Miglioramento dei conti pubblici

Il Ministero del Tesoro ha annunciato, tramite il Ministro Giulio Tremonti, di essere arrivato per il fabbisogno di cassa del settore statale a 67 miliardi e 500 milioni di euro per l’anno 2010. Una cifra che seppure notevole è consistentemente inferiore a quella dell’anno precedente, pari a 86 miliardi e 840 milioni di euro. Un miglioramento dei conti pubblici che porterà anche ad avere un più conveniente rapporto Deficit – Pil. Rapporto che mette in relazione il disavanzo pubblico, cioè l’ammontare della spesa pubblica non coperta dalle entrate, ed il Prodotto Interno Lordo, cioè la una grandezza aggregata macroeconomica che esprime il valore complessivo dei beni e servizi prodotti all’interno della Nazione in un certo intervallo di tempo (solitamente l’anno) e destinati ad usi finali (quali consumi finali, investimenti, esportazioni nette). A riguardo è importante sottolineare come una riduzione dei conti pubblici comporta una maggiore competitività della Nazione, sia a livello nazionale che a quello internazionale. A livello nazionale, infatti, il miglioramento dei conti pubblici comporta la possibilità da parte delle Istituzioni di diminuire la morsa fiscale, facendo in tal modo aumentare il potere di acquisto del singolo cittadino. A livello internazionale, e con maggiore sguardo alle Nazioni dell’Eurozona, vi è una maggiore competitività  a livello economico. Se la proiezioni venissero confermate si avrebbe, secondo il Governo, un Pil al 5%, al di sotto della media Europea, pari al 6,3%. Tale
risultato è stato possibile raggiungerlo grazie ad un andamento più favorevole delle entrate tributarie, una dinamica più contenuta dei pagamenti, lo slittamento di alcune spese (ad esempio, la nuova tranche del prestito europeo alla Grecia) ed un minor esborso per i “Tremonti bond” (obbligazioni bancarie speciali emesse dagli istituti di credito quotati che siano in sane condizioni finanziarie). In definitiva si può concordare che il pagamento completo delle tasse dovute (auspicando una notevole diminuzione delle stesse) e l’efficienza delle funzioni della Pubblica Amministrazione comporta un notevole vantaggio, sia per le Istituzioni che per il singolo cittadino.

Raffaele Dell’Aversana

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