Nuovo strappo Confindustria-Governo Calderoli: Marcegaglia arrogante

ROMA – Confindustria e Governo di nuovo ai ferri corti. Tutta colpa dell’assemblea degli industriali durante la quale Emma Marcegaglia ha continuato a chiedere riforme. L’occasione del nuovo strappo è stato un applauso rivolto dalla platea a un dirigente della Thyssen, società condannata per la morte di sette operai. «Ho trovato davvero fuori luogo l’applauso al dirigente della Thyssen visto che la sicurezza sul lavoro è un problema vero che interessa tutti i lavoratori e i cittadini. E poi ho trovato una certa arroganza professorale nell’intervento della leader di Confindustria, secondo uno stile, non rimpianto, che fu del suo predecessore Montezemolo, che quello stesso stile adesso vorrebbe portarlo in politica». Lo dice il ministro per la semplificazione Roberto Calderoli.

Calderoli: Confindustria come Cgil. «Non vorrei che la Confindustria si stesse trasformando in una sorta di Cgil degli imprenditori, ovvero in una forza espressione di una oligarchia convinta oltretutto di essere l’unica detentrice della verità», ha aggiunto il ministro.

Pirani: gravi applausi a Thyssen. «Un applauso assolutamente fuori luogo»: stigmatizza così il battimani che ha accolto ieri l’ad della Thyssen, Harald Espenhahn, all’assise di Confindustria a Bergamo, il segretario confederale della Uil, Paolo Pirani, che parla di «caduta si stile da parte della platea degli industriali». «Al di là dei giudizi che si possono dare sulla sentenza – spiega il sindacalista – credo che vada fatto ogni sforzo per favorire gli investimenti e la sicurezza. Non possiamo pensare che gli investimenti possano venire perchè c’è poca sicurezza. Nel caso della Thyssen, la strada è stata fatta dopo quella tragica giornata e i livelli di sicurezza e di collaborazione tra sindacati e impresa sono cresciuti e possono svilupparsi ancora».

Casini: insopportabile isterismo del governo.
«Sta veramente diventando insopportabile l’isterismo con cui da parte degli esponenti del Governo si reagisce a qualsiasi critica, anche la più educata e rispettosa». Così il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini. «Oggi è incorsa nel peccato di lesa maestà la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia – sottolinea Casini – rea di aver fatto alcune rispettose riflessioni sulla necessità di dare maggior impulso alla crescita del Paese. Non riesco a capire per quanto tempo le espressioni della società civile sopporteranno questa arroganza e queste intimidazioni».

Bocchino: ha ragione Marcegaglia, servono riforme. «La Marcegaglia ha posto problemi molto seri. Non ha chiesto lo stanziamento di fondi e quindi assistenzialismo come spesso anche gli industriale hanno fatto ma ha chiesto riforme, ha perfettamente ragione». A dirlo è stato il vicepresidente del Fli Italo Bocchino.

Sacconi: riforme già avviate.
«Gli aiuti non ci sono consentiti nè dalla Ue nè dai vincoli di bilancio. Le riforme, come quelle della scuola e dell’Università, della pubblica amministrazione, dello Statuto dei lavoratori, della previdenza, del federalismo fiscale, della giustizia sono tutte realizzate, in cantiere o avviate». Per il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ha sbagliato sollecitare ieri, nell’assise di Bergamo, riforme e non aiuti.

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