L’accanimento terapeutico su Rocky e Rambo: Sylvester Stallone ha annunciato le riprese di Rocky VII e Rambo V

Sylvester Sly Stallone

Sylvester Sly Stallone

L’attore Sylvester Stallone ha annunciato che girerà due nuovi episodi delle saghe che l’hanno reso celebre: Rocky e Rambo.
L’ultimo episodio di Rocky è datato 2006, mentre l’ultimo di Rambo è del 2008: il pubblico si aspettava che questi fossero gli ultimi film (già stiracchiati), di una lunga serie, ma la sete d’incassi del vecchio “Sly” appare insaziabile.
I personaggi sono chiaramente invecchiati e s’immedesimano in situazioni grottesche: la sensazione è che si voglia ” raschiare il barile”.

Al personaggio di Rocky Balboa ne sono accaduti di tutti i colori.
Ad esempio, costante e, a tratti, angosciosa della sua vita è la figura del pugile nero Apollo Creed: nel primo episodio Apollo sconfigge Rocky solo a punti; nel secondo è Rocky a batterlo agli ultimi secondi; nel terzo, Apollo divenne il suo allenatore; nel quarto, Creed morì davanti ai suoi occhi (al punto che Rocky sentì il dovere di vendicarlo) e infine, nel settimo, Balboa allenerà il figlio di Apollo (e il film si chiamerà semplicemente “Creed”).
Rocky Balboa è un temerario, rischia la vita ed è un eterno indeciso.
Puntualmente in tutti i film, è sempre impreparato all’allenamento, salvo poi recuperare dopo.
Comincia a combattere a ventinove anni fino, addirittura, a cinquantasei: incontrando, negli ultimi episodi, ragazzi molto più giovani di lui e uscendone sempre (e inverosimilmente) vincitore, o almeno dignitosamente sconfitto.

Gia dal secondo episodio aveva deciso di mollare il ring, a causa di un problema all’occhio destro, ma cambia idea per motivi puramente economici.
Nel terzo è più volte sul punto di piantare i guantoni al chiodo, prima per motivi famigliari e poi per la morte dell’allenatore Mickey.
Nel quinto episodio, Rocky cade in disgrazia economica: a seguito di un errore del cognato Paulie, già per se poco attendibile (perché spesso ubriaco) e quindi chiaramente inadatto a ruoli di economia domestica, affidatagli dall’ingenuo Rocky.
Inoltre alcuni esami radiologici, riscontrano gravi danni cerebrali (dati dai colpi ricevuti) tali da sconsigliarlo di esercitare la boxe: Balboa segue le regole e diventa allenatore di un pugile in erba, salvo poi pentirsi e, sentendosi da lui tradito, “punirlo” attraverso un’epica (e incosciente, dato i problemi di salute) scazzottata per strada.
Infine nel sesto, un Rocky ormai imbolsito è proprietario di un ristorante: la foga agonistica, però è ancora viva e decide di incontrare un giovane campione della boxe (stimolato, da un incontro “virtuale” telematico tra i due pugili).
Curiosamente gli esami medici, lo danno sano come un pesce (nonostante sedici anni prima avesse gravi cerebrali) e Balboa sale di nuovo sul ring: sarà sconfitto, pur rimanendo gloriosamente in piedi.
Il finale pareva un collegamento, perfetto e finale, col primo film ma Sylvester Stallone, testardo e ambizioso come il suo personaggio, ha deciso di girare un nuovo episodio.

Il personaggio di Rambo è forse meno grottesco, seppur negli ultimi episodi assuma un ruolo pietoso.
Curiosamente mentre nel primo episodio John Rambo è, a tutti gli effetti, un fuorilegge (seppur protetto dal paterno Colonnello Trautman) negli altri due episodi assurge a tale fiducia (da parte del governo americano) da esser spedito ai fronti vietnamiti e afghani.
Nel quarto film, è impietosamente ridotto a “guida” di alcuni missionari, verso il territorio birmano: ormai grasso e stanco, sarà irrimediabilmente spinto a combattere ancora.
L’ultimo episodio è provvisoriamente intitolato, “Rambo last blood” (l’ultimo sangue): sperando che per il vecchio guerrigliero, questa sia davvero l’ultima battaglia.

Rey Brembilla

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