Napoli: al mare in città

Complice l’afa di questi ultimi giorni, i napoletani cercano la fuga al mare restando in città

Scipione l’africano è giunto a Napoli e con lui l’afa e il clima torrido che stanno ormai caratterizzando le nostre giornate. L’anticiclone africano è, infatti, responsabile dell’evidente aumento delle temperature che, soprattutto nel week end appena trascorso, ha spinto molti cittadini verso il mare, nella speranza di trovare un po’ di refrigerio.
Naturalmente la crisi economica pesa ancora sulle spalle degli italiani, dunque, chi non può lasciare la città per raggiungere mete vacanziere non può far altro che cercare il mare in città. E i napoletani non sono stati da meno.

Purtroppo, però, cercare il mare in una città come Napoli – nonostante la sua più che scontata presenza – diviene un’impresa. La meta più gettonata resta certamente il Mappatella Beach, il classico bagno a Mergellina, presa di mira da numerosi bagnanti tra sabato e domenica. Anche se il nostro lungomare può finalmente definirsi tale, grazie all’assenza di auto che sfrecciano per strada e alla ZTL – ribattezzata dal 6 giugno ZTL del mare – la verità è che i bagnanti devono ancora accontentarsi di una spiaggia “d’emergenza”, dove giacciono spesso rifiuti abbandonati e dove trattenersi può diventare un rischio per la propria salute.
Per fortuna, al Mappatella Beach, da questo week end sono disponibili anche docce e wc: “i frequentatori del lido ci hanno accolti con abbracci e caffè gratis per ringraziarci del nostro impegno. Per un mese infatti ci siamo battuti affinché fossero installati rapidamente questi servizi che adesso chiediamo vengano attivati anche sul lido pubblico della Gaiola a Posillipo assieme al servizio di raccolta dei rifiuti”, ha dichiarato il commissario regionale dei Verdi ecologisti Francesco Emilio Borrelli.

Quelli che hanno scelto di recarsi nei lidi balneari presenti in città hanno, invece, dovuto mettere mano al portafogli:  a Posillipo, al Bagno Elena, ingresso e lettino vengono a costare 12 euro che salgono a 15 per chi desidera abbronzarsi in terrazza; mentre al Bagno Sirena il prezzo si aggira intorno ai 10 euro, che scendono del 50% se ci si reca al mare dopo le 14. A Bagnoli, invece, il Seventy Beach offre ingresso e aperitivo a 10 euro, che salgono a 15 se non si può rinunciare alla comodità del lettino. Stesso prezzo anche per l’Arenile dove l’ingresso per i bagnanti ammonta a 10 euro, cui vanno ad aggiungersi però i 4 euro di supplemento per usufruire della piscina (irrinunciabile a Bagnoli, se ci si reca in spiaggia per cercare riparo dalla calura).

Fuggire al mare, insomma, sembra una corsa ad ostacoli per i napoletani ed è per questo motivo che alcune associazioni cittadine hanno lanciato una petizione dal titolo “Una spiaggia libera per tutti”, per dare ai napoletani la prima vera spiaggia pubblica della città. La zona da recuperare è il tratto di mare negato nello spazio che va da Nisida a La Pietra-Dazio, 2,5 km di costa campana dall’isola di Nisida al confine comunale con Pozzuoli. La campagna, iniziata circa due mesi fa, mira a raggiungere le 10.000 firme necessarie per l’atto deliberativo, per aspirare al referendum consuntivo.

Intanto, con l’arrivo del caldo e le prime fughe verso il mare, si inizia anche a fare la conta dei soliti noti abusivi: un’operazione dei carabinieri a Coroglio è costata la giornata di relax a circa 500 bagnanti, allontanati dalle spiagge dopo aver pagato “regolare” ingresso per il lido balneare prescelto. Sette persone sono state denunciate per occupazione di demanio pubblico. Tra i casi più eclatanti quello di Nisida in località Cala Badessa, dove l’occupante di turno aveva installato una costruzione in legno di 30 metri quadri per riporvi le attrezzature turistiche e ben 60 lettini e 10 ombrelloni. Non contento, per evitare disagi ai propri clienti, aveva pensato anche al parcheggio, occupando abusivamente circa 400 mq di suolo pubblico dotandolo pure di apposite pensiline fisse e wc.

Sara Di Somma

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