente che ho voluto esaminare senza un preciso ordine cronologico, ma in una serie di visioni reali, come scatti fotografici di una memoria in bianco e nero.

La canzone sta ottenendo un grandissimo successo tra gli utenti del web. Ci sveli se ne seguirà un album ed un tour?

L’album omonimo, previsto per la primavera 2013, sarà, senza precedenti, un lavoro tutto in Napoletano (solo un brano sarà in lingua italiese). Prima dell’uscita dell’album, però, mi solletica l’idea di un secondo singolo, con relativo video, per tutti gli utenti del web che mi sostengono e che ringrazio di vero cuore!

Facciamo un salto indietro ai tuoi esordi. Sai che una delle mie prime cassette tue era Mixed by Erry? Ci parli in generale di come è nata la tua passione per la musica, come sei arrivato al successo e di come mai hai scelto di essere, almeno nella tua prima parte della carriera, un cantante satirico?

Sono cresciuto (grazie a mio padre) fra La Canzone Napoletana e la musica Classica, e (grazie alla mia generazione) fra il Progressive, Gaber, De Andrè e gli Squallor. Per anni sono stato una sola moltitudine di generi, ma solo con la canzonetta comica sono riuscito a sedermi sulla poltrona giusta al momento giusto (il salotto di Maurizio Costanzo). L’audience mi ha, così, permesso di tirare fuori dal cassetto quelle canzoni più “sapiens”, ritenute dai discografici italiani: canzoni di nicchia, poco commerciali e non radiofoniche. Ancora adesso vivo lo stesso problema, ma, fortunatamente, la grande popolarità mediatica passata, mi consente di rivolgermi, oggi, ad un pubblico teatrale, non televisivo e sicuramente più duraturo. Azz mi è servito per arrivare a Napocalisse!

Un successo straordinario ottenuto con Azz e successivamente, anche se in forma leggermente ridotta, col “Mago di Azz”. Ricordo che all’epoca tu fosti tra i pochi artisti che parlò della crisi del mercato discografico e di come 36.000 lire per un cd fossero davvero tante, soprattutto per le tasche di un ragazzino. Ci parli di questi due album?

“Azz” è stato il primo album che ho registrato dal vivo a Firenze, con un pubblico toscano, non di parte, e lì ho capito l’universalità, l’immediatezza e la forza della lingua napoletana. Non avrei mai immaginato il successo di brani come Vennimme ammore mmiez’’a via e Vayass rap.
“Il Mago di Azz” è stato il primo lavoro registrato in studio…con l’orchestra! Ed è l’album che contiene i primi veri sintomi del cambiamento: Sulla porta (che portai Sanremo), Lo Specchio, Ninna nanna gelosa, Napolitudine, Incompatibili ma indivisibili.    

Dal grande successo poi il silenzio. Ci spieghi la verità? Cosa è successo? Alcuni dicono “colpa di Costanzo”, alcuni, dicono che la tua canzone “Sulla porta” non fu capita e per questo venisti bistrattato dal grande pubblico, altri invece dissero che ti eri stancato di fare canzoni a sfondo satirico.

Indubbiamente “Sulla porta” spiazzò il pubblico televisivo e, data la tematica della canzone, non piacque a Qualcuno! Ma se a distanza di 16 anni, ancora  la richiedono durante i concerti, vuol dire che è piaciuta a più di Qualcuno!
Il mio silenzio mediatico è dovuto, poi, dal fatto che oggi avrei pochissimi  programmi dove propormi. Dovesse chiamarmi Fazio…ci andrei! Credo che Internet sia, comunque, una più che valida alternativa. La differenza sostanziale è che la televisione ti impone al pubblico che, invece, su Internet ti sceglie!                       

2007 – Federico Salvatore torna in tv, proprio nella trasmissione “Apocalypse Show” di Gianfranco Funari. Ricordo ancora quella puntata in cui cantasti “Se io fossi San Gennaro”, una canzone meravigliosa da cui qualcuno si “dissociò”.
A me francamente venne da ridere, perché come ricordava il maestro Funari, ci si dissocia dalla mafia, dai pedofili, dalle guerre, ma non si è mai sentito nessuno dissociarsi da una canzone. Ci parli meglio di cosa successe?

…Successe che fu un tale successo che Se io fossi San Gennaro ad Apocalypse Show, a tutt’oggi, ha raggiunto su You Tube circa 730.000 visualizzazzioni!

Parliamo in generale: troppo facile andare via da Napoli quando si è all’apice del successo. Troppe persone che vengono dipinte come “napoletane DOC” scappano via (di eduardiana memoria) alla ricerca di porti più “sicuri”. Troppo difficile invece andare via per chi questa città la ama davvero ma per mancanza di possibilità lavorative deve emigrare. Chi ama Napoli è costretto ad andar via, chi la ripudia, ma avrebbe tutte le possibilità per restare, abbandona la propria città. Non è un vero e proprio controsenso?

Non stà a me giudicare i miei napoletani. La Storia non ci ha reso vita facile!
Purtroppo o fortunatamente i miei occhi di artista e di napoletano, continuano a vedere Napoli come il mio unico posto nel mondo! Ed è con vivo orgoglio che ho scritto:

Niro comme ‘o curaggio ‘e chi nun è partuto,

‘e chi è rimasto a Nàpule e nun se n’è ffujuto.

Nera comme fuje nera ‘a fessa d’’a Sirena

ca ce futtette ‘o core e ancora ce ‘ncatena!

 

Siamo alle battute finali Federico, è stato un onore averti tra i nostri ospiti eccellenti. Come saluterebbero Federico e Salvatore i nostri lettori?

FEDERICO:     “La stima dei lettori il cuor m’inebria e bagna…”
SALVATORE:  “L’onoro è anco mio, San Gennaro v’accumpagna!”

Marco Branca

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