De Laurentiis, un ciclone sul ritiro del Napoli

Aurelio De Laurentiis sogna di poter comprare una nuova squadra per fare crescere i giovani calciatori del Napoli

L’estate italiana del 2012 sarà ricordata per i cicloni, anticicloni che hanno imperversato sul nostro paese. I metrologici hanno dato a questi eventi nomi di antiche figure mitologiche come la maga Circe. Uno in particolare ha colpito il Trentino precisamente la cittadina di Dimaro il suo nome è: De Laurentiis. Il presidente del calcio Napoli è giunto il 18 luglio in ritiro rubando la scena con una serie di dichiarazioni da Oscar. Le affermazioni del patron hanno spaziato dal calciomercato, allo stadio fino a una bordata contro Platini. Andiamo con ordine. Sul calciomercato il presidente è stato chiaro si è difeso dalle accuse di non avere speso, ricordando l’acquisto di Vargas a gennaio, riscatto di Pandev e i nuovi arrivati Behrami e Gamberini. Jovetic difficilmente potrà indossare la casacca azzurra perché con il suo arrivo dovrebbe partire un altro giocatore. Il patron ha espresso il desiderio di comprare una nuova squadra per far crescere meglio i propri talenti o magari creare una nella serie nostra cadetta come in Spagna.

Cavani potrebbe partire solo per cento milioni di euro e qualora l’uruguaiano chiedesse sei o sette milioni di euro d’ingaggio, passerà la stagione in panchina. Vuole il ritorno immediato nella Coppa dei Campioni, una squadra di giovani disputerà l’Europa League. Sulla questione stadio ha fatto capire che non vuole che a decidere sia il comune con una gara ma aspetta l’attuazione di una legge ferma in parlamento, in sostanza non vuole andare a Ponticelli scagliandosi in modo colorito contro il sindaco di Napoli De Magistris (telefonata fra i due ha sancito pace).Ha tuonato contro Raiola che vuole portare via Hamsik da Napoli e contro Platini che non dice nulla contro le spese pazze del Paris Saint Germain perché ha un figlio che lavora nella società. Un uragano di frasi che investito la calma delle dolomiti. Il presidente ha sempre fatto clamore con le sue affermazioni e le sue azioni. Tutti ricordiamo la sua protesta, la sua fuga il giorno del sorteggio del calendario della serie A nella scorsa stagione. Qualcuno potrà anche pensare che le sue esternazioni siano eccessive nella forma e nei contenuti, ma di certo non sono dette a caso. Ha lanciato segnali precisi a Mazzarri su come deve gestire il suo parco giocatori, su quali sono gli obiettivi che deve raggiungere e soprattutto valorizzare al massimo il talento di casa Lorenzo Insigne. Ha fatto capire alle istituzioni locali che sullo stadio non vuole essere messo fuorigioco sulla sede, sulla costruzione di un nuovo impianto cittadino. Contro l’Uefa chiede maggiore sicurezza a chi nel vecchio continente sta investendo senza avere capitali di emiri e russi. Ora al presidente il compito più difficile trasformare queste sue esternazioni estive in fatti concreti e positivi per il club.

Ciro Florio

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