Calcio, Prandelli: “Battiamo 1-0 l’Irlanda e passiamo”

Cesare Prandelli ha tenuto una conferenza stampa a Casa Azzurri

Lunghissima e dettagliatissima conferenza del giorno dopo di Cesare Prandelli. Il messaggio è semplice«Battiamo 1-0 l’Irlanda e passiamo, perché la Spagna vincerà di sicuro con la Croazia, altro che biscotto…». E poi ancora: avanti col 3-5-2, fiducia a Balotelli«Deve arrivare il suo momento». All’inizio il CT ha spiegato quello che farà, di qui a lunedì, giorno della sfida decisiva col Trap, nuovamente a Poznan: «Domani faremo nuovi test per capire il livello psico-fisico della squadra, per capire il quadro della situazione. Aspettiamo prima di pensare alle modifiche. La terza partita condiziona le scelte. Servirà una squadra fresca, pimpante non devi sbagliare nulla. Per questo non ci si può basare solo sulle sensazioni, perché se parli con i ragazzi nessuno ti dice che non sta bene. Devo dunque capire chi ha speso di più».

Intanto sta pensando di cambiare modulo, riportando De Rossi a centrocampo?
«Riportare Daniele a centrocampo mi sembra complicato. I ragazzi in questa formula ci credono, ci credono sul serio. Un allenatore ha il dovere di non togliere certezze alla squadra. Certo, bisogna ancora migliorare, per esempio nelle scalate sugli esterni. Ma in questo momento non sto pensando a cambiare modulo. Magari tre o quattro giocatori sì».

Dunque si è confrontato con la squadra anche dopo la Croazia
«I confronti ci debbono essere, servono per crescere. Questo è un momento particolare. Abbiamo parlato per più di un’ora stamattina, e sono venute fuori cose importanti».

A caldo, a Poznan, lei ha parlato di un calo fisico della squadra dopo un’ora
«In realtà non è stato un calo clamoroso. Il fatto è che ci siamo abbassati di 20 metri. Noi però non dobbiamo speculare, finché siamo in partita e giochiamo siamo una squadra vera, una buona squadra. Se proviamo a difendere arrivano le paure. Non è un calo fisico ma mentale».

Quante possibilità ha l’Italia di arrivare nei quarti? C’è la maledizione del “biscotto” che incombe
«In percentuale non lo so ma ho il dovere di crederci fino in fondo. E dico no alla cultura del sospetto. Noi dobbiamo prepararci a vincere questa partita. Non posso pensare che i campioni di tutto, che danno spettacolo da anni, vada a speculare su un risultato. Io penso che la Spagna vinca con la Croazia e noi dobbiamo battere l’Irlanda. Io non ci voglio pensare, alla storia del biscotto. Ripeto: Spagna è sinonimo di gioco, di spettacolo, di divertimento. Quindi, dipende da noi: niente scuse, o cose del tipo “oddio, 8 anni fa è successo…“. Bisogna pensare positivo. Dipende da noi».

Dipende anche da Spagna e Croazia. Del resto è stato Buffon a dire “Meglio due feriti che un morto”
«Faccio fatica a seguire certe polemiche, faccio fatica sul serio. Tutti vogliono copiare la Spagna, se noi pensiamo che loro pensino al biscotto abbiamo dei problemi. E’ impossibile pensare a una cosa del genere, è impossibile. E non mi interessano i precedenti. La Spagna è diversa rispetto a tutte le squadre del passato».

Dipende anche dagli arbitraggi, visto quello che è successo contro la Croazia…
«E’ un tema che non voglio commentare. Gli episodi ovviamente condizionano. Quella palla gol all’85′ capitata a Totò era regolare, non in fuorigioco, altrimenti oggi avremmo qualche sorriso e qualche complimento in più. Anche Maggio non era in fuorigioco…».

Resta il fatto di una squadra, la nostra, che non è in grado di esprimersi al meglio. Colpa anche del poco tempo che ha avuto per prepararsi?
«Ora non ho né tempo, né energie per i rimpianti. Penso solo all’ultima partita. Poi bilanci ed eventuali rimpianti verranno dopo. Se adesso pensi a cosa potevamo fare, perdi sicurezza. Non c’è stato calo fisico: abbiamo difeso basso, basta un cross e pareggi. E’ questa la mentalità da cambiare».

Bisogna anche segnare però… Chi segna in questa Nazionale?
«Io penso che bisogna portare più giocatori in area, creando palle gol, come abbiamo fatto. Poi chi è lì, deve essere più cattivo, senza troppe alchimie. Ripeto: se porti quattro o cinque giocatori in area devi essere soddisfatto, poi certo devi concludere e segnare».

Tema che rimanda alla questione chiave: Balotelli. Dieci partite e un gol: resta lui il nostro centravanti? E può spiegare il senso della sostituzione?
«La valutazione per Mario è semplice. Finché ha mantenuto in campo una posizione che ci permetteva profondità e larghezza l’ho tenuto in campo, poi mi sono sgolato per 15′ del secondo tempo ma non sono riuscito a cambiargli posizione. Se vieni incontro e tieni palla bene oppure mi dai profondità, altrimenti esci. Bisogna volergli bene a questo ragazzo, deve crescere. Gli serve la cattiveria giusta. Questo è il senso del cambio. Questa è una squadra che è nata per giocare al calcio, non per fare contropiede sporadici. Ripeto: voglio bene a Mario e la verità io gliela dico».

Ma quanto deve aspettare ancora l’Italia per essere aiutata da Balo e non viceversa?
«Tre giorni. Noi ci aspettiamo una grande reazione».

Secondo lei gli pesa questa maglia più di altre, anche dal punto di vista simbolico?
«Beh, questa è una considerazione giusta. Ma lui deve imparare a convivere con questa emozione. E i compagni in campo debbono capire quello che fa. Noi siamo partiti tutti insieme e tutti insieme torniamo a casa. Qui non c’è “io”. Guardate che noi siamo una buona squadra, dobbiamo crederci. Se tu vuoi diventare grande devi convivere con certe responsabilità. Noi non vogliamo abbandonarlo. Avessimo voluto abbandonarlo lo avremmo già fatto».

Quale è la valutazione che lei dà a Di Natale?
«Secondo me Di Natale ha fatto tanti gol perché Guidolin gli ha costruito una squadra intorno. Nove giocatori fanno movimenti per lui, che non alcun compito. Totò ci può dare pericolosità e penetrazione negli ultimi trenta minuti. Partendo dall’inizio, con un altro attaccante, potremmo avere difficoltà. Se giochi con Di Natale giochi per Di Natale».

Poteva servire un’alternativa in attacco che non fosse Borini?
«Sono convinto che gli attaccanti che sono qui sono i migliori per come vogliamo giocare noi. Borini è un attaccante esterno, può diventare importante se vogliamo ripartire da lontano. Contro la Croazia ho messo Giovinco per il tipo di partita e perché ha fatto molto bene in campionato».

Come valuta l’Europeo di Cassano?
«Antonio per 70′ ha dato tutto. Bisogna fargli un complimento: non si sta risparmiando, spende tutto e io poi posso cambiare. Diciamo che il problema è stata la troppa generosità, non solo sua. Siamo andati fuori giri, non bisognava avere reazione di pancia».

Sembrava lei avesse l’intenzione di inserire Diamanti
«Io ho un’alta considerazione di Alino; poteva essere lui il cambio di Antonio, l’idea c’era poi ho preferito mettere un altro attaccante, Giovinco. Anche a lui devo fare i complimenti. Sta trasmettendo grande entusiasmo».

Potrebbe giocare anche intermedio?
«Se stiamo alti sì, altrimenti no. Se deve difendere fa più fatica».

La tendenza ad abbassarsi è arrivata col passaggio dalla difesa a 4 a quella a 3
«E un falso problema. E il gol preso ieri è stato causato dall’errore del migliore in campo. Giorgio lo ha ammesso. Ma uno non si arrabbia per cose simili ma se la squadra non fa certi movimenti. Io, quando ci siamo ritrovati a Coverciano, pensavo di ritrovare i movimenti dei difensori nella mia Nazionale. Ma gli stessi difensori dopo un anno non giocavano più come prima ma con un altro sistema. Così abbiamo deciso di cambiare. Questo dà più sicurezza, e può diventare la nostra forza».

Col recupero di Barzagli cosa accadrà?
«Ci sono varie soluzioni, compresa quella di Chiellini esterno. Ma devo valutare».

Con De Rossi sempre centrale, anche senza apporto al centrocampo
«Daniele l’ha fatto nel primo tempo, nel secondo tempo un po’ meno. Certo non lo voglio vedere all’altezza di Marchisio».

Non ha paura della…paura della sua squadra?
«Puoi avere paura solo se vai alla cieca. Noi non dobbiamo avere paura. Non voglio il calcio alla vecchia maniera. L’esempio è la Juve, che ha dimostrato mentalità europea. Bisogna andare avanti, noi italiani non siamo solo gente che specula o vive nella cultura del sospetto. Noi abbiamo fantasia e voglia di fare. Questo voglio da questa Nazionale».

Si aspetta un’Irlanda rinunciataria, col Trap disposto a darci una mano?
«Troveremo una squadra non motivata: di più! Ed è giusto così, per il rispetto che il Trap ha nei propri confronti. Non ci regalerà niente. Scarichi? Non hanno niente da perdere. Dobbiamo vincere noi, non avremo favori».

Come faremo a fare tre gol all’Irlanda?
«Noi dobbiamo fare il nostro dovere, basterà l’1-0 per passare».

Fonte: corrieredellosport.it

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