Processo calcioscommesse, gli ultimi sviluppi sul filone di Bari

Simone Pepe era il personaggio più atteso alla Procura Federale, al lavoro sul terzo filone dell’inchiesta sportiva sul calcioscommesse

Maglietta bianca, occhiali da sole e poca voglia di parlare. Simone Pepe era senz’altro il personaggio più atteso dell’ennesima giornata di interrogatori negli uffici romani della Procura Federale, al lavoro sul terzo filone dell’inchiesta sportiva sul calcioscommesse.

L’attaccante della Juventus e’ stato convocato dai collaboratori di Stefano Palazzi per chiarire quanto sostenuto da Andrea Masiello davanti ai magistrati di Bari: secondo l’ex capitano del club pugliese, nei giorni antecedenti la partita Bari-Udinese 3-3 del 9 maggio 2010 Pepe avrebbe ricevuto una telefonata da parte di Salvatore Masiello per combinare il risultato della gara, declinando peraltro l’offerta.

Un’accusa parziale e comunque non confermata (Masiello ha infatti smentito la chiamata), ma l’ex giocatore dell’Udinese ha preferito evitare i riflettori.

Arrivato a Roma attorno alle 17.30, Pepe e’ stato interrogato negli uffici della Federcalcio e non in quelli della Procura, ubicati in via Po. Il giocatore della Juventus ha tra l’altro scelto un’entrata secondaria e ha dovuto aspettare le 18.30 circa per essere ascoltato dai collaboratori di Palazzi: l’audizione e’ durata circa tre quarti d’ora, poi Pepe e’ uscito dall’entrata principale e fuggito via. Anche oggi gli Investigatori Federali hanno concentrato l’attenzione sul Bari, raccogliendo la deposizione dell’ex calciatore Cristian Stellini – già ascoltato in Procura lo scorso marzo sulle accuse rivolte da Carobbio nei confronti del Siena, club dove Stellini ha lavorato come collaboratore di Antonio Conte nella stagione 2010-11 – ma soprattutto interrogando il direttore sportivo del club pugliese Guido Angelozzi, il direttore generale Claudio Garzelli, il team manager Claudio Vino e il segretario Pietro Doronzo. Tutti hanno respinto le accuse verso la società. “Il Bari e’ stato truffato”, ha spiegato Angelozzi uscendo dagli uffici della Procura. “L’ha detto anche il giudice – ha aggiunto Doronzo – abbiamo ancora delle ferite aperte”.

“In questa vicenda il Bari e’ parte lesa – ha spiegato l’avvocato del club pugliese Francesco Biga – perché e’ stato truffato dagli atteggiamenti scorretti di alcuni giocatori”.

Gli Investigatori Federali hanno poi ascoltato il portiere del Parma Nicola Pavarini sulla presunta combine della partita Parma-Bari 1-2 del 3 aprile 2011, oltre al calciatore del Bologna Matteo Rubin e all’ex rossoblù Ivan Radovanovic sulla gara Bologna-Bari 0-4 del 22 maggio 2011: all’uscita nessuno ha voluto fare dichiarazioni. Ancora in attesa delle sentenze della Commissione Disciplinare sul secondo processo sportivo, domani la Procura Federale chiuderà, salvo recuperare l’interrogatorio di Marco Rossi e forse quello di Ekdal, la parte dell’inchiesta centrata sulle carte arrivate dalla Procura di Bari ascoltando gli ex calciatori del Bologna Marco Di Vaio, Evangelos Moras, Luca Siligardi, Massimo Mutarelli e Cristiano Lupatelli, il giocatore del Lecce Andrea Esposito e soprattutto gli ex calciatori del Bari Nicola Belmonte e Abdelkander Mohamed Ghezzal.

Fonte: resport.it

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