Calcio, Inler: «Napoli vive per il calcio»

«Napoli vive per il calcio», parola di Gokhan Inler, lo svizzeronapoletano, sui media austriaci, il periodico Ballestrerer e il portale derStandard.at

«Napoli vive per il calcio», parola di Gokhan Inler, lo svizzeronapoletano, sui media austriaci, il periodico Ballestrerer e il portale derStandard.at. Il capitano della Nazionale svizzera ha lasciato la sua intervista nel centro di Castevolturno. Parlando a tutto campo E si parte dal rapporto dello svizzero con la città. Spiega Inler: «La gente fa tutto per il calcio e la vita della città è per il club, per cui mi sono subito sentito a mio agio qui».

 Ma questo è stato decisivo per fargli cambiare maglia dall’Udinese all’azzurro? Il forte centrocampista «Se vuoi vincere si deve combattere e il club ha fatto grandi sforzi per me. L’allenatore e il presidente mi hanno voluto assolutamente. È per questo che ho deciso Napoli».

Il suo rapporto con la città? Per il calciatore «Napoli è viva. Rispetto a Udine o la Svizzera c’è una grande differenza. Napoli vive ogni minuto intensamente e dinamicamente ma per me non è un problema. E poi l’Italia ha uno dei migliori campionati al mondo. Ho vinto due campionati in Svizzera e poi ho voluto fare il passo successivo. Ho optato per l’Udinese, che promuove i giovani giocatori. La scorsa estate, ho voluto fare il passo successivo della carriera. Il Napoli si era qualificato per la Champions League. È sempre stato il mio sogno di giocare in questa competizione».

Tutto è poi iniziato con la presentazione show con la maschera da leone. «Era molto spontaneo. Il presidente ha pensato come avrebbe potuto presentarmi in modo originale. Poi d’un tratto è apparso con la maschera e ha detto: «Questo è». Io non sono il tipo da tali azioni ma lui era così entusiasta all’idea».

Fan scatenati anche davanti al centro di Castelvolturno ma come si fa a stare tranquilli? Inler assicura: «I giocatori qui sono stelle assolute. Se faccio il mio lavoro in campo bene i tifosi sono felici. Ho anche fuori dal campo un ottimo rapporto con i tifosi. Vorrei dare a ciascuno un autografo ma la quantità di persone… Interagisco sul mio sito e su Fb con i tifosi, non posso rispondere a tutti».

Ma con tanti fan si può andare mangiare fuori? «È difficile, siamo immediatamente circondati da fan. Quindi, io sono più cauto».

A Inler quali sono i posti di Napoli che piacciono di più? «Il Vesuvio. La vista è fantastica: Pompei da un lato, Napoli dall’altro. La Reggia di Caserta mi piace molto bene. A Napoli e dintorni, c’è sempre qualcosa da ammirare».

E poi ancora la domanda se ci sono stati suggerimenti di evitare foto perché magari potrebbe esserci il rischio che nelle immagini spuntino persone pericolose? «È difficile da controllare ma sono preparato per i miei doveri».

Napoli non è solo bella, ma anche una città molto difficile – la situazione sociale, la criminalità organizzata, lo incalza il giornalista. «Siamo concentrati sul calcio e con i vantaggi e gli svantaggi della città dobbiamo vivere come tutti gli altri».

 E si torna quindi al calcio. «Per me – dice Gokhan – è stata una stagione molto intensa. In campionato, abbiamo perso i posti Champions League, purtroppo, ma con la Coppa Italia si è finito in modo degno. Per me è stato un buon anno con un sacco di esperienze positive. La vittoria di Coppa Italia con il Napoli è stata speciale. 22 anni dopo l’era Maradona».

Lo scudetto è possibile? «Non voglio parlare del titolo, non ci resta che giocare le nostre partite. Abbiamo una squadra molto buona e con esperienza. Noi crediamo nella nostra forza».

Fonte: Il Mattino

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