Terremoto, Monti: “L’emergenza non è ancora finita”

L’allarme terremoto non è da considerare terminato. È ciò che si legge nella relazione della Commissione Grandi Rischi diffusa oggi dal governo

L’allarme terremoto non è da considerare terminato. “Non si può escludere l’eventualità che, pur con minore probabilità, l’attività sismica si estenda in aree limitrofe a quella già attivata sino ad ora”. È ciò che si legge nella relazione della Commissione Grandi Rischi diffusa oggi dal governo. “Non esistono a tutt’oggi metodi scientifici attendibili di previsione dei terremoti nel breve periodo” ha detto il Premier, Mario Monti, in sala stampa a Palazzo Chigi, divulgando lo studio della Commissione. “Tuttavia la conoscenza del sottosuolo e gli eventi che si sono succeduti dal 20 maggio in poi permettono di formulare alcuni orientamenti per l’evoluzione futura”.

Il Governo sosterrà e rafforzerà le iniziative attuate assumendo, d’intesa con le regioni, “tutti gli interventi necessari a tutelare le comunità locali, oltre a consentire l’avvio della ricostruzione” ha aggiunto Monti. Questo richiederà “uno sforzo straordinario in termini di risorse, competenze e strumenti”.

Nello studio della Commissione si legge anche che “nei segmenti centrale e occidentale della struttura che hanno già registrato gli eventi di maggiori dimensioni – tra Finale Emilia e Mirandola – le scosse di assestamento stanno decrescendo in numero e dimensione”. Alle popolazioni terremotate il Governo assicura il massimo sostegno. “La gente dell’Emilia deve stare tranquilla, deve vivere serenamente la propria vita sapendo che lo Stato è accanto a lei, e non farà mancare nulla di tutto quello che è necessario”, ha affermato il Ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri. Le immagini rilevate dai satelliti mostrano gli effetti permanenti degli eventi sismici in Emilia successivi al 29 maggio, che hanno causato un sollevamento del suolo fino a 12 centimetri. La zona maggiormente colpita si estende per circa 50 chilometri quadrati, tra Mirandola e San Felice sul Panaro nella provincia di Modena. Il sollevamento è stato causato dallo scorrimento in profondità dei due lembi della faglia sulla quale si è originato il sisma del 29 maggio.

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